Giuseppe Dosi

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Quartier generale dell'Interpol a Lione

Giuseppe Dosi (Roma, 28 dicembre 1891Sabaudia, 5 febbraio 1981) è stato un poliziotto italiano.

Biografia

Giuseppe Dosi, commissario di Pubblica Sicurezza, nel corso della sua carriera partecipò a diverse importanti indagini ma il suo nome rimane prevalentemente legato al ruolo che esercitò nel celebre caso Girolimoni, l'imputato accusato ingiustamente di gravi ed infamanti reati.

Tra le tante, si può ricordare anche, non certo per la gravità del fatto quanto per la grande notorietà del personaggio coinvolto, l'indagine che Dosi, abile nei travestimenti[1], condusse, camuffandosi da pittore, sul misterioso incidente che, il 13 agosto 1922, coinvolse il Vate Gabriele D'Annunzio, caduto o gettato dalla finestra della sua villa di Gardone Riviera[2].

Il 4 novembre 1925 Dosi sventò un attentato contro Benito Mussolini posto in essere dal deputato social-unitario Tito Zaniboni. L'attentatore avrebbe dovuto far fuoco con un fucile di precisione austriaco da una finestra dell'albergo Dragoni, fronteggiante il balcone di Palazzo Chigi dal quale si sarebbe dovuto affacciare il duce per celebrare l'Anniversario della Vittoria.

In seguito Dosi, pur ostacolato e dissuaso dai superiori che non volevano riconoscere i propri errori, riuscì a smontare le ″prove″ raccolte contro Gino Girolimoni, protagonista, suo malgrado, della cronaca nera romana e nazionale della seconda metà degli anni venti. Girolimoni era accusato di una serie di stupri ed omicidi di alcune bambine romane che avevano suscitato profonda emozione nell'opinione pubblica dell'epoca e avuto grande risalto sulla stampa. Le indagini di Dosi andavano in tutt'altra direzione: verso un anziano pastore anglicano, tale Ralph Lyonel Brydges che, per ragioni di convenienza politica[3], riuscì a evitare il processo e a rifugiarsi in Sudafrica; l'ostinato coraggio di Dosi fu duramente punito: allontanato da Roma fu poi arrestato e recluso nel carcere di Regina Coeli, e internato per diciassette mesi in un manicomio criminale. Liberato nel 1940, fu reintegrato nella Polizia solo dopo la caduta del Fascismo.

Nominato questore, ebbe importanti incarichi anche internazionali: contribuì alla nascita dell'Interpol, organizzazione dedita alla cooperazione di polizia e al contrasto del crimine internazionale, di cui coniò anche il nome. Nel 1956, con il grado di ispettore generale capo, fu posto in congedo.

Scrisse alcuni libri sulle sue esperienze professionali tra cui uno, Il mostro e i detective, sul caso Girolimoni che aveva segnato la sua vita.

È morto nel 1981 all'età di 90 anni[4].

Onorificenze

Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Opere

  • L'Aurora: Tre atti fascisti. Firenze, Ed. De La Fiamma Fedele, 1934, Tip. Mealli e Stianti
  • Via Tasso: I misteri delle "S.S." Documenti originali raccolti e commentati da Giuseppe Dosi. Roma, R. Carboni, 1946
  • La polizia privata italiana nell'attuale momento storico-politico: relazione-sintesi del dott. Giuseppe Dosi. Roma, Tip. L'editrice finanziaria, 1959
  • Il mostro e il detective. Firenze, Vallecchi, 1973

Note

  1. ^ Sulle capacità trasformistiche che Dosi utilizza nelle sue indagini, "molto prima che Frank Serpico divenisse un mito", vedi Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani, Un mostro chiamato Girolimoni, Roma, Sovera Edizioni, 2011, Capitolo 10, p. 99. Anche su Google Libri
  2. ^ Rimane un mistero se D'Annunzio nel '22 cadde o fu gettato dalla finestra. Il commissario Dosi, camuffato da pittore, indagò sul caso articolo di Guglielmo Gatti, da Stampa Sera del 4 dicembre 1958, p. 3. Archivio storico.
  3. ^ Per non compromettere i rapporti diplomatici con il Regno Unito, ancora non guastati dall'alleanza con la Germania e quelli con la Santa Sede. "Si trattava di un pastore anglicano, questo è vero, ma si trattava pur sempre di un prete, per di più abituale frequentatore di San Pietro". Così in Roma criminale di Armati e Selvetella, pp.74-75", opera citata in Bibliografia.
  4. ^ Morto il poliziotto del caso Girolimoni articolo de La Stampa del 6 febbraio 1981, p. 6. Archivio storico

Bibliografia

  • Fausto Bassini, Il mostro e il commissario che lo braccò fino a Genova, Il Giornale, 9 maggio 2012
  • Annibale Paloscia. Storia della Polizia. Roma, Newton Compton editori, 1989, pagine 67-68.
  • Cristiano Armati; Yari Selvetella. Roma criminale. Roma, Newton Compton, 2006, pagine 62 e seguenti.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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