Enterococcus faecalis

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Enterococcus faecalis
Classificazione scientifica
Dominio Prokaryota
Regno Bacteria
Phylum Firmicutes
Classe Cocchi
Ordine Lactobacillales
Famiglia Enterococcaceae
Genere Enterococcus
Specie E. faecalis

Enterococcus faecalis, anteriormente classificato come parte del gruppo Streptococcus, è un cocco Gram-positivo appartenente al genere Enterococcus dalle abitudini commensali del tratto gastrointestinale umano[1][2].

È un fermentatore anaerobico facoltativo del glucosio e non produce una reazione di catalasi a contatto con l'acqua ossigenata. È capace di utilizzare varie fonti d'energia, includendo il glicerolo, l'acido lattico, l'acido citrico, l'acido malico, l'arginina, l'agmatina e vari chetoacidi. Sono capaci di sopportare valori di pH fino a 9.6, alte concentrazioni di sali e sono capaci di resistere anche alla presenza di sali biliari, detergenti, metalli pesanti, etanolo, agli azoturi e ai processi di dissecazione[3].

Crescono in una temperatura compresa tra i 10 e i 45 °C e sono capaci di sopravvivere a temperature di fino 60 °C per massimo 30 minuti[4].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prima del 1984, gli enterococchi erano parte del genere Streptococcus, questo faceva sì che E.faecalis fosse conosciuto con il nome di Streptococcus faecalis.[5]

Nel 2013, una combinazione di temperature denaturalizzanti e tecniche di spettroscopia NMR hanno permesso il completo "srotolamento" della sequenza di genoma responsabile della produzione del repressore omodimerico della proteina CyIR2[6].

Infezione[modifica | modifica wikitesto]

E. faecalis è responsabile di infezioni nosocomiali del tratto urinario, endocarditi e sepsi, questo perché è molto adattabile e resistente a molti tipi di antibiotici, fra i quali Penicillina.

Diagnosi[modifica | modifica wikitesto]

La diagnosi tradizionale non è molto affidabile per la varietà di batteri che si possono incontrare, e si è obbligati a ricorrere a tecniche di Biologia molecolare per formulare in maniera attendibile ed esatta la diagnosi.

Genoma[modifica | modifica wikitesto]

Il genoma di E.faecalis è suddiviso in 3.220.000.000 di coppie di basi azotate capaci di codificare un totale di 3.113 proteine diverse riconosciute.

Small RNA[modifica | modifica wikitesto]

Nel E.faecalis V583 è stato possibile riconoscere varie fasi dello sviluppo metabolico in risposta a fattori di virulenza oltre ad essere stato possibile riconoscere in ben 11 frammenti diversi delle sequenze di segnalazione per la fase di crescita.

Resistenza ad antibiotici[modifica | modifica wikitesto]

E.faecalis è una specie batterica resistente alla maggior parte degli antibiotici comuni usati dall'essere umano, come ad esempio agli amminoglicosidi e all'aztreonam. Questa resistenza è principalmente mediata dalla presenza di geni antibiotico-resistenti presenti nei cromosomi plasmidici[7][8].

La resistenza da parte di E.faecalis alla vancomicina sta diventando sempre più comune[9][10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carolina Vieira de Almeida, Antonio Taddei e Amedeo Amedei, The controversial role of Enterococcus faecalis in colorectal cancer, in Therapeutic Advances in Gastroenterology, vol. 11, SAGE Publications, 1º gennaio 2018, p. 175628481878360, DOI:10.1177/1756284818783606, ISSN 1756-2848 (WC · ACNP), PMC 6044108, PMID 30013618.
  2. ^ Sherris Medical Microbiology, 4th, McGraw Hill, 2004, pp. 294–295, ISBN 0-8385-8529-9.
  3. ^ I. Rocas, J. Siqueira e K. Santos, Association of Enterococcus faecalis With Different Forms of Periradicular Diseases, in Journal of Endodontics, vol. 30, n. 5, 2004, pp. 315–320, DOI:10.1097/00004770-200405000-00004, PMID 15107642.
  4. ^ C Stuart, S Schwartz, T Beeson e C Owatz, Enterococcus faecalis: Its Role in Root Canal Treatment Failure and Current Concepts in Retreatment, in Journal of Endodontics, vol. 32, n. 2, febbraio 2006, pp. 93–98, DOI:10.1016/j.joen.2005.10.049, PMID 16427453.
  5. ^ K. H. Schleifer e R. Kilpper-Balz, Transfer of Streptococcus faecalis and Streptococcus faecium to the Genus Enterococcus nom. rev. as Enterococcus faecalis comb. nov. and Enterococcus faecium comb. nov., in International Journal of Systematic Bacteriology, vol. 34, n. 1, 1º gennaio 1984, pp. 31–34, DOI:10.1099/00207713-34-1-31.
  6. ^ Mariusz Jaremko, Łukasz Jaremko, Hai-Young Kim, Min-Kyu Cho, Charles D Schwieters, Karin Giller, Stefan Becker e Markus Zweckstetter, Cold denaturation of a protein dimer monitored at atomic resolution, in Nature Chemical Biology, vol. 9, n. 4, aprile 2013, pp. 264–270, DOI:10.1038/nchembio.1181, PMC 5521822, PMID 23396077.
  7. ^ Suresh Panthee, Atmika Paudel, Hiroshi Hamamoto, Akihiko Ano Ogasawara, Toshihiro Iwasa, Jochen Blom e Kazuhisa Sekimizu, Complete genome sequence and comparative genomic analysis of Enterococcus faecalis EF-2001, a probiotic bacterium., in Genomics, vol. 113, n. 3, 23 marzo 2021, pp. 1534–1542, DOI:10.1016/j.ygeno.2021.03.021, PMID 33771633.
  8. ^ Harpreet Singh, Satyajeet Das, Jyoti Yadav, Vijay Kumar Srivastava, Anupam Jyoti e Sanket Kaushik, In search of novel protein drug targets for treatment of Enterococcus faecalis infections, in Chemical Biology & Drug Design, vol. 94, n. 4, Wiley, 21 luglio 2019, pp. 1721–1739, DOI:10.1111/cbdd.13582, ISSN 1747-0277 (WC · ACNP), PMID 31260188.
  9. ^ Amyes SG, Enterococci and streptococci, in Int. J. Antimicrob. Agents, 29 Suppl 3, maggio 2007, pp. S43–52, DOI:10.1016/S0924-8579(07)72177-5, PMID 17659211.
  10. ^ Courvalin P, Vancomycin resistance in Gram-positive cocci, in Clin. Infect. Dis., 42 Suppl 1, gennaio 2006, pp. S25–34, DOI:10.1086/491711, PMID 16323116.

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