Germano Sartelli

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Germano Sartelli ritratto da Paolo Monti nel 1975 (Fondo Paolo Monti, BEIC)

Germano Sartelli (Imola, 31 gennaio 1925Imola, 7 settembre 2014[1]) è stato uno scultore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Scultura in lamiera di Germano Sartelli, Imola

Frequenta un corso di intaglio del legno tenuto negli anni trenta e quaranta da Gioachino Meluzzi[2]. La firma delle sue opere è da sempre l'utilizzo di materiali riciclati che vanno dalle pagine di giornali, a fili metallici e legname[3].

La sua prima mostra, del 1958, fu organizzata da Dino Gavina al Circolo di Cultura a Bologna con presentazione di Maurizio Calvesi.[4]

Nel 1962 gli venne conferito il premio per la scultura dal Ministero della Pubblica Istruzione e nel 1964 espose alla 32ª Biennale di Venezia[5] a cui fecero seguito numerose altre mostre personali e non[6].

Negli anni cinquanta Sartelli diede vita a un progetto presso l'Ospedale psichiatrico provinciale Luigi Lolli di Imola per insegnare pittura ai degenti, le cui creazioni furono esposte in una mostra a Imola nel 1954: era la prima volta in Italia. L'esperienza pioniera dell'arteterapia è stata narrata anche in un documentario del 2006.[7]

Nello stesso anno della sua morte, il 2014[8], uscì il film documentario scritto e diretto da Paolo Fiore Angelini Germano Sartelli. La forma delle cose, conversazioni nel quale l'artista si racconta[9].

Si sono occupati della sua opera, tra gli altri, Maurizio Calvesi, Andrea Emiliani, Claudio Spadoni e Roberto Daolio.[3] Il fondo archivistico è conservato al Museo San Domenico di Imola.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Un addio a Germano Sartelli, su micfaenza.org. URL consultato il 19 maggio 2021.
  2. ^ Germano Sartelli Documentazione, su teknemedia.net, arskey. URL consultato l'8 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2016).
  3. ^ a b c Germano Sartelli, su arteromagna.it, Centro documentazione arti moderne e contemporanee in Romagna. URL consultato l'8 giugno 2016.
  4. ^ Renzo Orsini, Dino Gavina: ultrarazionale, ultramobile, Compositori, 1998, pp. 28–, ISBN 978-88-7794-137-4.
  5. ^ Enrico Morsiani, Germano Sartellil. Rifare il mondo, su flashartonline.it, Flash Art Italia. URL consultato l'8 giugno 2016.
  6. ^ Germano Sartelli, su defoscherari.com, Galleria De' Foscherari. URL consultato l'8 giugno 2016.
  7. ^ Cesare Secchi, Cinema & Follia: 1115 film e audiovisivi sulla malattia mentale ricercabili per parola chiave, Guaraldi, 2015, p. 182, ISBN 978-88-6927-137-3.
  8. ^ Paola Naldi, È morto Germano Sartelli, l'artista che ha dato voce alla natura e agli emarginati, su bologna.repubblica.it, La Repubblica, 8 settembre 2014. URL consultato l'8 giugno 2016.
  9. ^ Giacomo Casadio, Germano Sartelli - il film, su ilnuovodiario.com, Il nuovo diario Messaggero. URL consultato l'8 giugno 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Asioli Martini (a cura di), Artisti imolesi alle Biennali di Venezia. Dipinti, sculture, ceramiche e disegni, Imola, 2010.
  • Filmato audio M. Bartoli e G. Savini, L'atelier. Germano Sartelli e i laboratori di arteterapia all'ospedale psichiatrico di Imola, Imola, Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, 2006.
  • R. Pajano e C. Spadoni (a cura di), Germano Sartelli 1954–1994, catalogo della mostra alla Pinacoteca Comunale di Imola, Bologna, 1994.
  • Roberto Pasini (a cura di), L'informale italiano: pittura di segno e di materia negli anni Cinquanta, Parma, La Galleria, 1997.

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