Vai al contenuto

Ergofobia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

L'ergofobia, detta anche ergasiofobia, è una parola derivata dal greco εργον (ergon, lavoro) e φοβος (phobos, paura). Indica una paura anormale e persistente del lavoro o di compiti e incombenze[1][2]. Chi soffre di ergofobia sperimenta una ansietà sproporzionata riguardo all'ambiente di lavoro anche se si rende conto che la sua paura è irrazionale. Questa paura potrebbe essere in realtà una combinazione di varie fobie, come la paura di fallire compiti assegnati o di socializzare coi colleghi.

In ambito nosografico, l’ergofobia non compare come categoria autonoma nel DSM-5-TR, ma rientra tipicamente nello spettro delle fobie specifiche (tipo situazionale) o, talvolta, dell’ansia sociale quando il timore principale riguarda la valutazione da parte di superiori e colleghi. La sintomatologia include iperattivazione del sistema nervoso autonomo (tachicardia, sudorazione, dispnea), condotte di evitamento (assenze, rinvii, procrastinazione), e pensieri catastrofici relativi a prestazione, errori e conseguenze disciplinari. A livello neurobiologico sono ipotizzate iper-reattività dell’amigdala, condizionamento pavloviano a stimoli lavorativi e disregolazione dell’asse HPA, con rinforzo negativo dell’evitamento.[3]

I fattori di rischio comprendono tratti di perfezionismo e nevroticismo, esperienze lavorative traumatiche (mobbing, umiliazioni pubbliche, fallimenti percepiti), comorbidità con disturbi d’ansia, depressivi e dell’adattamento. La diagnosi differenziale deve considerare burnout (prevalente esaurimento emotivo), disturbo d’ansia generalizzata (preoccupazioni pervasive e non circoscritte al lavoro), disturbo ossessivo-compulsivo (evitamento trainato da ossessioni e compulsioni), e PTSD se sono presenti ricordi intrusivi e ipervigilanza legati a eventi lavorativi traumatici.[4]

La valutazione clinica si avvale di colloqui strutturati (es. SCID-5), diari di evitamento, e scale di funzionamento (Work and Social Adjustment Scale, Sheehan Disability Scale). È utile mappare trigger specifici (colloqui con il capo, riunioni, email “urgenti”) e il grado di compromissione in termini di performance, presenteismo e assenteismo lavorativo correlato all’ergofobia.

Il trattamento di prima scelta è la terapia cognitivo-comportamentale con esposizione graduale in vivo/in sensu a compiti lavorativi temuti, ristrutturazione di credenze disfunzionali (es. intolleranza dell’errore), e training di abilità (assertività, gestione del tempo). Approcci complementari includono Acceptance and Commitment Therapy e protocolli per la procrastinazione clinica. La farmacoterapia (SSRI/SNRI) è indicata in presenza di comorbidità ansioso-depressive; le benzodiazepine, se usate, vanno limitate per rischio di dipendenza e interferenza con l’apprendimento dell’estinzione. In ottica di medicina del lavoro, sono efficaci interventi sul contesto: graduali rientri, accomodamenti ragionevoli, job crafting, definizione chiara di ruoli/obiettivi e politiche anti-mobbing. La prognosi è favorevole con aderenza al trattamento e coordinamento tra clinico, lavoratore e datore di lavoro/HR.

Secondo Michael Linden, direttore della clinica psichiatrica della Freie Universität di Berlino, l'ergofobia è classificata come un disturbo d'ansia che può riguardare anche persone che non soffrono di disturbi d'ansia generali. In particolare, i lavoratori che si assentano frequentemente per malattia o si lamentano per l'emicrania provocata dal carico di lavoro possono essere ergofobici. Spesso, ancora secondo Linden, questi disturbi sfociano nell'assenteismo o nel pensionamento anticipato, ma possono portare anche alla paura paranoica di essere sottoposti a mobbing.

Fra i sintomi della malattia si segnalano le crisi di panico, l'ipocondria, le paure o le ansie sociali connesse al lavoro e lo stress post-traumatico.[5]

  1. ^ Eugène Dabout. Diccionario de Medicina: Expresiones técnicas, términos médicos. Editora Nacional, 1947.
  2. ^ Wiley Di Steven M. Kaplan, Kaplan. Wiley's English-Spanish Spanish-English Dictionary of Psychology and Psychiatry. John Wiley & Sons, 1997
  3. ^ santagostino.it, https://www.santagostino.it/magazine-psiche/lergofobia-o-ansia-lavorativa/.
  4. ^ Approvato da Giancarlo Giupponi, Ergofobia: Paura del Lavoro | GAM Medical, su GAM Medical - Centro ADHD e di Psicologia Generale, 29 settembre 2025. URL consultato il 24 ottobre 2025.
  5. ^ (EN) Laborophobia, su medicine.com.my. URL consultato il 10 settembre 2008.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]