Eşrefoğulları

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La dinastia del beilicato di Eşref o di Ashraf, in turco Eşrefoğulları[1] fu una dinastia turkmena, che si stabilì in Anatolia, nella regione di Beyşehir, intorno al 1285. Il beilicato scomparve nel 1326.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La città di Beyşehir venne fondata durante il regno del sultano selgiuchide di Rum `Ala 'al-Din Kay er Qubadh. La città venne poi affidata alla famiglia di Esref, un emiro turkmeno incaricato della difesa dei confini occidentali del sultanato. La famiglia acquisì la sua indipendenza proprio all'inizio del periodo noto come l'epoca dei beilicati[2]. Eşref è l'eponimo della breve dinastia che regnerà su Beyşehir, ma sarà il figlio Seyfeddin[3] Süleyman il primo a dichiararsi indipendente.

Nel 1281, dopo la morte dell'Ilkhan Abaqa di Persia, l'Anatolia conobbe un periodo instabile. Il Beilicato di Karaman compì frequenti atti di saccheggio nella regione di Konya mentre Seyfeddin Süleyman fece incursioni da Beyşehir a Konya e Akşehir.[4]

Con l'assassinio di Ghiyâth ad-Dîn Kay Khusraw a Erzincan per ordine di Ahmad Teküder, nel marzo 128[5] al suo ritorno da una visita alla corte mongola[6] e con due figli troppo giovani per regnare, Seyfeddin Süleyman fu nominato reggente dagli Ilkhanidi e giocò un ruolo importante nelle liti tra i contendenti alla successione.

  • Il ragazzo maggiore: sua madre viene mandata a governare la città di Sivrihisar dagli Ilkhanidi che lo uccidono nell'ottobre 1285[6] .
  • Il più giovane : viene mandato dalla vedova di Kay Kâwus II, madre di suo cugino Ghiyâth ad-Dîn Mas`ûd ad Aksaray . Probabilmente è stato assassinato nel gennaio 1286 .

Una volta eliminati questi due pretendenti, i mongoli misero Mas`ûd sul trono. Successivamente Seyfeddin Süleyman giurerà fedeltà e aiuterà Masud II a conquistare il potere contro il suo ultimo fratello Siyawuş.[7]

Seyfeddin Süleyman cambiò il nome di Beyşehir, per Süleymanşehir.[6].

Mübarizüddin[8] Mehmed succedette a suo padre nel 1302. Catturò Akşehir e Bolvadin nel 1314 e accettò la sovranità degli Ilkhanidi.[7]

Solimano II, figlio di Mübarizüddin Mehmed, gli succedette nel 1320. In questo periodo Timurtaş, figlio minore di Chupan, fu nominato governatore dell'Anatolia (1319). Si impegnò a ristabilire l'ordine nella regione. Intorno al 1326, Timurtaş marciò su Beyşehir e uccise Solimano II gettandolo nel lago Beyşehir.[9] Il territorio venne diviso tra i Karamanidi e gli Hamididi.[7]

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

I bey di Beyşehir lasciano dietro di sé alcune opere architettoniche tra cui la Moschea Beyşehir costruita da Seyfeddin Süleyman.

La dinastia[modifica | modifica wikitesto]

Mappa dei beilicati anatolici formati dopo la battaglia di Köse Dağ.
Date Nome Nome turco Figlio di
1280 - 1302 Sayf al-Din Sulayman Seyfeddin Süleyman Eşref Fondatore del beilicato.
1302- 1320 Mubâriz al-Din Muhammad Mübarizüddin Mehmed Süleyman
1320- 1326 Sulayman II Suleyman II Mehmed
1326 Scomparsa del beilicato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eşrefoğulları pluriel turc d'Eşrefoğlu, fils d’Eşref.
  2. ^ Janine Sourdel e Dominique Sourdel, Beyşehir, in Op. cit., p. 157.
  3. ^ Seyfeddin en arabe : Sayf al-Dîn, sayf al-dīn, ar, épée de la religion.
  4. ^ (EN) Nagendra Kr Singh, Ḳarāmān-oghullari, in op. cit.[collegamento interrotto], p. 477.
  5. ^ (EN) Martijn Theodoor Houtsma, Kaikhusraw, Kaikhusraw III, in op. cit., p. 639.
  6. ^ a b c (EN) Charles Cawley, West Asia & North Africa, Chapter 2. Asia Minor. Seljukid Sultans of Rum, su fmg.ac, Foundation for Medieval Genealogy, 2006-07.
  7. ^ a b c (EN) Eşref Dynasty, in Encyclopædia Britannica 2007 Ultimate Reference Suite, Encyclopædia Britannicaª ed., 2009.
  8. ^ Mübarizüddin ou Mübarizeddin de l’arabe : Mubâriz al-Dîn, ar, combattant de la religion
  9. ^ (EN) Esrefogullari Principality, su ozturkler.com. URL consultato il 4 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2005).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Janine Sourdel e Dominique Sourdel, Dictionnaire historique de l’islam, collana Quadrige, PUFª ed., 2004, p. 1056, ISBN 978-2-13-054536-1.
  • (EN) Nagendra Kr Singh, International encyclopaedia of islamic dynasties a continuing series Vol. 4: A Continuing Series, Anmol Publications PVT. LTD.ª ed., 2000, ISBN 978-812610403-1.
  • (EN) Martijn Theodoor Houtsma, T. W. Arnold, A. J. Wensinck, E.J. Brill's First Encyclopaedia of Islam, 1913-1936 (9 volumes), BRILLª ed., 1993, p. 5042, ISBN 978-900409796-4.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]