Epigrammi (Platone)

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Epigrammi
AutorePlatone?
1ª ed. originaleIV secolo a.C.
Generepoesia
Sottogenerelirica simposiale
Lingua originalegreco antico

Gli Epigrammi di Platone sono 18 componimenti poetici raccolti nell'Antologia Palatina e attribuiti al filosofo ateniese, la cui autenticità è, però, controversa.[1]
Essi si collocano nel quadro della produzione lirica simposiale, pur distaccandosi, nello stile, dalle leggi compositive dell'epigramma, caratterizzandosi invece come produzioni artistiche autonome. Gli argomenti trattati, solo vagamente avvicinabili alla filosofia platonica (e in particolare ai dialoghi erotici, Simposio e Fedro), ruotano attorno ai temi dell'amore, della bellezza, della brevità delle gioie.[2]
Famose figure ricordate negli epigrammi e riconducibili alla biografia platonica includono Dione, figura politica di Siracusa e carissimo amico del filosofo ateniese.[3], o ancora, Fedro e Agatone, personaggi dei dialoghi [4];Saffo, celebrata come decima Musa[5];Aristofane, commediografo descritto come ispirato dalle Grazie[6].
Tra gli epigrammi, il più curioso è forse quello dedicato ad una donna di nome Santippe [7], nome comune tra le donne greche, la più famosa delle quali fu la bisbetica moglie di Socrate: in tal caso, questo epigramma amoroso potrebbe essere in realtà uno scherzo, considerata la sgradevole nomea di cui godeva la donna a cui è dedicato.

Note

  1. ^ D. Del Corno, Letteratura Greca, Milano 1995, pp. 383-384.
  2. ^ G. Guidorizzi, Il mondo letterario greco, Torino 2000, vol. 2/2, pp. 972-973.
  3. ^ L'epigramma III è un lamento funebre per lui.
  4. ^ Menzionati rispettivamente negli epigrammi IV e VI.
  5. ^ Epigramma XVI.
  6. ^ Epigramma XVIII.
  7. ^ Epigramma XVI: "Sono una mela: chi t'ama mi getta / ai piedi tuoi, Santippe. Accetta: presto / cadremo insieme, io e te".