Guinsa

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Guinsa
StatoBandiera della Corea del Sud Corea del Sud
ProvinciaChungcheong Settentrionale
LocalitàContea di Danyang
Indirizzo73, Guinsa-gil, Yeongchun-myeon
Coordinate37°01′51.61″N 128°28′47.69″E / 37.031002°N 128.479915°E37.031002; 128.479915
Religionebuddista
OrdineCheontae
Consacrazione28 dicembre 1951
Completamentomaggio 1945

Il Guinsa (구인사?, 救仁寺?, Gu-insaLR, Ku-insaMR) è un tempio buddista nella contea di Danyang, Chungcheong Settentrionale, Corea del Sud. Situato sotto il picco Yeonhwabong dei monti Sobaek, è la residenza principale dei monaci seguaci del buddismo Cheontae e presiede oltre 140 templi in tutta la nazione.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Daejosajeon.

Il Guinsa è stato realizzato sotto la guida del monaco Sangwol Wongak (1911-1974), che sul posto aveva inizialmente costruito una capanna per praticare l'ascetismo. Per festeggiare il raggiungimento dell'illuminazione sulle verità dell'universo, promosse la costruzione del tempio, che venne completato nel maggio 1945.[1][2] Il 28 dicembre 1951 venne designato come chiesa principale dell'ordine Cheontae.[2] Nel 1966 venne raso al suolo da un incendio[3] e ricostruito in cemento; il 29 aprile 1980 venne inaugurato il santuario principale.[1] Il tempio fu ulteriormente ampliato nell'agosto 1996.[4]

Nel 2008 è stata inaugurata una mostra stabile sulla storia del buddismo Cheontae, mentre nel 2013 è stato aperto un museo in cui sono preservati materiali storici e accademici dell'ordine.[2]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Statua di Gautama Buddha esposta nel tempio.

Il Guinsa si distingue dagli altri templi buddisti coreani per la presenza di edifici a più piani, contrariamente ai tradizionali uno o due,[5] e per l'architettura particolarmente colorata e vistosa; la finitura del tetto è occasionalmente di smalto arancione, simile a quella della Città Proibita di Pechino, anziché di ardesia nera.[6]

Al complesso, che sorge su un lotto di 15.014 metri quadrati ed è composto da una cinquantina di padiglioni, si accede dal Cancello dei quattro re celesti (사천왕문?, Sacheon-wangmunLR), giungendo al Daebeopdang (대법당?), il santuario buddista più grande del Paese, alto cinque piani con una capienza di 5.000 persone; all'interno si trova una statua dorata di Gautama Buddha.[1][2][6] Attorno sorgono edifici che possono ospitare fino a 10.000 visitatori.[1]

Sul posto si trova anche il Daejosajeon (대조사전?), un tempio costruito nel 2000 e dedicato a Sangwol Wongak, la cui statua è conservata all'interno.[2][6] Gli insegnamenti del gran maestro sono inoltre incisi sul Beopeobi, un monumento di pietra.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (EN) Guinsa Temple - Danyang (구인사(단양)), su english.visitkorea.or.kr. URL consultato il 26 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2015).
  2. ^ a b c d e (KO) 구인사(救仁寺), su encykorea.aks.ac.kr. URL consultato il 26 novembre 2021.
  3. ^ (EN) Ray Bartlett, Sobaeksan and Woraksan national parks, in South Korea, collana Insight Guides, 12ª ed., Apa Publications, ottobre 2019, pp. 312, ISBN 978-1-83905-178-4, OCLC 1123192745. URL consultato il 26 novembre 2021.
  4. ^ (EN) National Parks of Korea: The Joy Given to Us by Nature, the Future We Must Protect, Korea National Park Service, 2008, p. 48.
  5. ^ (EN) Sameer Das Gupta, Advanced history of Buddhism: monasteries and temples, 1ª ed., Cyber Tech Publications, 2008, p. 177, ISBN 978-81-7884-343-8, OCLC 247523316. URL consultato il 26 novembre 2021.
  6. ^ a b c (EN) Norbert Paxton, Danyang and around, in The Rough Guide to Korea, collana Rough Guides, APA Digital AG, agosto 2008, pp. 392, ISBN 978-0-241-24637-5, OCLC 999600258. URL consultato il 26 novembre 2021.

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