Eames Lounge Chair

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Eames Lounge Chair
prodotto di disegno industriale
Dati generali
Anno di progettazione1956
ProgettistaCharles Eames
Profilo prodotto
Tipo di oggettoChaise longue
ProduttoreHerman Miller
Prodotto dal1956
MaterialiLegno compensato curvato

Eames Lounge Chair e pouf sono arredi in compensato modellato e pelle, progettata da Charles e Ray Eames per l'azienda di mobili Herman Miller. Sono ufficialmente chiamati Eames Lounge (670) e Ottomana (671), e sono stati messi in commercio nel 1956 dopo anni di sviluppo da parte dei progettisti. È stata la prima sedia progettata per un mercato di fascia alta. Tuttora in commercio, sono considerati un classico del design. Esempi di questi arredi sono parte della collezione permanente del Museum of modern art di New York e di altri musei in tutto il mondo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Eames Lounge Chair apparì la prima volta in pubblico nello show televisivo di Arlene Francis Home show della NBC television network in USA nel 1956.[1] Dopo la presentazione pubblica in televisione venne promossa una campagna pubblicitaria.

Dalla sua nascita la sedia è prodotta dalla Herman Miller in America. Successivamente la Vitra (con la società tedesca Fritz Becker KG) produsse per il mercato europeo. Venne prodotta su licenza per 10 anni nel Regno Unito dalla Hille International LTD dal 1957.

Nella cultura[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Charles and Ray Eames, Eames Lounge Chair, in Home show, YouTube, 1956. URL consultato il 22 giugno 2015.
  2. ^ (EN) What’s The Newest Style Upgrade On ABC’s SharkTank?, su Manhattan Home Design. URL consultato il 17 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2020).
  3. ^ (EN) Shark Tank: New Set, New Guest Sharks!. URL consultato il 17 agosto 2019.
  4. ^ https://www.realityblurred.com/realitytv/2017/10/shark-tank-season-9-new-set-changes/
  5. ^ Lounge chair and ottoman, No. 670 and 671, su mfa.org, 22 luglio 2016. URL consultato il 30 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2017).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]