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Vittorio Bongiorno (grafico)

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Vittorio Bongiorno è un designer e artista napoletano, nato a Napoli il 28 aprile 1942. A lui si attribuisce la ristampa della prima versione originale della Tombola Napoletana nel 1981, chiamata fino ad allora "Bonafficiatella".

Vittorio Bongiorno nasce a Napoli il 28 aprile 1942. Dopo pochi giorni di vita si traferì con la madre, il padre e il fratello a Labin, nell'attuale Croazia. Per sette anni trascorse un'infanzia non semplice, tra alloggi provvisori e campi forzati. Il ritorno nel 1949 in barcone verso Napoli, viene definito da lui stesso "la sua rinascita". Viene accolto dalla nonna nel Rione Sanità ed è proprio da lì che inizia un capitolo nuovo della sua vita.

Il suo primo contatto con la cultura avvenne grazie ad Arturo Pellis, insegnante di tedesco al liceo scientifico Cuoco e poi all'Università degli studi di Napoli L'Orientale. È grazie al suo insegnante che si avvicinò alle filosofie di Schiller e Goethe. Di quest'ultimo ne rimase sempre più affascinato, forse per la forte ammirazione per Napoli e i napoletani che accomunava i due.

Tra le persone che hanno influito sulla cultura e sulla formazione di Vittorio Bongiorno, ritroviamo nomi come Vittorio Russo, filologo e italianista italiano e GianCarlo Mazzacurati, regista, sceneggiatore e attore italiano.

Le sue prime illustrazioni sono del 1958, ancora liceale, per conto delle Edizioni della RAI Radiotelevisione italiana per le lezioni di lingua tedesca alla radio.

Nel 1959 è assunto dall'Alitalia grazie alle conoscenze linguistiche tedesche e inglesi. Ma l'interesse e la passione per la grafica e il design non lo frenano, dunque, contemporaneamente studente universitario e dipendente Alitalia nelle sedi, di Napoli prima e di Milano dopo, produce brochure, depliant e illustrazioni con il suo socio Remo Cassaneti, agenzia Assia di Milano, per la Fargas elettrodomestici.

Il 1963 segna l'inizio di una nuova carriera: affascinato dall'avvento della stampa offset si licenzia dall'Alitalia per sperimentare da protagonista lo sviluppo delle nuove tecnologie facendosi assumere, a volte anche lavorando gratis, in quelli che ritiene i centri più importanti e significativi dell'Europa del tempo, orientati alla rivoluzione tecnologica in corso nel settore della litografia e della comunicazione.

Inizia con lo studio dell'incisione presso il Grafiska Institutet di Stoccolma. Prosegue spostandosi tra Stoccolma e Napoli, intervallando, guidato dall’istinto, con brevi periodi presso tipografie e agenzie in Europa. Tra queste la più significative sono state “AJK” e “Temple & Temple” di Londra, dove esegue anche umili lavori di spuntinatura fotoliti, pur di sentirsi protagonista della transizione verso il nuovo mondo dell’offset e del rotocalco.

Tra il 1964 e il 1972 grandi opportunità lavorative si presentano a Vittorio Bongiorno. Durante gli intermittenti viaggi a Napoli collabora con la Mostra d'Oltremare, Tirrenia Navigazione e gli editori Liguori e Guida per la creazione di depliant, illustrazioni, manifesti, brochure, progetti di Corporate Identity e campagne di comunicazione. Ciò gli permette di avviare importanti relazioni di lavoro per ulteriori committenti di rilievo. Nel 1972 lavora per “Nuova Fotografia”; è l’art director e si incarica della redazione grafica per la rivista nel corso di tutta la sua durata di dodici anni. Da questi anni, Mostra d'Oltremare, Tirrenia, Liguori e Guida sono ora i suoi clienti abituali per illustrazioni, copertine, impaginazioni e creazione di Marchi e logotipi.

Sempre nel 1972 si stabilisce a Napoli e fonda lo Studio grafico “Glue Moon”.

Il 1975 è anno di importanti progetti. Si occupa della Redazione editoriale e grafica per l’agenzia stampa Informedia fondata insieme a Piero Antonio Toma,giornalista e presidente, Attilio Toma, Francesco De Filippo, Andreina Bruno, Antonio Filippetti e Donatella Esposito. Dal 1985 in poi, per Informedia, si incarica anche della produzione di stampati tra cui la rivista Napoli Guide.

Nel 1978 per il Psychotron Bioelectronics Research Institute in Upland, Ca. USA, diretto dal prof. Enzo Iannone e dal prof. Mark O Hara, esegue ricerche sulla persistenza dell’immagine nella memoria e sullo stress emozionale nella percezione visiva e sul design ergonomico degli strumenti.

Nel 1980 nasce l'idea di una versione del gioco della tombola corredata da significati, illustrazioni e diciture in napoletano, italiano e inglese-da-emigrati. Dopo aver effettuato una ricerca accurata fra un numero molto alto e rilevante di napoletani residenti a Napoli, in Italia e all'estero, identifica, sistema e stabilisce quali sono i significati decisamente più diffusi. Questi fino allora erano trasmessi da una generazione all'altra solo per tradizione orale.

Alla normazione seguì la creazione di un prodotto che si affermò col nome di prodotto “Tombola Napoletana” per la prima volta. Prima era semplicemente “tombola”, oppure raramente in dialetto, “bonafficiatella”. Negli anni a seguire conobbe un'inaspettata ricrescita.

Tuttavia, nel 1983 spiacevoli eventi costrinsero Vittorio Bongiorno a sparire per un lungo periodo con la sua famiglia da Napoli, interrompendo la propria produzione mentre le copie dell'originale Tombola Napoletana invadevano il mercato e popolavano ogni angolo di via san Gregorio Armeno.

Tutto ciò, però, non costituì un elemento di scoraggiamento per Vittorio e l'avvento del personal computer intorno alla metà degli anni '80 si presentò come un nuovo motivo di curiosità e passione.

Nel 1986, Bongiorno fu incaricato nella creazione di uno dei pannelli pubblicitario del caffè Moreno sulla facciata del caffè Gambrinus, in occasione della riapertura, per l'agenzia Markam di Guido Mastrantuoni.

Il pannello fa mostra di sé all'angolo di via Chiaia con piazza Trieste e Trento e diventa una firma storica della città caratterizzando l’angolo di strada e il caffè Gambrinus fino al 2021. Oggi l’angolo e l’opera sono presenti in una infinità di cartoline e nelle banche di immagini sul web. Suscita stupore, all’epoca, il fatto che un'illustrazione tanto complessa sia prodotta in digitale.

Nell'anno 1995 la compagnia di telecomuncazioni Omnitel, affida a Vittorio Bongiorno la produzione di un cortometraggio animato a diffusione nazionale su tutte le tv locali italiane per la promozione generica dell’uso del cellulare e per il superamento della diffidenza iniziale verso le antenne sugli edifici. Successivamente, nel 1998 per Omnitel, si occupa della progettazione e cura della stampa di un’ingente e ininterrotta creazione di pubblicazioni e di manifesti stradali “3x6”, basati sull’immagine di Megan Gale. Il gestore telefonico, committente per la progettazione grafica, ha sede commerciale a Napoli e si va sempre più affermando come temibile concorrente di Tim.

L'anno successivo, una nuova opportunità lavorativa si affaccia alla carriera di Bongiorno. Nel 1996, insieme a Piero Antonio Toma fonda la casa editrice "Compagnia dei Trovatori". Bongiorno si dedica sia alle attività di ideazione del nome e del marchio sia di tutte le pubblicazioni e creazione delle copertine.

Nel 1997 rende servizi di consulenza stabile per Tipolit, industria tipografica all'avanguardia per innovazione tecnologica, nel settore della Grafica, Comunicazione e Ricerca e Sviluppo. Collabora in Progetti grafici, editoria, brochure, depliant e calendari.

Insieme a Giuseppe Peluso, nel 1998, fonda la Società “Bongiorno, Peluso e C.” per la progettazione grafica e prodotti stampati.

Nel 2016, Vittorio Bongiorno ritorna nella zona napoletana che più lo ha reso noto, quella di San Gregorio Armeno, e insieme a Flavio Calì, entrambi in qualità di booster di impresa, crea il Brand “Sfogliate e Sfogliatelle” per conto di un gruppo di imprenditrici che hanno costituito la società Viviani srl.

Per “Sfogliate e Sfogliatelle” produce una varietà di materiali grafici che ne definiscono una identità di brand inconfondibile. Il Brand si pone in controtendenza con i tentativi sempre più recenti di modernizzarla e arricchirla con ingredienti sempre più saturi di grassi e derivati del latte. Un brevetto la tiene nei limiti del minor contenuto di grassi, la farcitura originaria che la ha resa famosa fino ad oggi, classica, semplice e buona, è fedelmente rispettata, nella perfetta interpretazione napoletana della dieta mediterranea.

La Tombola Napoletana

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La fase di ricerca

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A Napoli, dal secondo dopoguerra al 1980, la "Bonafficiatella" conobbe un graduale declino perché considerata tradizione ormai sorpassata. Solo gli anziani napoletano dell'epoca conservavano una memoria circa la corrispondenza tra numeri e significati; prima del 1981, nel gioco della Bonafficiatella o Tombola, il significato associato ad un numero specifico era tramandato solo oralmente. Dunque, nel 1980, Vittorio Bongiorno avviò un progetto grafico sulla base di ricerche filologiche, iconografiche e grafiche, seguite da una sistemazione dei materiali raccolti al fine di restituire al popolo napoletano non solo un ricordo e una tradizione, ma anche un riconoscimento sociale, ottenuto, infatti, negli anni con la fama della Tombola Napoletana.

Creazione del prodotto

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Alla normazione seguì la creazione di un prodotto che si affermò col nome di prodotto “Tombola Napoletana” per la prima volta. Prima era semplicemente “tombola”, oppure raramente in dialetto, “bonafficiatella”. Durante l'estate, in assenza di lavoro, le tipografie riciclavano gli avanzi di carte per produrre cartelle e cartelloni per le "riffe" di strada e perché alcune donne nelle vie del centro storico, oppure le mercerie di tutta la città e provincia, le vendessero.

In breve tempo il successo fu enorme e la diffusione si sparse ovunque c'erano dei napoletani, anche grazie alle numerose contraffazioni e imitazioni che quasi subito cominciarono a svilupparsi.

Il prodotto presto rianimò anche via San Gregorio Armeno a Napoli.

Dal dopoguerra in poi, nel nome della modernità, albero, Babbo Natale e nuovi consumi avevano, poco a poco, spento l'interesse per il presepe, per i pastori e per la relativa “strada dei pastori”.

Grazie all’attività energica di don Peppino Piracci, tabaccaio, vero spirito protagonista della strada, e di suo figlio Adamo, il prodotto “Tombola Napoletana” divenne presto il principale punto di richiamo per la novità insieme con un cornicello portafortuna fabbricato a Murano. A quel tempo a Napoli si poteva trovare esclusivamente in dimensioni minime, come gioiello in argento e oro, presso le oreficerie dell'area mercato. Oppure decorava macellerie, alcuni negozi, carrette e camion, nonché qualche “basso” tipico della città, e solo in dimensione di corni reali.

La nuova tendenza al recupero delle tradizioni, la bellezza dei pastori insieme all'abilità degli Artigiani nonché l’enorme quantità di contraffazioni fecero il resto. Da allora in poi per ovvii motivi gli autori delle imitazioni cominciarono ad aggiungere alle proprie copie il titolo di “Autentica”, ”Vera”, “Verace” e “Originale”.

Nel 1983 le minacce, le pretese estorsioni di cifre improbabili da parte di anonimi falsificatori o semplicemente imitatori raggiunsero una pressione eccessiva e Vittorio Bongiorno fu costretto a sparire per un lungo periodo con la sua famiglia da Napoli, interrompendo la propria produzione. Presto soltanto le contraffazioni cominciarono a riempire l’intera strada.

"Mannaggia Bubbà" commenta Vittorio Bongiorno

Per fortuna oggi le imitazioni sono in buona compagnia con sempre più numerosi e originali pastori e presepi e la via si è ripopolata in misura incredibile.