Fabbrica d'armi di Mongiana

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Fabbrica d'armi di Mongiana
Fabbrica d'armi di Mongiana restaurata
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàMongiana
Coordinate38°30′46.01″N 16°19′13.01″E / 38.512781°N 16.320281°E38.512781; 16.320281
Informazioni generali
Tipocaserma dismessa
Condizione attualesede museale
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Pianta della fabbrica d'armi di Mongiana
Fabbrica d'armi nel 1979 prima del restauro

La Fabbrica d'armi di Mongiana è stata un'armeria del Regno delle Due Sicilie costruita nel 1852. Il progetto s'inseriva nel Polo siderurgico di Mongiana nato nella seconda metà del settecento e sostituì la Fabbrica di canne da fucile costruita durante il periodo di governo francese della Calabria. Fu progettata dall'ingegnere e architetto Domenico Fortunato Savino.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Colonne doriche in ghisa all'ingresso

Il corpo principale della fabbrica è di impostazione classica, con la trabeazione interamente in ghisa, composta da due imponenti colonne di ordine dorico, alte ben 4.80 metri, e dall'architrave istoriato, volute dall'ingegnere Savino come elemento di distinzione, di particolarizzazione e di forza.[1] Nell’atrio di ingresso due colonne e quattro semicolonne, sempre in ghisa, alte la metà di quelle esterne, compongono una serliana “spaziale”. La Fabbrica d’armi costituisce una delle prime testimonianze dell’uso in Italia della ghisa in edilizia.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Quando la fabbrica entrò in produzione forniva annualmente all'esercito borbonico 2000-3000 armi, arrivando fino a 7000-8000 nei periodi di pieno regime. Produceva fucili, pistole e spade.[1]

Fu progettato anche un nuovo tipo di fucile a molla indietro, denominato difatti Mongiana che sostituì il vecchio modello francese 1842. Ignorata e penalizzata dopo l'Unità d'Italia, continuò la sua attività fino alla metà degli anni 1860; successivamente fu declassata ad Officina trasformazioni e infine chiusa.[1]

Oggi[modifica | modifica wikitesto]

Oggi la fabbrica è un luogo da visitare, facente parte dell'Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Calabria, in fase di restauro. Riscoperta alla fine degli anni ’70 in stato di completo degrado, è stata oggetto di un lungo e accurato processo di recupero e nell'ottobre del 2013 è stato ultimato il restauro architettonico con l’allestimento del Museo delle Reali Ferriere Borboniche. Il progetto di restauro dell’ex fabbrica e di allestimento del Museo è stato curato dalla RA Consulting srl.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Danilo, pag.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Danilo, Il ferro in Calabria.Vicende storico-economiche del trascorso industriale calabrese, Kaleidon editrice, agosto 2003.
  • Brunello de Stefano Manno, Gennaro Matacena, Le Reali Ferriere ed officine di Mongiana, Napoli, casa editrice storia di Napoli e delle due Sicilie, 1979.
  • Gennaro Matacena, Architettura del lavoro in Calabria tra i secoli XV eXIX, Edizioni Scientifiche Italiane, 1983

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]