Francesco Rizzoli

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Template:Membro delle istituzioni italiane Francesco Rizzoli (Milano, 11 luglio 1809Bologna, 24 maggio 1880) è stato un politico, chirurgo e medico italiano, considerato uno dei padri dell'ortopedia moderna.

Il dottore Giuseppe Ruggi ne parla in "Ricordi della mia vita" pubblicato dall'editore Cappelli nel 1924. Lo descrisse utilizzando le seguenti parole: "durante l'intervento era in uno stato tale che gridava come un pazzo, sostenendo e inveendo contro i suoi assistenti che erano confusi e sconvolti [...] mentre il paziente, che era sveglio, gridava a pieni polmoni, inascoltato, avvolte insultando il chirurgo e i suoi assistenti".

Biografia

Famiglia

Francesco Rizzoli nacque a Milano, da Gaetano Rizzoli e Maria Trovamola. Suo padre fu luogotenente nell'esercito di Napoleone e di Gioacchino Murat, fu ucciso nel 1814 da alcuni briganti in Calabria quando suo figlio aveva appena cinque anni. Rimasto orfano Francesco fu affidato allo zio paterno Vincenzo residente a Bologna insieme con la sorella Teresa.[1]

Giovinezza

Francesco Rizzoli trascorse gli anni della giovinezza a Bologna, dove frequentò la scuola. Visse in maniera sobria e semplice e nonostante le modeste condizioni economiche riuscì a conseguire una laurea in medicina nel 1828 e una laurea in chiriurgia nel 1831 all'Università di Bologna, che all'epoca era ancora sotto il dominio dello Stato pontificio.[2]

La carriera universitaria e medica

In seguito ad un intenso e produttivo tirocinio post-laurea ottenne (con una paga molto bassa) la posizione di assistente di Paolo Baroni, cognato di Rizzoli, il quale era professore all'Università e direttore dell'ospedale degli Abbandonati e Ricovero. Quando Baroni divenne primario e archiatra del Papa Gregorio XVI a Roma, Rizzoli fu nominato capo chirurgo dell'ospedale, dal 1838 al 1849 fu nominato professore sostituto di ostetricia quando gli fu conferita la cattedra di clinica chirurgica che conservò fino al 1865. Negli anni successivi visitò l'istituto chirurgico di Joseph Francois Malgaigne a Parigi. Al suo ritorno fece più volte pressioni per migliorare le condizioni igieniche e didattiche dell'ospedale così sorsero divergenze tra lui e il ministero e il professore fu collocato a riposo. Privato dell'insegnamento, Rizzoli dedicò la sua attività all'ospedale Maggiore, di cui era primario e alla clientela privata. Nel 1868 gli fu nuovamente affidata la cattedra di chirurgia e nel 1876 gli fu proposto di succedere a Luigi Porta come professore di chirurgia clinica e medica operatoria all'Università di Pavia. Durante l'epidemia di colera diresse il lazzaretto del Ricovero e supervisionò anche quello di San Lodovico. Per il suo operato durante l'epidemia ricevette il diploma di aggregazione alla nobiltà bolognese.[3]

La carriera politica

Professionalmente, l'illustre medico fu molto stimato e apprezzato non solo in campo locale tanto che militò anche in politica ricoprendo diverse cariche a livello nazionale. Fu un ardente patriota e prestò la sua opera durante le guerre d'indipendenza. Nel 1859 fu nominato deputato dell'assemblea nazionale dei popoli delle Romagne, votò per la destituzione del governo pontificio e dal 12 Febbraio 1862 fino alla morte fu consigliere provinciale di Bologna. Fu chiamato dal capo del governo Urbano Rattazzi, insieme a Luigi Porta per esaminare Giuseppe Garibaldi dopo la ferita riportata in Aspromonte.[4] Riuscì a scongiurare la possibilità di un'amputazione diagnosticando che la pallottola fosse rimbalzata e bisognava solo aspettare che la ferita si risanasse. Nel 1879, un anno prima della sua morte, fu nominato dal re Senatore della XIII legislatura. Morì il 24 febbraio 1880 e la sua salma fu imbalsamata con iniezione arsenicale pratica dal professore Romei.

Il sogno di una vita

Una cartolina del 1954 raffigurante il complesso di San Michele in Bosco

Rizzoli, privo di una famiglia propria, donò le sue ricchezze (all'incirca £ 1.754.894) all'amministrazione provinciale di Bologna per la realizzazione del suo sogno: la costruzione non solo di un grande, pulito e moderno ospedale “per la prevenzione e il trattamento delle deformazioni del corpo” ma di un ospedale in cui sarebbe stato possibile mettere in pratica il trattamento chirurgico del rachitismo e delle deformazioni congenite, un ospedale in cui tutto ciò che aveva visto durante i suoi viaggi all'estero potesse essere applicato, un ospedale in cui i primi risultati degli studi di Joseph Lister potessero essere sfruttati. Tre erano gli obiettivi che Rizzoli voleva raggiungere con la costruzione di questa struttura: progresso della scienza, un buon grado di umanità e far acquisire maggior notorietà alla città. Nel 1879 il professore Rizzoli acquistò per £55.000 dal Demanio dello stato il convento degli Olivetani, struttura adiacente alla chiesa di San Michele in Bosco. Il grande complesso era stato espropriato in epoca napoleonica e in seguito utilizzato come “casa di forza” per i condannati all'ergastolo. Il progetto sarà realizzato, dopo la sua morte, dall'amministrazione provinciale. L'istituto, infatti, sarà inaugurato dal re d'Italia Umberto I il 28 Giugno 1896 con il nome di Istituto Ortopedico Rizzoli e nel secolo seguente diverrà uno dei migliori ospedali ortopedici del mondo.[5]

Il personaggio

Fu una personalità severa, solitaria e imperiosa, disciplinato e reso più forte dalla sua giovinezza difficile e dalla miseria sanitaria che circondava il suo lavoro. Era considerato un avaro, dopo la sua morte furono ritrovate le buste contenenti le somme guadagnate per i suoi servizi ancora sigillate.[6] Allo stesso tempo, però, fu una persona molto generosa, attenta alle necessità dei suoi pazienti e dei suoi assistenti. Fu lungimirante nel prevedere la separazione in tempi brevi della chirurgia dell'apparato scheletrico da quella generale, inoltre, divenne una figura dominante nei circoli medici di Bologna, ricoprendo le più prestigiose posizioni come presidente dell'Accademia locale delle scienze e, per venti anni (1854-76) della società medica chirurgica. Famoso soprattutto per la grande rapidità delle sue operazioni, aspetto di estrema rilevanza in un periodo in cui la chirurgia era ancora in attesa di decollare, un periodo in cui l'anestesia (egli fu tra i primi a sperimentare il cloroformio nel novembre del 1847) e la sterilità erano agli albori. Fu anche autore di studi sulla chirurgia della tiroide e sulle malattie delle arterie.

Curiosità

Rizzoli scrisse molti lavori scientifici, alcuni dei quali furono raccolti dallo stesso medico in due volumi stampati nel 1869, tradotti anche in francese, che comparvero in due edizioni del 1872 e del 1875. Molti dei suoi tesori sono conservati nel "Museo Rizzoli", tra i quali la bone-breaking che Rizzoli utilizzò per accorciare gli arti o riequilibrarli con quelli più corti.[7]

In ricordo del giorno della sua nascita, Gino Rocchi affisse una bella epigrafe murata all'ingresso dell'ospedale ortopedico Rizzoli. [8]

Rizzoli inventò e perfezionò strumenti riguardanti l'arte della salute:

  • ideò un forcipe uncinato, costruito dalla ditta Fratelli Lollini. La tecnica di applicazione del forcipe prevedeva l'inserimento nell'utero della valva sinistra, poi di quella destra e il loro successivo congiungimento a livello della chiusura.
  • Ideò una specie di cuffia paraorecchie, la quale veniva indossata dal medico che preferiva ancora operare guidato dalle grida del malato, ma preferibilmente da grida un po' attutite. Esse sono custodite nella terza stanza della libreria Umberto I.

Edifici

Istituto ortopedico Rizzoli (Bologna).

A Rizzoli fu intitolato il tratto del mercato del Mezzo, da Piazza Maggiore alle due torri, conosciuta oggi con il nome di via Francesco Rizzoli.

A Bologna abitò in strada Maggiore 37, nel suo palazzo dal 1876 fino al 1890 soggiornò il poeta Giosuè Carducci.

Onorificenze italiane

Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Opere e pubblicazioni

  • 1858: Operazioni chirurgiche eseguite in diversi casi onde togliere la immobilità della mascella inferiore (20 pagine)
  • 1860: Nuovo metodo per la cura di alcune varietà d' ernia inguinale congenita associate alla presenza del testicolo nel canale inguinale (letta nella sessione del 15 novembre)
  • 1863: Aneurismi inguinali e di uno popliteo ottenuto mediante un semplicissimo mezzo di compressione (letta nella sessione del 12 novembre dell'Accademia delle Scienze)
  • 1867: Terebrazione del cranio in un epiletico (24 pagine)
  • 1869: Collezione delle memorie chirurgiche ed ostetriche (577 pagine)
  • 1875: Della onichia ulcerosa lurida e della maligna (42 pagine)
  • 1878: Emostasia diretta nella cura di aneurismi traumatici e di ricorrenti emorragie per ferite od ulcerazioni di arterie degli arti toracici (41 pagine)
  • 1880: Studi istofisio-anatomopatologici e clinici sull'ano preternaturale accidentale (37 pagine)

Bibliografia

  • W.F Bynum & Helen Bynum (eds.),Dictionary of medical biography, Greenwood Press, Westport (Connecticut)-London 2007, Volume 4 (M-R), pp.1076-77
  • A.Cioni, A.M.Bertoli Barsotti (eds.), The Rizzoli Orthopedic Institute in San Michele in Bosco. The Artistic Heritage of the Monastery and the Historical Events of One Hundred Years of Orthopedic Surgery, I.O.R., Bologna 1996, pp. 287
  • P. Perrini, T. Nannini, N. Di Lorenzo, "Francesco Rizzoli (1809-1880) and the elusive case of Giulia: the description of an "arteriovenous aneurysm passing through the wall of the skull". Acta Neurochir (Wien) 2007, 149:191-196.

Note

  1. ^ Alfredo Cioni & Anna Maria Bertoli Barsotti, "The Rizzoli orthopaedic institute", p. 1076
  2. ^ "Ivi", p.1076
  3. ^ "Ivi" p.1076
  4. ^ W.F Bynum & Helen Bynum (eds.),Dictionary of medical biografhy, 2007, Volume 4 (M-R), p.134
  5. ^ "Ivi" p.46
  6. ^ "Ivi" p.134
  7. ^ "Ivi" p.134
  8. ^ "Ivi" p.53

Collegamenti esterni