Domenico Coppi

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Domenico Coppi (Livorno, 1869Prato, 1939) è stato un fotografo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Luigi si trasferì ancora bambino a Firenze. Lavorò come carbonaio e falegname ed entrò in contatto con i fotografi fiorentini Alinari e Brogi. La sua attività di fotografo iniziò a Prato intorno al 1902. Quando i Salvi cessaroro l’attività, nello stabilimento fotografico, Coppi subentrò e si dichiarò “successore di G. Salvi”. Dopo il 1905 si trasferì nei locali di piazza Buonamici. La nuova attività "Fotografia Coppi" venne inaugurata nell’aprile 1905 ed fu destinata a segnare la storia della fotografia a Prato.[1]

Membro del circolo dei Misoduli, Coppi si inserì negli spazi lasciati dai Salvi e puntando sulla novità di un moderno studio fotografico, secondo quanto accadeva da tempo nelle grandi città. L'attività fotografica attrasse i pratesi facoltosi, intenzionati ad avere un ritratto per sé o per la propria famiglia. Coppi eseguì non solo ritratti in studio ma anche fotografie all'aperto, soprattutto nella campagna di Schignano dove possedeva una casa. Fotografò mutilati e invalidi di guerra in gita a Trieste e Venezia, documentando una mostra di tessuti pratesi in Tripolitania. Si dedicò anche ai collage fotografici, ai fotomontaggi e alle stampe eseguite con diversi procedimenti.[1]

Nel 1929 cessò l’attività nello studio di piazza Buonamici a causa di problemi di salute e forse anche dalla concorrenza.[1]

Domenico Coppi ebbe come allievi i futuri fotografi professionisti: Carlo Silli, Adolfo Massai e Alfredo Ranfagni, al quale insegnò il mestiere e al quale la moglie lasciò l’archivio dei negativi, acquisito successivamente dall’Archivio Fotografico Toscano.[1]

Nel 1986 a Palazzo Novellucci, Prato, è stata dedicata una mostra a Domenico Coppi, comprendente anche le sue fotografie stereoscopiche che agli inzi del XX secolo proiettava dal suo studio nella piazza sottostante. La vicenda del fotografo, sia umano che professionale, sono stati trattati approfonditamente dalla rivista AFT - Archivio Fotografico Toscano n. 3, gennaio 1986, con testi di Sergio Romagnoli e Oriana Goti[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Coppi Domenico, su Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 17 marzo 2018.
  2. ^ Oriana Goti, Luciano Magnini, Lirio Mangalaviti, Guido Sansoni (a cura di), Una città nell'obiettivo. Domenico Coppi fotografo a Prato 1900-1940, in AFT - Archivio Fotografico Toscano, settembre 1986. URL consultato il 27 aprile 2024.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]