Gnevnyj (cacciatorpediniere 1936)

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Gnevnyj
Schema delle unità classe Gnevnyj
Descrizione generale
Tipocacciatorpediniere
ClasseClasse Gnevnyj
In servizio con Voenno-morskoj flot
Ordine1933
CostruttoriCantiere navale No. 190 (Ždanov)
CantiereLeningrado, Unione Sovietica
Impostazione8 dicembre 1935
Varo13 luglio 1936
Entrata in servizio23 dicembre 1938
Destino finaleaffondato in un attacco aereo il 26 giugno 1941 al largo di Hiiumaa
Caratteristiche generali
Dislocamento
  • standard: 1612 t
  • a pieno carico: 2039 t
Lunghezza112,8 m
Larghezza10,2 m
Pescaggio4,8 m
Propulsionedue turbine a vapore; 48 000 shp (36 000 kW)
Velocità37 nodi (68,52 km/h)
Autonomia2 720 miglia a 19 nodi (5 037 km a 35,19 km/h)
Equipaggio197
Equipaggiamento
Sensori di bordoIdrofoni "Mars"
Armamento
Artiglieria4 cannoni da 130/50 B-13
2 cannoni da 76 mm 34-K antiaerei
2 cannoni da 45 mm 21-K antiaerei
2 mitragliatrici DŠK da 12,7 mm
Siluri6 tubi lanciasiluri da 533 mm
Altro60-95 mine
25 bombe di profondità
Note
Dati tecnici riferiti all'entrata in servizio
dati tratti da[1]
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Lo Gnevnyj fu un cacciatorpediniere della Voenno-morskoj flot, entrato in servizio nel dicembre 1938 come prima unità dell'omonima classe.

Assegnato alla Flotta del Baltico, servì brevemente nel corso della guerra d'inverno e delle prime fasi della seconda guerra mondiale. Gravemente danneggiato e immobilizzato dall'urto con una mina il 24 giugno 1941 a nord-ovest dell'isola estone di Hiiumaa, il cacciatorpediniere fu infine colato a picco da aerei tedeschi due giorni più tardi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ordinata nell'ambito del secondo piano quinquennale del 1933, la nave venne impostata l'8 dicembre 1935 al Cantiere navale No. 190 (Ždanov) di Leningrado con il numero di scalo 501; l'unità fu poi varata il 13 luglio 1936 con il nome di Gnevnyj (Гневный, "arrabbiato" in lingua russa) ed entrò in servizio il 23 dicembre 1938 con la Flotta del Baltico[2]. Dopo lo scoppio della guerra d'inverno con la Finlandia nel novembre 1939, l'unità bombardò le fortificazioni finlandesi sull'isola di Utö nelle Åland il 14 dicembre.

Il 23 giugno 1941, un giorno dopo il lancio dell'operazione Barbarossa da parte della Germania nazista, lo Gnevnyj, inserito nella 1ª Divisione del "Distaccamento Forze Leggere" della Flotta del Baltico, fu impegnato nelle operazioni di copertura della posa di mine all'imboccatura del Golfo di Finlandia. Il 24 giugno la nave incappò in un campo minato steso dai tedeschi 16 o 18 miglia nautiche a nord-ovest del Faro di Tahkuna sull'isola estone di Hiiumaa, ed ebbe la prua staccata di netto dall'esplosione di un ordigno[3] che causò inoltre 20 morti e 23 feriti tra l'equipaggio[4]. Dopo aver ricevuto un rapporto circa la possibile presenza in zona di un sommergibile nemico, il comandante del cacciatorpediniere ordinò l'abbandono della nave e l'equipaggio fu preso a bordo dal cacciatorpediniere Gordyj; quest'ultimo tentò, prima di abbandonare l'area, di affondare lo Gnevnyj con il fuoco dei suoi cannoni, ma senza riuscirci. Due giorni dopo il relitto del cacciatorpediniere fu localizzato da tre bombardieri tedeschi Junkers Ju 88, i quali lo colarono infine a picco[3]; lo Gnevnyj fu ufficialmente cancellato dai registri navali sovietici il 27 luglio seguente[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Yakubov & Worth, pp. 99, 101-103, 105-107.
  2. ^ Rohwer & Monakov, p. 233.
  3. ^ a b Balakin, pp. 49–50.
  4. ^ Yakubov & Worth, p. 108.
  5. ^ Berezhnoy, pp. 333–334.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sergey Balakin, Легендарные "семёрки" Эсминцы "сталинской" серии [I leggendari cacciatorpediniere di Stalin della serie "Sette"], Mosca, Yauza/Eksmo, 2007, ISBN 978-5-699-23784-5.
  • Sergey Berezhnoy, Крейсера и миноносцы. Справочник [Incrociatori e cacciatorpediniere. Una guida], Mosca, Voenizdat, 2002, ISBN 978-5-203-01780-2.
  • Jürgen Rohwer; Mikhail S. Monakov, Stalin's Ocean-Going Fleet, Londra, Frank Cass, 2001, ISBN 0-7146-4895-7.
  • Vladimir Yakubov; Richard Worth, The Soviet Project 7/7U Destroyers, in John Jordan; Stephen Dent (a cura di), Warship 2008, Londra, Conway, 2008, pp. 99–114, ISBN 978-1-84486-062-3.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]