Discussione:Luca di Demenna

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Anno di morte[modifica wikitesto]

L'articolo parla di una data di morte nel 993 (non documentata), in contraddizione con quella del sito santi e beati che parla del 995. Chi ha ragione ? --Gmelfi (msg) 19:30, 3 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Non ho idea di chi abbia ragione, ma, banalmente, leggo sulla statua di Alcara la data 993. --Beatrix (msg) 22:06, 3 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Due santi diversi?[modifica wikitesto]

La voce attualmente riporta come data di morte (e come data di commemorazione, in quanto fissata al dies natalis) il 13 ottobre (993); la stessa data è confermata da questo lemma del Dizionario Biografico degli Italiani. Santi&beati riporta invece morte e commemorazione al 5 febbraio (995); la commemorazione è a questa seconda data anche qui. Da alcune fonti cartacee reperite su gbook, ad esempio questa e questa, mi pare però di capire che i santi siano due, confusi tra di loro. C'è modo di risolvere questa faccenda? Qualcuno riesce a reperire fonti in proposito? --Syrio posso aiutare? 13:22, 25 ago 2016 (CEST)[rispondi]

Ho guardato un po' in giro, ma sembra che tutti parlino di Luca di Demenna o d'Armento (identificazione), anche la Bibliotheca Sanctorum, che però lo dice morto il 5 febbraio 995.--Croberto68 (msg) 14:39, 25 ago 2016 (CEST)[rispondi]
Il santo morto nel 993 sembra avere anche il nome di Luca di Carbone (qui). Secondo la Bibliotheca Sanctorum, fu Emilio Santoro, autore del Chronicon Carbonense, che nel Seicento per primo confuse (identificandoli) il fondatore del monastero calabrese con il santo siciliano.--Croberto68 (msg) 14:48, 25 ago 2016 (CEST)[rispondi]
Dal sito www.santiebeati.it, che mi è sempre parso molto attendibile:

«San Luca di Demenna o d'Armento - m. 5 febbraio 995
Martirologio Romano: In Basilicata, san Luca, abate secondo gli insegnamenti dei Padri orientali, che condusse un’intensa vita monastica dapprima in Sicilia, sua patria, poi in vari luoghi in seguito all’invasione dei Saraceni, per morire infine presso Armento nel monastero dei santi Elia e Anastasio del Carbone da lui stesso fondato.
E. Santoro lo fece nativo di Tauriana in Calabria, figlio di Giovanni e di Tedibia e fratello di s. Fantino (uno dei maestri di s. Nilo al Mercurion), inducendo in errore F. Ferrari, A. Agresta, G. Fiore, D. Martire e altri scrittori.
In realtà s. Luca nacque in Sicilia, a Demenna (Castrogiovanni), e fu avviato all'ascesi basiliana nel monastero di S. Filippo d'Agira dove si formarono anche altri famosi monaci greci del sec. X.
Per sfuggire alle vessazioni dei Saraceni, che avevano conquistato l'isola attraversò lo stretto e andò a mettersi sotto la disciplina di s. Elia Speleota di Reggio. Ma ben presto anche la zona dell'Aspromonte divenne meta delle incursioni saracene, per cui egli prese la via del Nord fino a raggiungere la famosa eparchia monastica del Mercurion, ai confini tra Calabria e Lucania, meta di tutti i santi italo-greci del sec. X.
Fondò una laura nel territorio di Noia (Noepoli), dove restaurò la cadente chiesa di S. Pietro e dimorò con i suoi discepoli per sette anni, praticando il piú rigoroso ascetismo e dandosi ai lavori dei campi, sí da cambiare il deserto in giardino. Desideroso di maggiore solitudine, passò nel territorio di Agromonte, presso il fiume Agri, dove restaurò il monastero di S. Giuliano. Prestò la sua opera di cristiana carità ai soldati feriti nel conflitto tra i Saraceni e i Tedeschi di Ottone II; fortificò il castello di Armento e la chiesa della Madre di Dio, lasciandone la custodia ai propri discepoli. Di qui ebbe origine intorno al 971 il celebre monastero dei SS. Elia ed Anastasio del Carbone, che divenne il quartiere generale di s. Luca sia come baluardo fortificato contro le incursioni dei Saraceni, sia come palestra dei molti miracoli, che egli vi operò. Qui Luca morí assistito da s. Saba di Collesano il 5 febbraio 995 e fu sepolto nella chiesa del monastero, dove ebbe culto pubblico.»

. Quindi è lo stesso santo.--Il TuchinoAmo la Pace, non fatemi la guerra! 15:30, 25 ago 2016 (CEST)[rispondi]

Invece a me, come traspare dal secondo intervento di [@ Croberto68] (mi corregga se sbaglio), pare proprio che i santi siano due. Santi&beati coglie il fatto che Santoro fece confusione, ma fallisce comunque nel distinguere le due figure, limitandosi a constatare che Santoro cambiò i dati anagrafici del santo senza un'apparente ragione. --Syrio posso aiutare? 16:57, 25 ago 2016 (CEST)[rispondi]
Cfr anche qui, qui, qui. --Syrio posso aiutare? 17:43, 25 ago 2016 (CEST)[rispondi]
Allora, con certosina pazienza sono anche riuscito a ricostruire le pp. 136, 137, 138, 139 e 141 (la 140 sembra saltare) de La Calabria sacra e profana: 1: Biografia degli uomini illustri nati, od in qualsivoglia modo venuti a dimorare, o di passaggio, in Calabria, che è il testo del primo link del mio intervento precedente, ecco qui; l'autore prima riporta l'agiografia "comune" redatta da Santoro, e poi espone i suoi dubbi suoi sostenendo la distinzione tra i due santi. Io intanto sto ancora cercando di capire quale dei due ha fatto la tal cosa e quale la tal altra.--Syrio posso aiutare? 20:21, 25 ago 2016 (CEST)[rispondi]

Ricapitolando[modifica wikitesto]

Dopo averci lavorati un po' in sandbox, ho aggiornato questa pagina e creato quella su san Luca di Carbone; le fonti in anteprima parziale da google books le potete trovare ricostruite (quasi) integralmente su postimage: Fonseca&Lerra, Alessio jeromonaco, Migliacci. Ho scartato diverse fonti che confondevano ancora i santi, che sono diversi per i motivi molto ben spiegati nel libro di Fonseca&Lerra. La data di morte di Luca di Demenna è il 984 e non il 993 (spiegazione nella nota in voce); l'altra data di morte, il 5 febbraio 995, è riportata da un certo numero di fonti (inclusa la Bibliotheca Sanctorum) ma non so da dove venga fuori (apparentemente non è quella usata da Santoro, che cita il 13 ottobre 993); comunque non è quella riportata sulla Vita di Luca di Demenna, e confligge con le date riportate da Alessio riguardo a Luca di Carbone, quindi l'ho ignorata. --Syrio posso aiutare? 17:15, 30 ago 2016 (CEST)[rispondi]