Giuseppe Cesare Abba

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 12 lug 2007 alle 13:46 di SanniBot (discussione | contributi) (sostituisco template portale)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giuseppe Cesare Abba

Giuseppe Cesare Abba (Cairo Montenotte, 6 ottobre 1838Brescia, 6 novembre 1910) è stato un patriota e scrittore italiano.

Biografia

«Nacque in Cairo Montenotte il 6 ottobre 1838, e visse, come tutti i ragazzi di quei tempi, fino agli otto o nove anni, con poco tormento di scuola. A dodici anni, preparato, come si soleva allora, alla testa, perché il corpo era già abbastanza saldo, entrò dagli Scolopi di Carcare, in quel Collegio dove gli entusiasmi del 1848 erano ancora vivissimi, specie nel padre Atanasio Canata, grande svegliatore di ingegni e di cuori, come erano stati tra gli Scolopi di Savona i padri Pizzorno e Faà di Bruno. Svegliavano all'amore delle lettere, dell'arte e della patria, cui molti degli alunni offrirono il braccio nel 1859».

Così lo stesso Abba, in una brevissima biografia, racconta, in terza persona, di quei suoi primi anni. Ama i classici e si applica, con particolare passione, alla filosofia. Si appassiona al Foscolo, a Giovanni Prati, ad Aleardo Aleardi.

S'iscrive all'Accademia di Belle Arti di Genova che lascia nel 1859 per arruolarsi nel reparto dei Cavalleggeri a Pinerolo. Raggiunta Parma nel 1860, si unisce ai volontari per la spedizione nel Regno delle Due Sicilie: da Genova si imbarca con i Mille per la Sicilia combattendo a Calatafimi, a Palermo e poi al Volturno.

Giuseppe Cesare Abba nel 1861

«Finita la guerra del 1860, G. C. Abba se ne andò a stare in Pisa per vaghezza di studi e per vivere coi giovani amici già compagni d'armi e tornati studenti in quell'Università, gioconda e pensosa; dove anch'egli ascoltò le lezioni dei grandi maestri, memori d'essere stati a Curtatone e a Montanara, lieti di insegnare ai giovani che avevano già provata la guerra e che studiando pensavano a quella o a quelle ancora da farsi. Erano anni di gran vita.

Allora Abba scriveva un suo poemetto romantico, intitolato Arrigo: da Quarto al Volturno che stampò nella primavera del 1866 più per contentar gli amici che per lusinga di far leggere cose sue. Gli dicevano che dalla guerra imminente non era certo di tornare, e che non sarebbe stato inutile lasciare di se quel lavoro».

Nel 1866 lascia Pisa per raggiungere a Bari i garibaldini che progettavano un attacco all'Impero asburgico attraverso la Dalmazia. Abbandonata quell'impresa, combatte con Garibaldi a Bezzecca, guadagnandosi una medaglia d'argento al valor militare.

Terminata la terza guerra d'indipendenza, nel 1867 si ritira a Cairo Montenotte, dove viene eletto sindaco. Entra in rapporto con Giosuè Carducci che promuove i suoi scritti. Nel 1875 termina di scrivere il romanzo storico Le rive della Bormida, e nel 1880 pubblica Le Noterelle d'uno dei Mille edite dopo vent'anni, poi rielaborate con il titolo Da Quarto al Volturno. Nel 1881 ricevette l'incarico di professore in un liceo di Faenza e dal 1884 insegnò a Brescia.

Commemora Garibaldi nel Campidoglio a Roma nel 1903. Il 5 giugno 1910 Abba è nominato senatore e muore a Brescia pochi mesi dopo.

Bibliografia

Opere

  • Le rive della Bormida nel 1874, 1875
  • Noterelle d'uno dei Mille edite dopo ventanni, 1880
  • Romagna, 1887
  • Cose vedute, 1887
  • Da Quarto al Volturno. Noterelle d'uno dei Mille, 1891
  • Storia dei Mille narrata ai giovanetti, 1904
  • Vita di Nino Bixio, 1905
  • Vecchi versi, 1906
  • Cose garibaldine, 1907
  • Ricordi e meditazioni, 1911

Studi

  • L. Balestrero, Gli ultimi scritti giornalistici di G. C. Abba, in «Miscellanea di storia del Risorgimento in onore di Arturo Codignola», Genova, 1967
  • L. Cattaneo, Un manifesto elettorale di Giuseppe Cesare Abba, in «Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria», Savona, 1968

Altri progetti

Collegamenti esterni

  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Letteratura