Fistularia commersonii

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Pesce flauto


Fistularia commersonii

Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Syngnathiformes
Famiglia Fistulariidae
Genere Fistularia
Linnaeus, 1758
Specie F. commersonii
Nomenclatura binomiale
Fistularia commersonii
Rüppell, 1838
Sinonimi

Fistularia depressa

Particolare della testa

Il pesce flauto[1] (Fistularia commersonii Rüppell, 1838), è un pesce osseo marino della famiglia Fistulariidae.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

È diffuso nella fascia tropicale dell'Oceano Indiano e dell'Oceano Pacifico compreso il mar Rosso; da qui è penetrato, attraverso il canale di Suez, nel mar Mediterraneo (migrazione lessepsiana) dove è stato segnalato per la prima volta nel 2000 in Israele[2]; negli anni successivi si è rapidamente espanso raggiungendo la Turchia, l'isola di Rodi[3], Creta, le coste dell'Italia meridionale, anche nel mare di Latina[4], la Sicilia, la Sardegna e le coste tirreniche e adriatiche[5][6], spingendosi sino alle coste della penisola iberica[7].

Vive in acque costiere nei pressi delle scogliere, più di rado su fondi mobili o su praterie di Posidonia oceanica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ha un aspetto caratteristico tipico dei membri della famiglia Fistulariidae, molto sottile, depresso e con mandibole molto allungate unite a forma di tubo e un lungo e sottile filamento che sporge dal centro della pinna caudale. Le pinne dorsale e anale sono poste molto indietro, opposte e simmetriche, piuttosto piccole. Le scaglie sono assenti.

Il colore è olivaceo o verdastro su dorso e fianchi. Può presentare marmorizzature scure sul dorso, soprattutto di notte. Spesso (più di frequente negli individui extramediterranei) il corpo è cosparso di punti o linee azzurro vivo.

Misura fino a 160 cm, la misura media è attorno al metro.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Spesso è gregario e si incontra in banchi ma può anche essere solitario.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si ciba di piccoli pesci, crostacei e molluschi cefalopodi che caccia all'agguato.

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Viene catturato occasionalmente e ha scarsissimo interesse per l'uomo. È comunque commestibile.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mipaaf - Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it. URL consultato il 20 aprile 2018.
  2. ^ (EN) Golani D., First record of the bluespotted cornetfish from the Mediterranean Sea, in J. Fish Biol., vol. 56, 2000, pp. 1545-1547.
  3. ^ (EN) Corsini M., Kondilatos G., & Economidis P. S., Lessepsian migrant Fistularia commersonii from the Rhodes marine area, in Journal of Fish Biology, vol. 61, n. 4, 2002, pp. 1061–1062, DOI:10.1111/j.1095-8649.2002.tb01865.x.
  4. ^ (EN) Azzurro E., Pizzicori F. and Andaloro F., First record of Fistularia commersonii (Fistularidae) from the central Mediterranean, in Cybium, vol. 28, 2004, pp. 72-74.
  5. ^ (EN) Dulčić J., Scordella G. and Guidetti P., On the record of the Lessepsian migrant Fistularia commersonii (Rüppell, 1835) from the Adriatic Sea, in J. Appl. Ichthyol., vol. 24, 2007, pp. 101-102.
  6. ^ Nuove specie in Adriatico: cosa fare come riconoscerle (PDF), in Quaderni Ricerca Marina, vol. 9, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), 2016, p. 8.
  7. ^ (ES) Sánchez-Tocino, L., F. Hidalgo Puertas and M. Pontes, Primera cita de Fistularia commersonii Ruppell, 1838 (Osteichtyes: Fistulariidae) en aguas mediterráneas de la Península Ibérica, in Zoologica Baetica, vol. 18, 2007, pp. 79-84.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Azzurro E., Soto S., Garofalo G., Maynou F. 2012. "Fistularia commersonii in the Mediterranean Sea: Invasion history and distribution modeling based on presence-only records" Biological Invasions 15(5), 977-990. DOI: 10.1007/s10530-012-0344-4;
  • Louisy P., Trainito E. (a cura di) Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo. Milano, Il Castello, 2006. ISBN 88-8039-472-X

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