Discussione:Purgatorio - Canto quinto

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Letteratura
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Articolo[modifica wikitesto]

Il V libro del Purgatorio è una suddivisione della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Differenze e analogie, vicende biografiche, condizione ultraterrena, modalità del racconto dei tre personaggi incontrati da Dante.

Dante e Virgilio si trovano nell’antipurgatorio e mentre stanno continuando la salita del monte incontrano un’altra schiera di anime che intona un salmo: “Miserere”. Queste anime appartengono a morti che hanno subito violenza e si sono pentiti solo in fin di vita. Vedendo Dante sono colte prima dalla meraviglia della sua ombra proiettata e poi dal desiderio di sapere il motivo per cui Dante, essendo vivo, si trova nel purgatorio. le anime lo circondano e Dante cede alla tentazione e quindi all'incertezza essendo al centro dell'attenzione. Ma a questo punto interviene Virgilio sostenendo che l'uomo non arriverà mai al suo scopo se resta velleitario,ma deve avere una certa sicurezza che gli permette di andare avanti. Dante inizia a parlare con un primo personaggio: Iacopo del Cassero. Questo nacque a Fano nel 1260 e 1298 partecipò con le truppe alla battaglia di Campaldino, dove probabilmente conobbe Dante. Difesa Bologna, città di cui era podestà (1296-97) dagli attacchi di Azzo VIII, signore di Ferrara. Nel 1298 viene eletto podestà di Milano e per raggiungere la città decide di passare da Venezia via mare e poi proseguire per terra, per evitare i territori dell’avversario. Nonostante ciò, mentre si trovava nel padovano venne raggiunto dai sicari di Azzo VIII e ucciso. Quest’anima chiede a Dante, se passerà per Fano, di ricordare ai suoi parenti di pregare per lui affinché il tempo da trascorrere nell’antipurgatorio finisca. Iacopo racconta inoltre a Dante le vicende e il modo atroce in cui è morto servendosi di molti particolari.

Un’altra anima chiede a Dante di pregare per lei; questa appartiene a Bonconte da Montefeltro e gli augura in cambio di raggiungere la vetta del purgatorio e successivamente Dio. Egli si pone in modo amichevole nei confronti del pellegrino e si presenta, nella sua condizione attuale, come Bonconte. Sottolinea che in vita era appartenuto alla casata dei Montefeltro, ma ora era semplicemente se stesso attraverso la formula “io fui di Montefeltro, io son Bonconte”; è quindi evidente un distacco totale dalla dimensione terrena. Bonconte nacque dal conte ghibellino Guido da Montefeltro (che Dante colloca nell’inferno tra i consiglieri fraudolenti) e partecipò alla cacciate dei Guelfi da Arezzo nel 1287. Ad Arezzo fu a capo dei Ghibellini contro i Senesi. Morì nella battaglia di Campaldino nel 1289, ma il suo cadavere non fu mai trovato. L’anima narra della sua cruenta morte e dell’invocazione a Maria per il perdono dei peccati in fin di vita. Specifica il luogo in cui morì: nel Casentino, nel punto in cui scorre l’Archiano affluente dell’Arno; muore esangue in seguito a ferite ricevute. Questi penitenti sono accomunati dal sangue che segna anche l’atmosfera di estrema violenza di quegli anni. Particolare è il ricordo di Bonconte sulla disputa avvenuta dopo la sua morte tra il diavolo e un angelo: entrambi reclamavano il corpo. In seguito alla sconfitta sul possesso dell’anima da parte del diavolo, questo si vuole vendicarsi sul corpo di Bonconte. Provoca un violento temporale che fa straripare le acque che a loro volta si dirigono verso l’Arno. Il corpo viene così straziato dalla furia della corrente e trascinato affinché le braccia di Bonconte, poste a forma di croce sul petto, si sciolgano.

Una terza anima si sussegue a alla seconda e chiede a Dante di pregare per lei una volta ritornato in terra. Questa è Pia dei Tolomei che enuncia brevemente al pellegrino il luogo in cui nacque, Siena, e in cui fu uccisa, la Maremma. Allude attraverso una perifrasi al suo assassino: il marito. La donna era una nobile di Siena probabilmente appartenente alla casata dei Tolomei morta nel 1297 per mano del consorte, signore del castello della Pietra in Maremma. Sono state avanzate alcune ipotesi sul motivo dell’assassinio: alcuni storici antichi ritengono che Nello dei Pannocchieschi, il marito, l’abbia uccisa per risposarsi con Margherita Aldobrandeschi, secondo altri in seguito all’infedeltà della moglie.

L'unica analogia tra i personaggi è la morte violenta subita e il pentimento avvenuto in punto di morte. Bonconte e Iacopo del Cassero sono entrambi morti in seguito a battaglie o avversioni di altri nobili e manifestano sentimento e coinvolgimento nel raccontare la loro storia a Dante. Il periodo in cui i due hanno vissuto è caratterizzato da lotte per il potere tra i vari signori che causarono numerose repressioni verso i nemici. Al contrario Pia dei Tolomei assume un tono recriminatorio verso il suo uccisore, sembra infastidita dal fatto che prima egli la prese come sposa e successivamente la uccise. L’atteggiamento della donna nel raccontare la propria storia a Dante è distaccato e freddo, come a sottolineare il suo completo distacco dalla vita e dal mondo terreno.

Discussione[modifica wikitesto]

Ho inserito questa voce nella categoria:da controllare perché - inserita da utente appena registrata - mi sembra ripresa se non da internet da qualche testo. Inoltre la Divina Commedia è sviluppata in altre sezioni di Wikipedia oltre che su Wikisource. Non son sicuro che questo articolo rispetti la prassi. - Twice25 · "TW25 / discussioni" · mordi il server, segui il flusso Icona del wiki-love 17:02, Feb 8, 2005 (UTC)

Nel frattempo la voce è stata proposta per la cancellazione. ary29 22:03, Feb 15, 2005 (UTC)

Vorrei far notare che, se l'inserto è preso da qualche altro testo, mi pare improbabile che esso sia copiato. Si nota infatti (purtroppo) il tipico errore di sintassi di molti altri interventi, che consiste nella mancanza di ogni "consecutio temporum" narrativa: si comincia col "presente storico", poi si passa al passato remoto, poi all'imperfetto. Per non parlare delle concordanze di genere: prima si parla dell'anima (femminile), poi diventa un personaggio (maschile), e così via dicendo... Insomma, mi pare evidente che è almeno "trascritto". Sui contenuti, non mi pare che vi sia molto da criticare: certo, fare un'operazione simile per ogni canto è un lavoro terribile, ma se qualcuno se la sente. Bisognerebbe solo pubblicare una grammatica in pillole, o un piccolo manuale di stile.

Ermetis 15:53, Feb 18, 2005 (UTC)

Pia de' Tolomei[modifica wikitesto]

Non sono d'accordo con la frase "Al contrario Pia dei Tolomei assume un tono recriminatorio verso il suo uccisore, sembra infastidita dal fatto che prima egli la prese come sposa e successivamente la uccise." proposta nell'analisi del personaggio stesso. Penso che la donna non sia infastidita ma tutto il contrario; è infatti importante notare come lei non menzioni nella sua unica terzina la causa della sua morte, ma invece il momento felice del suo matrimonio, non sembra quindi adirata contro il marito(anche perchè lei qualche peccato deve pur averlo commesso contro il marito per ritrovarsi in Purgatorio). Si tratta comunque di un'interpretazione diversa che non per forza è da considerarsi la migliore.