Discussione:Femminicidio/Archivio1

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pagina sbilanciata[modifica wikitesto]

sarà anche una "raccolta di POV contrapposti" ma io vedo solo istanze femministe - guardate i link esterni solo esclusivamente sulla posizione femminista, pertanto non ritengo la pagina equilibrata. Anonimo

se vuoi sostenere il tuo punto di vista secondo le regole di Wikipedia dovresti come minimo firmarti e non andare a scrivere in cima alla pagina modificando il titolo della discussione in modo da distorcere il senso di quanto detto nel corso del tempo dagli altri Utenti - Hammer_654 msg

Voce da migliorare. Manca la dimensione che assegna al termine Diana E. H. Russell e le successive evoluzioni. Va descritto il fatto che il concetto sia stato adottato anche da istituzioni e riconosciuto a livello giuridico in alcuni Paesi. Servono fonti e qualcun* che abbia tempo per scrivere. --Rhockher 01:48, 10 feb 2012 (CET)[rispondi]

andrebbero pure inserite le critiche ad un reato legato all'identità di geenre, perchè discriminatorio. Perchè punire con maggiore severità la violenza contro le donne, e non verso gli omosessuali, i diversamenti abili o le persone di etnia diversa? oppure perchè l'omicio di una donna deve meritare una pena maggiore di quello di un altro essere umano? il dibattito fra i giuristi esiste e ne va dato conto. Le leggi sull'omofobia in casi di gravi lesioni fisiche personali hanno ad esempio sanzioni penali e pecuniarie molto più lievi di quelle previste per la violenza sedssuale sulle donne, o proposte per il femminicidio.-marco

Credo che il problema nasca dal fatto che in Italia questo termine viene inappropriatamente usato per indicare qualcosa di ben diverso (indica in maniera inappropriata ciò che altrove è noto come "Omicidio motivato da maschilismo") Penso che la voce dovrebbe riguardare la sola definizione data da Diana Russell, anzichè lasciarsi influenzare dalla politica italiana. Sarebbe bene poi mettere un disambigua o una sezione in cui si specifica che il termine viene erroneamente usato in politica e da certi massmedia per indicare omicidi di donne uccise in un contesto di "Violenza maschilista" e mettere un link quella voce, che andrebbe creata e dovrebbe, quella sì, contenere tutte le informazioni attualmente presenti nella voce Femminicidio che si riferiscono al fenomeno attualmente dibattuto in Italia. 79.40.93.99 (msg) 10:32, 18 lug 2013 (CEST)[rispondi]

Il termine viene usato inappropriatamente in senso popolare o nei media, ciò non vuol dire che lo sia negli studi di settore, a livello accademico e da parte di chiunque si interessi seriamente al problema. La "violenza maschilista" comunque è forse parte di quella matrice culturale che può portare al femminicidio, per cui non vedo un errore catastrofico della politica o dei mass media in quei casi. Ittakezou0 (msg) 13:13, 4 ago 2013 (CEST)[rispondi]

Citazione da cancellare[modifica wikitesto]

Propongo di cancellare il dato dei femminicidi 2012 proposti da Case delle donne di Bologna in quanto errati e confutati dalla fonte stessa usata dalla Casa delle donne che è http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/ nonché presenti nel paragrafo successivo. Non è auspicabile continuare a foraggiare l'ignoranza sui dati veri da parte dei media che usano questi numeri.

non ritengo giusto cancellare i dati di Casa delle donne di Bologna sui femminicidi in quanto sono gli unici disponibili sul fenomeno in Italia, ancorchè parziali in quanto provenienti da una ricerca sulla stampa. Inoltre leggendo il rapporto dell'associazione da nessuna parte si evince che questa faccia riferimento ai dati del blog bollettino di guerra, il quale, per inciso, porta avanti una ricerca differente da quella di Casa delle donne. I dati quindi dovrebbero essere riportati per dovere di informazione, ma con le dovute cautele e precisazioni sui i limiti dell'analisi fatta da Casa donne. Non è giusto infatti oscurare un fenonmeno solo perchè non esistono statistiche delle Istituzioni in merito. - Hammer_654 msg

Car* ho aggiusto il dato in quanto le vittime collaterali vanno aggiunto al dato indicato del femminicidio.

Il numero è sbagliato, è chiaro? Con quale criterio è stata eliminata la sezione compilata da hommequirit che spiega l'equivoco sui numeri? In nessun caso è possibile includere nelle vittime di femminicidio chi non sia stato ucciso per tale ragioen o le vittime collaterali, o i bambini e gli uomini. Quindi il numero di donne uccise per femminicidio nel 2012 è 75 e chi non ha ben chiara la questioen si vada a spulciare, contabilizzandoli, i numeri di bollettino di guerra. In aggiunta cancellerò anche questa frase, assdurda e indimostrata in quanto la cronaca riporta SEMPRE qualsiasi omicidio avvenga, così come la questura li contabilizza necessariamente: "Tale metodologia fa supporre a una forte sottostima del dati in quanto solo una parte degli omicidi sono riportati dalla stampa."

--Hommequirit (msg) 10:31, 23 ago 2013 (CEST)[rispondi]


Non mi sembra possibile sostenere che non esistono altri dati disponibili sul fenomeno in Italia, visto che esiste da tempo la raccolta di dati di mortalità per omicidi, divisi per genere, raccolta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per tutti i paesi europei, attiva fin dal 1970, sotto il nome di "Health for All" Database. In questa banca dati si trovano anche i dati italiani.
Purtroppo non sono sufficienti perché non tutti gli omicidi di donne sono necessariamente classificabili come femminicidi. Quei dati dunque dovrebbero essere un punto di partenza, ma non possono essere usati così come sono per valutare il fenomeno. Al massimo si può dire che il numero di omicidi di donne riportato è, per ovvi motivi, il massimo possibili dei femminicidi e quindi avere un'idea del "caso peggiore". Ittakezou0 (msg) 13:06, 18 ago 2013 (CEST)[rispondi]

Affermazione insostenibile: se non ci sono i dati di cosa stiamo parlando? Su che base Rashida Manjoo avrebbe scritto il suo rapporto? Il punto è che i dati sono sufficienti per lei e per noi e siccome nel suo rapporto i dati non ci sono, su cosa può essersi basata? Ancora una volta è una petizione di principio: si dà per dimostrato ciò che va dimostrato. Quanto ai dati della Casa delle donne: Bolelttino di guerra non fa un lavoro diverso, fa lo stesso lavoro. Anzi, lo fa solo lui in quanto la casa delle donne di bologna non rendiconta i casi di femminicidio traendoli dalla cronaca quotidiana. Quindi da dove estrae il dato? Poiché io ho confrontato i due dati (bollettino vs Casa delle donne) ho scoperto che la seconda ha preso il dato del primo pari pari. Con la differenza che mentre Bollettino di guerra includeva le vittime maschili e collaterali, compresi i bambini, la casa delle donne non ha riotccato il dato. Perciò è bene ripristinare uan versione dove gli equivoci che sono sfociati in un allarmismo mediatico di portata sociologica e psichiatrica sono evidenziati in una sezioen a parte. Anche qui modifecherò sostanzialmente la voce, riportandola su binari più corretti. Se la voce è oggetto di discussione è bene evidenziare nel contenuto le posizioni in gioco, nonché l'inaffidabilità delle fonti e da qui l'esigenza di un monitoraggio del fenomeno che non può essere lasciato in mano ad associazioni interessate. --Hommequirit (msg) 10:17, 23 ago 2013 (CEST)[rispondi]

Quale sarebbe il vero significato del termine femminicidio?[modifica wikitesto]

All' inizio della pagina si legge:

"Il termine femminicidio, o femicidio, si riferisce alle violenze che vengono perpetrate dagli uomini ai danni delle donne in quanto tali, ossia in quanto appartenenti al genere femminile"


dopodichè si parla di tutt' altro e si mette l' accento sugli omicidi legati a motivi passionali. Che senso ha tutto ciò?


Non capisco....i casi di omicidio di donne in cui il movente è l' odio nei confronti del genere femminile sono rarissimi e da imputare esclusivamente a psicopatici e serial killer.

Che siano rari in Italia magari sì, nel senso che può essere vero che le condizioni che preludono al femminicidio non portano che "raramente" al femminicidio, cioè alla morte della donna. Ma la distinzione tra un omicidio di una donna e il femminicidio sono proprio legate a un certo tipo di cultura (non riassumibile con la sola misoginia), che, volendo rimanere anche solo in Italia, è ancora molto vivo, specie nel sud. La definizione del termine deve prescindere dalle statistiche e dai numeri: descrive un "fenomeno" particolare, con certe caratteristiche peculiari e che sia "inesistente" in Italia o meno è irrilevante e anche se diventasse nel mondo trascurabile, la ragion d'essere del termine, così come dato dalla Russell e ricordato anche dall'accademia della Crusca, non cesserebbe di esistere. Ittakezou0 (msg) 13:23, 4 ago 2013 (CEST)[rispondi]


infatti ..secondo me il termine femminicidio indica piu omicidi a scopo passionale,piu che l'omicidio a scopo di odio verso il genere femminile!

Beh, l'omicidio a scopo passionale esiste anche da parte della donna nei confronti dell'uomo, o tra appartenenti allo stesso sesso (entrambi i sessi). Non vi e` motivo alcuno per cui il solo omicidio da parte dell'uomo nei confronti della donna debba essere considerato qualcosa di diverso o piu` grave Davide


Penso anche io che vada fatta distinzione. Omicidio= uccisione di una persona (uomo o donna). Femminicidio (è più specifico) = Nella società moderna viene percepito come "uccisione di una donna per mano di un uomo che ha manie di possesso" In realtà "Femminicidio" pare essere invece (come ho letto poco sopra) assassinio di una donna in quanto è donna. (con movente il solo fatto che è donna. es: per mano di serial killers psicopatici).

No, l'espressione "omicidio di una donna in quanto donna" è più largo e va compreso innestandolo in una cultura di riferimento, in cui vivono persone "normali", non serial killer psicopatici. Ittakezou0 (msg) 13:23, 4 ago 2013 (CEST)[rispondi]

Forse se parliamo di casi in cui l'omicidio è a scopo passionale e, nello specifico, il tipico caso dell'uomo che considera la donna come oggetto "di sua proprietà" (il concetto di possesso e relativa ossessione) e infine la uccide, il termine femminicidio non è molto idoneo. In Spagna s'usa il termine "Violenza machista", che racchiude i casi di violenza e di omicidio di stampo maschilista e mi pare più corretta come espressione. Credo che andrebbe cambiato il nome della voce in "Violenza maschilista" oppure "Omicidio sessista". "Femminicidio" è termine grottesco e inadatto, oltre che insensato e controproducente (produce ulteriore divisione e discriminazione, fa più danni che bene, inoltre nasconde il fatto che il vero problema è la violenza maschilista) Spero d'aver dato qualche valido spunto. 79.40.93.99 (msg) 10:06, 18 lug 2013 (CEST)[rispondi]


Chiediamolo al dizionario[modifica wikitesto]

Secondo il vocabolario Devoto-Oli 2013, femminicidio è: "Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte" (Devoto, Oli, Il Devoto-Oli, Vocabolario della lingua italiana, Le Monnier, 2013). Potremmo partire da qui per una definizione più chiara.


--SaraCamilla (msg)


mah, pare in netto contrasto col significato originale (vedi esempio dei serial killer psicopatici, citato più sopra), sembra più condizionato da eventi recenti che altro. Pare che "Le Monnier" abbia qualche problema di 'localismo' e 'recentismo' :) 79.40.93.99 (msg) 10:06, 18 lug 2013 (CEST)[rispondi]

aggiungo:
SaraCamilla, la definizione che hai postato è perfetta per definire "violenza maschilista", penso che andrebbe messa in quella voce, se e quando verrà creata (vedi sezione Scorporo, più sotto).
Mi pare assurdo che "Le Monnier" dia proprio questa definizione a "femminicidio", in quanto il termine indica una tipologia di omicidio, mentre la definizione abbinata si limita a parlare solo di violenza.
Per lo stesso motivo è particolarmente insensato (nel contesto di un omicidio) il pezzo "per perpetuare la subordinazione e l'identità ... " perchè quando qualcuno muore non è possibile 'perpetuare la subordinazione'.79.40.93.99 (msg) 18:31, 18 lug 2013 (CEST)[rispondi]


a voi parrà pure assurdo che un dizionario abbia dato quella definizione, ma sul sito dell'Accademia della Crusca di definizioni tipo quella di Le Monnier ne sono riportate tantissime. Invito perciò tutte le persone interessate a scrivere una pagina equilibrata sul Femminicidio (fenomeno correlato ma non assimilabile alla violenza maschilista) a leggersi quest'articolo per documentarsi http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/femminicidio-perch-parola - Hammer_654 msg

Non mi ero accorto che avevi già postato l'articolo della Crusca. Penso che sia illuminante in questo contesto e che si potrebbe modellare la voce di Wikipedia sui contenuti di quella risposta. Ittakezou0 (msg) 13:49, 4 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Non vedo come possa c'entrare l'Accademia della Crusca o un dizionario generale come il Devoto-Oli nella definizione di "femminicidio". Questo termine è nato negli anni '90 negli ambienti della criminologia, ideato da criminologhe femministe. Quindi è un termine tecnico, che poco ha a che vedere con la lingua corrente, e quindi il suo significato dovrebbe essere ripreso dai manuali di criminologia. Questo termine inoltre ha poco a che vedere con il corrente uso mediatico di giornalisti ignoranti che vedono ad ogni omicidio di donna come un "femminicidio". Femminicidio è solo l'uccisione della donna in quanto donna, non ogni omicidio di persona di sesso femminile, come invece propugnano la televisione ed i giornali italiani. Considerare il "femminicidio" come la "versione femminile dell'omicidio" vuol dire stravolgere gli intenti di quelle studiose femministe che ne hanno ideato la parola non come ulteriore discriminazione verso le donne, ma con l'intento opposto di identificare quei casi in cui un omicidio (perché un "femminicidio" è comunque un omicidio: una donna è sempre un essere umano, un homo sapiens) sia stato causato da odio verso il genere femminile (proprio come un "genocidio" è l'uccisione di una genìa, di una popolazione per motivi razziali e non semplicemente una strage di uomini). Badiamo bene quindi di chiarire l'abuso di questo termine da parte dei media italiani. --79.45.32.150 (msg) 16:56, 19 set 2013 (CEST)[rispondi]
La risposta di cosa c'entri è nell'articolo stesso, una volta letto, e poi nel fatto che questa è una voce, che è una parola, di una “enciclopedia”, e quindi, se ci fossero accezioni diverse del termine, una popolare e una tecnica, non dovrebbe ignorarle. Ittakezou0 (msg) 23:57, 28 giu 2018 (CEST)[rispondi]

Fonte Global Study on Homicide[modifica wikitesto]

Vorrei far notare che nell'intero documento citato non si parla nè di femminicidi (in inglese femicide) nè tantomeno di maschicidi. Il rapporto citato non è uno studio sulla voce in discussione, ma sugli omicidi in generale e quindi non credo dunque che sia appropriato citarlo, o almeno non in questo modo poco chiaro.

--SaraCamilla (msg

Propongo di togliere la parte del paragrafo che cita quel rapporto perchè 1) non parla dell'argomento di questa pagina e 2) non è enciclopedico. Se dei dati generali possono essere utili a chiarire e quantificare il fenomeno, un'analisi come quella riportata nel paragrafo in questione è superflua. - Hammer_654
ho provveduto ad eliminare la parte in questione in quanto nessuno dal 13 giugno ha avuto da obbiettare sulle motivazioni fornite in merito in questa discussione. - Hammer_654

L'analisi porta il numero effettivo di omicidi per genere su un buon numero di nazioni e permette di capire bene l'entita` del fenomeno.

Affermazioni inammissibili: lo studio ONU citato a pagina 62 analizza gli "Intimate partner/family-related murders", quindi è a tutti gli effetti uno studio pertinente alla voce e va doverosamente citato. Inoltre il fatto che vi siano tabelle e dati che permettono deduzioni e analisi assenti nel riassunto che di quei dati dà l'articolo NON VUOL DIRE ASSOLUTAMENTE che quel contenuto sia non enciclopedico. Ergo provvederò a ripristinare il paragrafo originario così come l'avevo scritto. Infine è assurdo eliminare il confronto tra PAesi visto che l'ONU, anche quest'anno (2013), fornisce la tabella sugli omicidi divisi per sesso. E, prendendo gli omicidi con vittime femminili, mi spiegate di cosa muoiono le donne in tali omicidi? Siete d'accordo spero nel dedurre che i femminicidi possono essere solo un numero uguale o minore degli omicidi totali con vittima femminile? Capite quindi perché la tabella è fondamentale e il confronto tra nazioni lecito? Ripristinerò anche quella tabella se nessuno obietterà qui prima di una settimana. - Hommequirit --Hommequirit (msg) 10:04, 23 ago 2013 (CEST)[rispondi]

Il paragrafo sull'ONU è pretestuoso e non è rilevante per la voce in questione, dato che parla di omicidi, come è già stato fatto notare più sopra. Il femminicidio non è l'uccisione di una donna e non riguarda solo l'uccisione per mano del partner, è un fenomeno più ampio. A mio parere andrebbe cancellato. - Akiko1982

Classificazione della voce[modifica wikitesto]

Ritengo la voce sia da classificare sotto il settore Diritto e non sotto il settore Sociologia --renzotre (msg) 18:36, 9 lug 2013 (CEST)[rispondi]

Mi pare assurdo, visto che l'omicidio è omicidio a prescindere.
Femminicidio (sia il termine sia il fenomeno vero e proprio, ovvero la Violenza maschilista ) è fenomeno sociale e non mi pare ci sia legge in merito al reato specifico, per quello c'è già la legge sull'omicidio 79.40.93.99 (msg) 10:08, 18 lug 2013 (CEST)[rispondi]
Contrario Concordo con l'IP e da «giurista» mi auguro non debbasi mai procedere a simile categorizzazione. --Erinaceus (msg) 12:42, 15 mar 2014 (CET)[rispondi]

Movente e parallelo con altre definizioni[modifica wikitesto]

Essendo il delitto mosso da motivi sessisti e dall'idea di "possesso" della donna che certi uomini maturano vivendo in una società patriarcale, direi che il termine ideale per la definizione del fenomeno la possiamo trovare prendendo esempio da altri casi simili, ad esempio il caso del razzismo.
Quando un delitto è causato da sentimenti razzisti esso viene detto "Omicidio a sfondo/movente razziale".
Ebbene credo che seguendo identica logica andrebbe mantenuto Femminicidio come redirect alla voce e il titolo andrebbe cambiato nel più idoneo "Omicidio a sfondo/movente maschilista".
Questa espressione, a differenza di femminicidio, esplicita da subito l'origine dell'omicidio evidenzianto infatti le cause ovvero il problema che è all'origine di tale violenza e dello stesso atto criminale.79.40.93.99 (msg) 10:17, 18 lug 2013 (CEST)[rispondi]
Non mi pare sensato. C'è una letteratura (forse piccola, ma significativa) che usa già il termine femminicidio nell'accezione della Russell. Vivono altre accezioni, più generiche, che si rifanno magari solo all'etimologia, ma penso che vadano intese come marginali. Una voce le deve tenere in considerazione, ma nello stesso tempo deve dare il giusto spazio all'uso "tecnico" della parola. Ittakezou0 (msg) 13:35, 4 ago 2013 (CEST)[rispondi]

proposta di scorporo voce[modifica wikitesto]

Come ho già scritto qui e spiegato in altri post in questa discussione.
in sintesi:
Lo scorporo potrebbe consistere nello spostamento di tutte le informazioni presenti in voce che fanno riferimento al fenomeno attualmente dibattuto in Italia, ovvero la "violenza maschile/maschilista" o "omicidi a sfondo maschilista" in una apposita pagina "Omicidi a sfondo maschilista".
Poi si potrebbe mantenere nella voce "Femminicidio" solo ciò che concerne la definizione data da Dana Russell (omicidio misogeno che prende di mira le donne in quanto tali) e inserire link/disambigua ben in vista che puntino a "Omicidi a sfondo maschilista", comprendendo in voce la spiegazione "il termine è spesso impropriamente usato in riferimento a Omicidi a sfondo maschilista".
che ne dite? 79.40.93.99 (msg) 10:41, 18 lug 2013 (CEST)[rispondi]

Avrebbe senso.

Chiediamolo all'Accademia della Crusca[modifica wikitesto]

Cosa hanno da dire studiosi dell'Accademia della Crusca sul termine femminicidio? Femminicidio: i perché di una parola, visto che vanno un po' oltre l'analisi dell'uso e dell'evoluzione del termine, penso che sia interessante per migliorare la voce.

Vale anche la pena leggere o rileggere quanto dice la Russell -- Ittakezou0 (msg) 13:30, 4 ago 2013 (CEST)[rispondi]

Aggiungo: se qualcuno ha letto o possiede questo libro o altri simili, è il benvenuto in questa "discussione". Ittakezou0 (msg) 14:02, 4 ago 2013 (CEST)[rispondi]

Osservazione[modifica wikitesto]

Signori, ma veramente stiamo prendendo come fonte per dimostrare che il termine "femicide" fosse usato gia' prima del 1992 (e non sia dunque un neologismo la cui natura e' tutta da stabilire) un libro che si intitola "A satirical view of London at the commencement of the nineteenth century, by an observer"??? Magari e' un libro serissimo, ma il titolo mi fa essere fortemente dubbioso. Chi lo ha inserito come fonte, puo' chiarire, per favore?--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 22:32, 26 feb 2014 (CET)[rispondi]

Aggiungo un'altra osservazione di ordine etimologico. Non so perche' il Devoto-Oli utilizzi quella definizione, ma e' certamente impropria. "femminicidio" e' un termine certamente derivato dal latino "foemina caedo", dove il significato di "caedo" non e' certamente quello di coercizione, ma di uccisione. Per poter citare il Devoto Oli come fonte, addirittura in incipit, occorrerebbe che tutti i dizionari maggiori concordassero intorno alla stessa definizione, cosa che evidentemente non e'.--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 22:43, 26 feb 2014 (CET)[rispondi]
Quello che penso della voce in toto lo puoi leggere nell'avviso che ho messo. Dipendesse da me sarebbe cancellata da un pezzo, altro che preoccuparsi di una fonte balorda... --Cotton Segnali di fumo 00:56, 27 feb 2014 (CET)[rispondi]
Cotton, sono d'accordo con te. Fosse per me, inserirei un template E quanto meno. Non l'ho ancora fatto perché voglio vedere se quella che è per me attualmente un'accozzaglia di POV e inserti pubblicitari, si trasforma in qualcosa di serio. Aspetterò ancora pochi giorni, poi procedo in tal senso.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 09:37, 27 feb 2014 (CET)[rispondi]
Pienamente d'accordo con entrambi. Sono pessimista. --Erinaceus (msg) 15:55, 20 apr 2014 (CEST)[rispondi]

Sezione la statistica in Italia[modifica wikitesto]

Mi sono preso la briga di andare a controllare che cosa fosse il blog della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna. E' un blog, appunto, che riprende le notizie di stampa e le commenta. Non ha alcuna validazione scientifica o rilevanza/riconoscimento istituzionale. Anche la Casa di cui sopra sembra una realta', pur meritoria, ma ma valenza assolutamente locale. A mio parere, quindi, sia il blog, che la Casa non hanno rilevanza enciclopedica, e tanto meno hanno giustificazione nell'ambito della voce affermazioni come "la Casa, conscia del suo ruolo". Come tale, e in assenza di elementi che provino l'enciclopedicita' della Casa e del suo blog, cancellero' l'intera sezione, lasciando solo come riferimento i dati provenienti da istituzioni ufficiali.--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 11:57, 9 mar 2014 (CET)[rispondi]

Sezione rapporto ONU[modifica wikitesto]

Traduco fedelmente dall'inglese il paragrafo intitolato "Femicide", ricordando che in inglese il termine vuol dire "uccisione di un essere umano di sesso femminile" e non "uccisione di una donna per motivi legati alla sua identita' di genere": "la continuita' della violenza domestica e' riflessa nel numero crescente di vittime di femminicidio. Fin dall' inizio degli anni 90 il numero di uccisioni uomo-uomo e' diminuito, mentre il nu,ero di donne uccise da uomini e' aumentato. Un rapporto sul femminicidio basato sulle informazioni fornite dai media indica che nel 2010 127 donne sono state uccise da uomini. Il 70 per cento di queste erano italiane, cosi' come i loro assassini. Questo e' contrario alla convinzione diffusa che tali crimini siano commessi da uomini stranieri, una percezione rinforzata dai media. Nel 54 per cento dei casi di femminicidio, l'esecutore del delitto era un partner o ex partner della vittima, e solo nel 4 per cento dei casi era uno sconosciuto. Le cause che conducono al femminicidio includono la separazione di una coppia, conflitti all' interno di una relazione, "onore, disoccupazione maschile e gelosia da parte del perpetratore" - fattori che spesso si sovrappongono e cooesistono.". Cio' detto, mi pare che questo non sia adeguatamente riflesso nella voce. Pareri?--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 13:39, 10 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Invito alla discussione[modifica wikitesto]

Rhockher ciao. Sto contrando la cancellazione del template (e ricordati che la cancellazione di un template va fatta con accordo di chi lo ha apposto) perché nella fonte citata, il servizio del Corriere della Sera, viene riportata una serie di uccisioni di donne, la maggior parte delle quali è avvenuta per motivi diversi da quelli legati all'identità di genere. Citare quella fonte come prova dell'estensione del problema femminicidio in Italia è dunque scorretto. Ove essa sia rimossa, o ricondotta alla sua reale valenza, sono pronto a cancellare il template.--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 17:30, 13 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Il termine femminicidio o femicidio è stato coniato e viene usato espressamente per evidenziare che "delitto passionale" o comunque motivato dai colpevoli con motivazioni tipo "ero stressato perchè mi hanno tolto il lavoro e allora l'ho uccisa" nascondono il "fenomeno del femminicidio", che rientra nella violenza di genere, ovvero una «manifestazione di un rapporto tra uomini e donne storicamente diseguali che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne» e «[…] uno dei meccanismi sociali decisivi che costringono le donne a una posizione subordinata agli uomini» (Declaration on the Elimination of Violence against Women, United Nations -General Assembly dic. 1993). Che si pensa che qualcuno dica: «L'ho uccisa perchè donna»?!?!? Eccerto. Poi qualcun* potrebbe spiegare perchè si uccidono mogli, fidanzate, amanti (tra vittime collaterali qualche minore spesso) quando si perde il lavoro o si è sotto stress. Indicazioni del medico curante o manifestazione dei rapporti di cui sopra segnalati da UN? Poi se vogliamo parlare di aria fritta, prego , ma il termine femminicidio descrive in tutta evidenza proprio i casi elencati dal corriere. Cito:

«Il termine femminicidio si usa quando in un crimine il genere femminile della vittima è una causa essenziale, un movente, del crimine stesso, nella maggior parte dei casi perpetuato all’interno di legami familiari. Donne uccise dai fidanzati, mariti, compagni, ma anche dai padri a seguito del rifiuto di un matrimonio imposto o di scelte di vita non condivise. Come ricorda l’esperta e avvocato Barbara Spinelli, consulente dell’ONU in materia di violenza sulle donne (autrice del libro "Femminicidio, dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale"), questa parola non se la sono inventata i giornali. Negli anni ’90 una antropologa messicana di nome Marcela Lagarde ha analizzato le violenze perpetuate sulle donne messicane individuando le cause della loro marginalizzazione in una cultura machista e in una società che non dà tutele dal punto di vista giuridico, con indagini lasciate pendere e con lo stupro coniugale non considerato come reato. Lagarde è la teorica del termine femminicidio. In esso, oltre all’omicidio, racchiude anche tutte le discriminazioni e pressioni psicologiche di cui una donna può essere vittima. Lo definisce così: “La forma estrema di violenza di genere contro le donne – scrive Lagarde – prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine che comportano l’impunità tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa”»

- See more at: "FEMMINICIDIO, DI GENERE SI MUORE", TgR, RAI IT. Si può usare questo articolo per scrivere meglio la voce, che sembra scritta con i piedi ad oggi.-- --Rhockher 18:11 e 18:25, 13 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Rhocker, purtroppo per stasera devo allontanarmi dal computer, quindi non ho modo di risponderti compiutamente. Lo farò con calma domani. Per intanto, ti inviterei cortesemente a fare due cose: a) non rimuovere i templates fino a quando non si sia raggiunto un consenso sul merito della discussione; b) evitare di usare espressioni come "Poi se vogliamo parlare di aria fritta, prego", dato che non sono accettabili nell'ambito di una serena discussione. A domani, buona serata.--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 18:37, 13 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Scusate i toni "sbrigativi", ma è da molto tempo che sulle pagine di wiki leggo interventi "fuori luogo" sul tema della violenza contro le donne e sono stanco di discutere, sopratutto dopo aver visto in passato che spesso le discussioni si risolvono in "rapporti di potere" e che le fonti contano per alcun* e per altr* no. Nel merito: se i template vengono apposti con motivazioni "fuori luogo" vengono tolti, SUBITO. Sul fatto che siano fuori luogo non c'è da aspettare accordo nel senso che se le fonti dicono una cosa, in questo caso che i "delitti passionali" sono femminicidi e qualcuno mette un template perchè la sua opinione personale (senza fonte) è che non lo siano, si attua il "be bold", perchè l'apporre template senza senso in base a opinioni personali è equiparabile al vandalismo. Quindi, mi ripeto, si interviene SUBITO, non c'è bisogno di consenso. A meno che non ci sia una fonte autorevole e dico autorevole che sostenga che i delitti passionali NON rientrino nella definizione di femminicidio. Ok che magari si è apposto "ingenuamente" , ma se un utente nota l'errore e cita fonti, c'è poco da discutere, senza una fonte autorevole che sostenga gli argomenti per apporre template. Finchè non c'è tale fonte, il template si leva oppure si cambia la motivazione del "da controllare". La voce ha ben altri problemi che un "da controllare", va riscritta per intero, IMHO. Altra fonte che parla proprio del genere di femminicidi elencati dal corriere e tali li definisce (basandosi su uno studio dell’Eures, realizzato in collaborazione con l’Ansa): Femminicidio, Eures e Ansa: “728 casi tra il 2000 e il 2011. --Rhockher 19:07, 13 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Rhocker, scusa il tono sbrigativo anche da parte mia, ma Wikipedia è appunto un luogo dove si discute e si prendono decisioni basate sul consenso. Se non sei disposto alla discussione, forse, sia detto senza offesa, dovresti riconsiderare la tua partecipazione. Detto questo, io ho apposto un template perché viene citata una fonte che riporta una serie di omicidi di donne con diversa motivazione. Alcuni sono inquadrabili come femminicidi secondo la definizione che se ne sta dando, vale a dire motivazioni legate all'odio di genere. Molte altre no. Ciò detto, dato che la fonte è fallace, o la si toglie, e con essa il template, oppure si trova un'altra soluzione. Per il resto, che la voce vada riscritta da capo, sono d'accordo con te, e se guardi i miei interventi precedenti, sono mesi che chiedo chiarimenti su molti aspetti di quella che mi pare un'accozzaglia di cose messe insieme senza molto senso, spesso basata su fonti inconsistenti o insufficienti. Ho visto che ti interessi molto di tematiche legate al mondo femminile/femminista, quindi probabilmente puoi dare un contributo forte alla voce. Ma questo va fatto secondo le regole, le quali non possono essere messe da parte in nome del "be bold".Ferdinando Scala (Rubra Mater) 10:06, 14 mag 2014 (CEST)[rispondi]
✔ Fatto Capisco: non ti piaceva la fonte! Ok, infatti pure a me non piace l'impostazione che hanno dato al "corriere", anche graficamente. Potevi sostituirla anche tu, visto che siamo d'accordo sul concetto di base (il termine femminicidio è maggiormente descrittivo rispetto ai cd "delitti passionali"). Bene. Per il resto purtroppo non so quando e se avrò tempo. Ma se hai voglia c'è un mondo di fonti reperibili sul tema. --Rhockher 18:57, 14 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Fonti per riscrivere decentemente la pagina[modifica wikitesto]

Cit."la prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio" Straordinario.... E mi permetto di aggiungere che se una siffatta fonte viene usata come "base" a mio avviso la cosa non fa che dimostrare per l'ennesima volta come il tutto non sia altro che una canpagna e definizione mediatico-giornalistica.--Cotton Segnali di fumo 20:44, 14 mag 2014 (CEST)[rispondi]


Il consiglio d'europa mi sembra fonte sufficentemente autorevole o ci sono fonti altrettanto autorevoli che sostengono teorie diverse? E comunque qui si tratta di descrivere il termine in oggetto a cosa si riferisce, cosa descrive etc, non di dare valutazioni personali su articoli scritti da persone competenti nella materia trattata (cosa vuol dire femminicidio) e pure sulla base di fonti autorevoli, come quella citata qui di seguito. Dovrebbe funzionare così wikipedia: descrivere con sostegno di fonti, non basarsi su opinioni personali.

«However, violence committed within the family is still considered to be a private matter. Statistics shows that for women between 16 and 44 years of age, domestic violence is thought to be the major cause of death and invalidity, ahead of cancer, road accidents and even war»

o in italiano

«Tuttavia, la violenza commessa all'interno della famiglia è ancora considerata una questione privata. Le statistiche mostrano che per le donne tra i 16 ei 44 anni, la violenza domestica si ritiene sia la principale causa di morte e di invalidità, prima del cancro, incidenti stradali e persino della guerra»

fonte: Parliamentary Assembly of the Council of Europe, "Recommendation 1582 (2002)Domestic violence against women"--Rhockher 21:59, 14 mag 2014 (CEST)[rispondi]
Cotton, pare straordinario anche a me…proprio perché la materia è delicata, ed il rischio di ideologizzazione e mediaticizzazione della questione è straordinario, credo davvero che siano necessarie fonti eccezionali, che allo stato non vedo.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 16:40, 15 mag 2014 (CEST)[rispondi]
Rhockher, riporto il passo che citavi: "Statistics shows that for women between 16 and 44 years of age, domestic violence is thought to be the major cause of death and invalidity, ahead of cancer, road accidents and even war.". La traduzione che ne fai (Google Translator?) è secondo me imperfetta. Quella letterale è "Le statistiche mostrano che per le donne fra i 16 ed i 44 anni la violenza domestica è RITENUTA essere la causa maggiore di morte ed invalidità, più del cancro, degli incidenti stradali e perfino della guerra.". Per come è costruita la frase, sono portato a concludere che si riporti il risultato di un sondaggio di opinione (cioè un campione risponde alla domanda "quale pensate sia la causa più elevata di mortalità per le donne?"), e non si affermi che, numeri alla mano, muoiono più donne per violenza domestica che per (!?) cancro o guerra (!!?). Ora, dato che sono più o meno del mestiere, mi sono tolto lo sfizio di fare un pochino di conti. Secondo l'ISTAT (trovi le tavole esportabili sul sito dell'ISTAT, se vuoi ti mando il file excel), nel 2012 sono morti 100.000 individui di sesso femminile (che è il valore medio di mortalità per anno degli ultimi dieci anni). Rapportando ai 100.000 le 127 vittime di omicidio (e quindi includendo femminicidi e omicidi per altra causa) arriviamo ad una prevalenza dell'omicidio come causa di morte tra le donne pari allo 0,13%. Prendendo, per confronto, il solo tumore della mammella, che è solo UNO dei tumori possibili, il numero di morti medio per anno è di circa 10.000 individui, pari al 10% delle morti medie per anno (i 100.000 di prima) tra le donne. Ora, capisci che 0,13% vs. 10% è una differenza tale da poter dire che, sulla base di dati oggettivi, non solo la violenza domestica NON è superiore come causa di morte ai tumori (e neanche ad UNO di essi); ma addirittura che è INFERIORE a questa di diversi ordini di grandezza. Questi numeri, fatti veramente all'ingrosso e con il pallottoliere, mi portano a dire che a) la frase di cui sopra può essere interpretata come dicevo io; b) l'omicidio di individui di sesso femminile è una causa statisticamente trascurabile di morte per le donne c) il femminicidio, definito come nella voce che stiamo scrivendo, essendo una parte del numero totale di omicidi di individui di sesso femminile, è ancora più statisticamente trascurabile. Questi i freddi numeri. Poi, la mia opinione personale è che l'uccisione di una donna, come quella di qualsiasi essere umano, è una mostruosità che va scongiurata. Ma qui riportiamo informazioni, per quanto possibile, veritiere e corrette, e la matematica non ha opinioni o interpretazioni.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 17:19, 15 mag 2014 (CEST)[rispondi]

(rientro)Beh sarebbe da discutere vedere ad esempio Violenza contro le donne#Conseguenze della violenza sulla salute delle donne. Ma la discussione che ne conseguirrebbe, insieme agli argomenti frutto della tua opinione personale che hai espresso sopra, sarebbe ricerca originale cosa che su wiki non si dovrebbe fare, qui si dovrebbero riportare le affermazioni delle fonti autorevoli e credo che quelle qui sopra lo siano. Al limite se dovessimo inserire il dato (cosa che nessuno ha proposto di fare ad oggi) si potrebbe dire l'assemblea parlamentare del consiglio d'europa ritiene bla bla bla nella sua raccomandazione numero bla bla bla. Poi ai lettori e alle lettrici farsi un'opinione. Dopo di che qui si parla di definire il termine in prima battuta, il che già sarebbe buona cosa per cominciare.--Rhockher 17:43, 15 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Guarda che io non ho fatto nessuna ricerca originale. E' ricerca originale quando si riportano deduzioni personali in voce, sia pure basate su dati oggettivi. Io ho usato la semplice logica, supportata da un minimo di numeri, per dimostrarti che la traduzione che avevi fatto (con Google Translator) di quella frase era scorretta. Come tale, la fonte che riporti non può essere citata in quel modo.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 17:51, 15 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Si sulla traduzione sono d'accordo, ma il fatto è che in una pubblicazione ufficiale di una fonte autorevole si dice questo. Toccherebbe chiedere a loro che intendono e da dove viene il dato. Non è nostro compito "usare la logica" per confutare le affermazioni delle fonti autorevoli. Ho modificato il mio post sopra, c'è un link da vedere.--Rhockher 17:56, 15 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Sono d'accordo che la fonte sia autorevole, ma se la traduciamo in maniera errata, riportiamo un'informazione non coerente con la fonte, che magari voleva dire tutt'altro. Il mio punto in generale è che al momento non ho visto, per ragioni diverse, fonti autorevoli che supportino l'importanza del fenomeno. Come ho riportato più sopra, e Cotton era, a quanto ho capito, sulla mia stessa lunghezza d'onda, ho addirittura un dubbio di enciclopedicità, che non ho espresso restando fiduciosamente in attesa che qualcuno più esperto di me in materia portasse fonti autorevoli che definissero il femminicidio come qualcosa di più di una costruzione mediatica, specie in Italia. Al momento, sulla base di quello che ho visto, non ne sono convinto, ma sono sinceramente motivato a fare un lavoro accurato e responsabile rispetto a questa cosa. Se permane l'attuale stato dei fatti e delle fonti, sono orientato a modificare la voce definendo il femminicidio come un neologismo (la sua origine, a quanto capisco, è negli anni 90) usato per definire l'odio di genere come motivazione per l'uccisione di un essere umano di sesso femminile. Dopo di che si riportano i dati OGGETTIVI del fenomeno, vale a dire, ad esempio, il caso di Ciudad Juarez (che va comunque vagliato) o gli omicidi di donne che avvengono in particolari regioni del globo dove il ruolo della donna in quanto essere sottomesso è statuito da convinzioni religiose e sociali. Allo stesso modo, si riportano i dati OGGETTIVI dell'Italia, vale a dire si depura il numero di omicidi di individui di sesso femminile di tutti quelli avvenuti per ragioni diverse dall'odio di genere, e lo si rapporta al numero totale di uccisioni di donne. Soprattutto, si evita di dire palesi inesattezze come, scusami se vado all'ingrosso, "ne uccide più il maschio che la guerra o il cancro". In questo modo, forniamo una definizione esatta del termine, e dati sul fenomeno in Italia che non siano il risultato di campagne ideologiche.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 10:19, 16 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Io ho iniziato a raccogliere fonti, ce ne sono diverse anche istituzionali. Se cerchi bene le trovi. Per la traduzione, poco importa il dettaglio stilistico, in soldoni l'assemblea parlamentare dice che si ritiene (a me sta benissimo questo termine) che la violenza bla bla bla per le donne tra i 16-44 (giusto?) etc etc. Ma Prima di aggiungere info forse anche superflue qui, raccogliamo le fonti. Facciamo un pò per ognuno dei/lle contributori/trici? Punto secondo: enciclopedico e non recente è perchè se ne parla mi sembra almeno dal '92, in Italia recentemente è stato approvato anche un decreto legge (Femminicidio: il testo coordinato del decreto contro la violenza di genere Decreto Legge , testo coordinato 14.08.2013 n° 93 , G.U. 16.08.2013), più rilevante di così! --Rhockher 11:59, 16 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Ora discutiamo seriamente[modifica wikitesto]

Rhocker, avevo completamente dimenticato la discussione con te e con il povero Cotton, durante la quale ti avevo invitato più volte a moderare i toni e a portare dati oggettivi. Purtroppo, in considerazione di quanto sopra, l'avviso di vandalismo che mi hai appena dato perché ho contrato alcune delle tue modifiche ha il sapore, IMHO, di un tentativo di intimidazione nei miei confronti. Spero vivamente che non sia così, anche perché io sono qui per scrivere secondo le regole e non mi faccio intimidire da alcuno. Ciò detto, entriamo nel merito. a) Come dico in avviso, il termine "femicide" in inglese è generico e vuol dire "uccisione di un essere di genere femminile", senza caratterizzazione alcuna rispetto alle motivazioni. Ergo, usarlo per dimostrare che il termine femminicidio, nell'accezione usata in questa voce, viene usato fin dal 1801, è IMHO falsificazione delle fonti. Inoltre, la fonte stessa è inadeguata, dato che, come citato più volte nella discussione di sopra, si tratta di un libello satirico (come desumibile fin dal titolo) di nessuna validità scientifica. Tale fonte va dunque secondo me rimossa, e con essa la data del 1801. b) Hai introdotto invece una nuova e qualificata fonte in supporto della frase su cui stiamo discutendo; la quale però riporta, come data di prima citazione del termine "femminicidio", il 1976. Dunque, non va bene per supportare la data del 1801, come sembra fare nella posizione attuale, ma andrebbe benissimo per supportare la data del 1976. Ergo, ti suggerirei di a) mantenere la frase così com'è b) sostituire "1976" a "1801" c) Rimuovere il libretto satirico come fonte. Ferdinando Scala (Rubra Mater) 08:06, 26 nov 2014 (CET)[rispondi]

Non mi ricordo la discussione con Cotton e non la sono andato a rivedere. Non mi interessa parliamo del merito. Tu hai toni paternalistici e fuori luogo come ti ho indicato in talk e come confermi con questo "parliamo seriamente" come se non si stesse già facendo. Sono serio e credo che il tuo sia vandalismo, anche involontario se preferisci. Non ci interessa -a nessuna credo- di dire che si usa da millemila anni fa. Si dice che oggi il termine è inteso così come è descritto in incipit, per questo le fonti ci sono e neanche poche. Qual'è il problema quindi? Vuoi cancellare la parte storica sul termine? Perchè? La pagina dice il termine si usava un tempo così (come è specificato in voce: si usava senza considerare motivi di genere) ed ora si usa colà (ovvero la voce evidenzia che il senso è cambiato nel tempo). Fine. Quindi reverto e ricancello il template, aggiungo due parole per esplicitare l'implicito visto che ci sono problemi di comprensione del testo. Fai le modifiche sul testo che ritieni opportune, invece di usare toni paternalistici che offendono. Grazie. --Rhockher 11:17, 26 nov 2014 (CET)[rispondi]
Il mio tono non è paternalistico (e sarei curioso di sapere come lo deduci), ma fattuale. Se ritieni che abbia scritto qualcosa di sconveniente, offensivo o comunque contrario alle linee guida di Wikipedia sul comportamento tra utenti, sei libero/a di segnalarmi, dato che ritengo di non aver violato alcunché. Per il resto, la discussione anche con Cotton è disponibile nelle righe di cui sopra, e i miei/suoi rilievi sono sempre stati nel merito. E ritorno nel merito anche ora, se non ti dispiace. a) Sei tu, e non io, che ha messo una fonte a supporto di una data (1801). A controllo, tale data non è verificata nella fonte, dunque non va bene per supportare quella affermazione (lo dicono le regole, non io). Ti ho anche suggerito come riaggiustare la cosa, in pieno spirito collaborativo, e sinceramente non capisco il perché dell'atteggiamento che percepisco da parte tua. b) L'importanza del verificare se il termine "femminicidio" sia stato usato da alcune centinaia d'anni in questa accezione, o solo, come le fonti al momento disponibili sembrano dire, dal 1976, è IMHO importantissimo. Se l'uso in quella accezione è antico, si tratta di un termine ben consolidato e semanticamente solido. Altrimenti, è un neologismo in uso al più da qualche decina d'anni, e va trattato con tutte le cautele relative a ogni recentismo. Spero di essere stato più chiaro. Un'ultima cosa: i templates non si tolgono d'imperio, ma, come esplicitatoti anche in passato nella discussione che dovresti avere la cortesia di rileggere, per consenso. Di nuovo, lo dicono le regole e non io.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 12:04, 26 nov 2014 (CET)[rispondi]
Una piccola aggiunta. Mi sono appena scorso venti pagine di risultati di Google Books, e non ho trovato alcuna fonte consultabile che riportasse il termine "femicide" prima del 1994/1995. E' senza dubbio, nell'accezione attuale, un neologismo.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 13:19, 26 nov 2014 (CET)[rispondi]

Mah, non capisco che cosa stai dicendo: nessuno sostiene quello che dici, è ovvio che è un neologismo e nessuno lo nega. Stai facendo tutto da solo. Mettere un template per dire che è un neologismo? Bah! C'è scritto già in voce. Comunque, visto che non ho tempo da perdere, fai tu. Da parte mia ho chiesto parere alla comunità qui. Personalmente da tempo ho deciso di non parlare con chi non vuol sentire. --Rhockher 14:03, 26 nov 2014 (CET)[rispondi]

Ti risponderò nel merito quando sarà conclusa la RdP a mio carico. Fino ad allora, ti chiederei cortesemente di non apportare ulteriori modifiche alla voce.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 17:17, 26 nov 2014 (CET)[rispondi]
Che sembrerebbe ti appartiene nonostante wiki non funzioni così e nonostante sebra non sai granchè del fenomeno. Prego. Io non credo con te si possa dialogare e non ho intenzione di infilarmi in edit war. --Rhockher 18:04, 26 nov 2014 (CET)[rispondi]
Aspetto fiducioso la fine della RdP, poi parleremo...Buona serata.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 18:13, 26 nov 2014 (CET)[rispondi]

(rientro)[@ Ferdinando Scala] noto con piacere che hai realizzato che il template non ha motivo di stare in voce e lo hai tolto, mi dispiace solo ti sei scordato che la fonte grazie alla quale hai cambiato idea era in voce dal 2012 a differenza di come sembra dalle motivazioni che dai in campo oggetto della modifica. In ogni caso gioisco del miglioramento della voce, ti auguro buon lavoro e ti ringrazio delle ultime modifiche. --Rhockher 17:47, 27 nov 2014 (CET)[rispondi]

[@ Rhockher] Non è che improvvisamente "ho realizzato". Tutta la mia operatività su Wikipedia è strettamente legata alla citazione puntuale delle fonti, soprattutto su voci controverse come questa. E' un attimo, infatti, trasformare una voce enciclopedica in un manifesto ideologico pro- o anti-, e questa voce in particolare si presta a questo tipo di rischio manipolativo. Appena mi hai citato esattamente la fonte, proprio come ti avevo più volte chiesto, ho subito rimosso il template, ed anzi ho continuato ad apportare miglioramenti, dato che la scrittura corretta delle voci è il mio unico obiettivo. Potevamo IMHO raggiungere questo risultato molto prima, partendo da una presunzione di buona fede verso il sottoscritto. Questo è quanto concerne la voce. Rimango comunque in attesa della conclusione della RdP a mio carico, che è una questione molto differente e che considero con la massima serietà.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 17:58, 27 nov 2014 (CET)[rispondi]
Mi dispiace ma non mi convinci: la fonte c'era dal 2012, hai asserito falsamente che l'ho inserita qualche giorno fa, ha detto che l'hai letta e invece se non scrivevo la pagina rilevante non te n'eri accorto. Quindi no, non ti credo. Immagino piuttosto che hai realizzato dopo la richiesta pareri che avevi valutato male. Se vuoi ti link tutto. =) buon lavoro.--Rhockher 18:53, 27 nov 2014 (CET)[rispondi]
Non tento di convincerti, non è rilevante per il lavoro sulla voce, dico solamente le cose come sono. Mi hai fatto vedere dove c'era il passaggio che citavi, e io ho immediatamente agito di conseguenza. Lo avessi fatto prima, invece di fare altro, avrei agito prima. Rimango in attesa della conclusione della RdP.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 20:12, 27 nov 2014 (CET)[rispondi]

(rientro) Evidentemente abbiamo opinioni diverse su "le cose come sono". Ad esempio se avevi esaminato la fonte come asserivi , non avresti avuto bisogno di indicazioni (ti cito testualmente:«Esamino la fonte, e mi accorgo che secondo quest'ultima la data di primo uso del termine nell'accezione attuale è il 1976. Per cui, non va bene che sia apposta a supporto ad una frase che identifica il primo uso all'anno 1801. Dunque, probabilmente con scelta infelice delle parole in campo testo, ripristino l'avviso di sezione»). Le fonti non stanno lì senza motivo, si leggono e si esprimono criticità (o si mettono/rimettono avvisi) dopo averle lette, non ad "intuito". --Rhockher 00:08, 29 nov 2014 (CET)[rispondi]

"Recentismo"?[modifica wikitesto]

Mi lascia un po' perplesso un passaggio del testo nel template: «Il resto della sezione soffre di evidente recentismo, in quanto riporta dati di opere pubblicate dal 1992 in avanti (prima citazione del termine nel 1976), le quali dunque difficilmente possono essere qualificate come autorevolmente conclusive rispetto alla classificazione e alla natura della fattispecie giuridica in parola». Anche ammettendo che il concetto di femminicidio non sia più vecchio di 20 o 25 anni, vale ciò a qualificare come "recentismo" tutta la relativa letteratura scientifica? Stiamo parlando di una materia oggetto di trattazione da almeno un quarto di secolo, non dall'altro ieri. --Salvatore Talia (msg) 13:16, 27 nov 2014 (CET)[rispondi]

Sulla base delle fonti disponibili ho riaggiustato la voce e tolto il template, ma il dato di base resta. L'identificazione prima del termine femminicidio nella sua accezione moderna è avvenuto nel 1990. Abbastanza recentemente, dunque, perché vada trattata con le dovute cautele, soprattutto perché dal 1801 al 1990 (quasi duecento anni) lo stesso termine ha avuto un significato completamente diverso.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 16:44, 27 nov 2014 (CET)[rispondi]

Metodo di lavoro[modifica wikitesto]

Sulla fonte citata, pag. 28 e segg. ho trovato altre definizioni di femminicidio, che tengono in considerazione anche le uccisioni perpetrate da donne su altre donne; oltre ad alcune interessanti classificazioni, le quali vanno però valicate attraverso una pluralità di fonti concordi. Credo che anche questi dati vadano coerentemente riportati in voce. La fonte stessa, inoltre, mi pare ricca di informazioni, e potrebbe essere usata come spina dorsale della voce; stando attenti, però, a integrare opportunamente con più fonti oggettive. Ferdinando Scala (Rubra Mater) 16:48, 27 nov 2014 (CET)[rispondi]

Domanda: ma il disegno di Legge 724/2013 è stato poi convertito in legge, per via parlamentare o per decreto? Se sì, qual è il riferimento giuridico? Vale la pena inserire quello, pena invalidità della referenza (Nota 1)...Ferdinando Scala (Rubra Mater) 16:59, 27 nov 2014 (CET)[rispondi]

Si può vedere l'iter qui http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/41093.htm, inoltre si può vedere anche questo: http://parlamento17.openpolis.it/atto/index/id/4556/sf_highlight/femminicidio.--Rhockher 00:19, 29 nov 2014 (CET)[rispondi]

Fortissimi dubbi s'una frase[modifica wikitesto]

Nella voce s'afferma: "Fonti legali successive indicano nel 1848 l'anno in cui l'uccisione di una donna divenne un reato giuridicamente perseguibile nel Regno Unito". Pare quasi che prima del 1848 uccidere una donna non fosse un reato, nel Regno Unito. Cosa che mi pare inconcepibile, se penso che l'omicidio di una donna libera era un crimine anche nel diritto romano! Ebbene: se si googola due minuti si scopre per esempio questo dizionario giuridico britannico del 1820. La definiznione di "Homicide" è la seguente: "The killing of any Human Creature". Non è scritto "The killing of a Man". Come si sa, il diritto britannico non è basato sui codici, di conseguenza anche questo testo si dilunga su miriadi di esempi di "omicidio". Ad un certo punto, si afferma che: "If one gives a woman with child a medicine to procure abortion and it operates so violently as to kill the woman, this is murder in the person who gave it". E' quindi anche specifiata una particolare forma di omicidio di donna perseguito dalla legge. Prima del 1848. Invito quindi a riformulare la frase in modo corretto. Se però non si riuscisse a farlo in modo tale da evitare quest'errore invero così strano, è meglio cassarla.--Presbite (msg) 22:50, 29 nov 2014 (CET)[rispondi]

Io non faccio modifiche su questo punto perchè credo sia il caso si esprima [@ Ferdinando Scala] che ha inserito la frase. Anche io la ritengo superflua, mi sembra si capisca sufficentemente che il femminicidio diviene oggetto di attenzioni specifiche (politiche e criminologiche) da quando si considerano i moventi di genere nel senso ampliamente descritto in voce. A voi e grazie dell'osservazione. --Rhockher 12:34, 1 dic 2014 (CET)[rispondi]

La fonte citata è l'articolo Femicide: Politicizing the Killing of Females di Diana E. H. Russell. La Russell è stata coautrice nel 2001, assieme a Roberta Harmes, del libro Femicide in Global Perspective. Scrive dunque la Russell:
«Nel 1990 la femminista americana Jane Caputi (docente in cultural studies) ed io definimmo il femminicidio come “l'assassinio di donne da parte di uomini per motivi di odio, disprezzo, piacere o per un sentimento di proprietà avente ad oggetto le donne”, vale a dire per sessismo. Successivamente, nel 2001, la Harmes ed io definimmo invece il femminicidio come “l'uccisione, da parte di maschi, di femmine perché sono femmine”. Questa versione della definizione copre tutte le manifestazioni di sessismo maschile, non solamente l'odio (…). Questa è la definizione che continuo a usare (…). Mentre la Harmes cercava articoli sul femminicidio per il nostro libro, si imbatté nella terza edizione di un breve libro intitolato The Confessions of an Unexecuted Femicide, pubblicato nel 1827, il cui autore era un certo William MacNish, che raccontava di aver sedotto, messo incinta, abbandonato e ucciso una giovane donna. Ciò condusse ad un'ulteriore sorprendente scoperta: il termine femminicidio fu usato per la prima volta nel 1801, nella pubblicazione britannica The Satirical Review of London at the Commencement of the Nineteenth Century, per significare “l'uccisione di una donna”. Secondo l'edizione del 1989 dell'Oxford English Dictionary, che definiva il femminicidio in modo identico, l'espressione femminicidio apparve nel Wharton’s Law Lexicon nel 1848, il che fa pensare che fosse diventato un reato perseguibile. Nonostante la scoperta di Harmes riguardo a questa breve storia del termine femminicidio, io non fui tentata di sostituire alla mia la definizione del dizionario, in quanto ero, e ancora adesso sono, convinta che l'aspetto sessista di parecchi assassinii di femmine da parte di maschi debba essere incorporato nella definizione stessa di femminicidio».
Il Wharton’s Law Lexicon è consultabile qui; effettivamente, a pag. 251, la parola “femicide” è definita come “the killing of a woman”.
Cosa intende la Russell quando scrive «suggesting that it had become a prosecutable offense»? Forse (ma è solo una mia interpretazione) vuol dire che intorno al 1848 l'uccisione di una donna da parte di un uomo per motivi che oggi si direbbero di tipo sessista iniziava già ad essere considerata, se non proprio come una figura autonoma di reato (distinta dal semplice omicidio), quantomeno come una forma di omicidio aggravato.
Il verbo utilizzato dalla Russell, “suggesting”, secondo me non autorizza conclusioni troppo nette. In ogni caso la formulazione presente in voce è da correggere: certamente la Russell non vuole dire che prima del 1848 “l'uccisione di una donna” non fosse reato. Secondo me, ciò a cui si riferisce la Russell è il femminicidio inteso nella sua accezione moderna e specifica (quindi non semplicemente l'omicidio di una donna, ma l'uccisione di una donna da parte di un uomo per motivi di tipo sessista). --Salvatore Talia (msg) 20:27, 1 dic 2014 (CET)[rispondi]

Salvatore Talia ha spiegato esattamente la mia interpretazione. Nel volume del 1848 il femminicidio è definito semplicemente come "uccisione di una donna", senza alcune delle valenze che gli si sono attribuite più recentemente (cioè il movente sessista); e solo da allora, a proposito di tale atto, (cioè l'uccisione di una donna) viene detto "fa pensare che fosse diventato un reato perseguibile". Ora, se un reato è diventato perseguibile, vuole dire che prima non lo era. Va quindi per me verificato se, nelle altre fonti legali inglesi dell'epoca oltre al dizionario del 1820, il "femicide" è ricompreso nelle fattispecie di reato, e soprattutto che senso abbia tale termine. E' invece secondo me sbagliato portare il diritto romano come fonte, dato che a mia conoscenza la legislazione anglosassone non ha nulla a che fare con esso.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 22:26, 1 dic 2014 (CET)[rispondi]
Forse mi sono spiegato male. Io ho citato il diritto romano non per affermare la diretta connessione fra questo e il common law, ma semplicimente per affermare che mi pareva e mi pare tuttora inconcepibile che nel Regno Unito si fosse "persa" una nozione comune quale quella della punibilità penale dell'omicidio di un essere umano di sesso femminile, che già duemila anni prima - al tempo dei Romani - era acquisita. Infatti non è vero che l'omicidio di una donna non era perseguibile dalla legge. Tuttora nel diritto inglese la definizione di omicidio è ripresa dalla classica glossa del noto giurista elisabettiano Edward Coke (1552-1634): «Murder is when a man of sound memory and of the age of discretion, unlawfully killeth within any county of the realm any reasonable creature in rerum natura under the King's peace, with malice aforthought, either expressed by the party or implied by law, so as the party wounded, or hurt, etc. die of the wound or hurt, etc. within a year and a day of the same.» (la definizione è tratta dagli Institutes of the Lawes of England, pubblicati fra il 1628 e il 1644). Come si può notare, si parla di "any reasonable creature", cioè "ogni creatura dotata di ragione". Se fosse vero quel che afferma oggi la voce, e cioè che l'omicidio di una donna non sarebbe stato mai perseguibile dalla legge fino addirittura al 1848, si potrebbe per assurdo pensare che un omicida di Elisabetta I avrebbe tranquillamente potuto farla franca! Già sopra avevo comunque rilevato che nel manuale da me trovato googolando è addirittura prevista una particolare fattispecie di omicidio di donna: quello della donna incinta: «it operates so violently as to kill the woman, this is murder (...)». Stiamo parlando di un manuale del 1820. Ventotto anni prima del 1848. Ho googolato "Case of the murder of a woman by her husband" ed è venuto subito fuori un testo del 1839: nove anni prima del 1848. Il che dimostra che c'erano i processi per omicidi di mogli da parte dei mariti. Mi pare quindi dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che ben prima del 1848 ci fosse il concetto dell'omicidio senza distinzione di sesso (definizione di Coke); che prima del 1848 erano previsti anche dei casi particolari di omicidio di donna (la donna incinta), che prima del 1848 c'erano casi di processo per omicidio di donna. E quindi la frase oggi nella voce è concettualmente sbagliata in sé.--Presbite (msg) 10:28, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
PS Ho trovato anche la cronaca di un processo per uxoricidio del 1822. A pag. 819 del testo googolato si racconta del sig. William Gordon di Aberdeen, che ha ucciso la moglie dopo averle inflitto una ferita mortale nella parte superiore della coscia. La giuria considerò l'accusato colpevole, condannandolo a morte. L'esecuzione ebbe luogo il 31 maggio del 1822. Ventisei anni prima del 1848.--Presbite (msg) 10:42, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
PS2 Il caso immediatamente successivo - descritto in questo libro - è quello del sig. Robert Mackintosh, che uccise con una rasoiata alla gola Elizabeth Anderson. Condannato a morte. Condanna eseguita ad Aberdeen, sempre il 31 maggio del 1822.--Presbite (msg) 10:49, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
Okay, mi hai convinto, modifichiamo con fonti. Stiamo però sempre attenti (e secondo me dovremmo renderlo ancora più esplicito nella voce), che il termine femminicidio nella sua accezione originaria, identificava solo un delitto avente come vittima un individuo di sesso femminile (in opposto a homicide, che identificava l'assassinio di un individuo di genere maschile) e non aveva le connotazioni che più recentemente gli sono state date.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 11:57, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
Propongo questa correzione: sostituire la frase "Fonti legali successive indicano nel 1848 l'anno in cui l'uccisione di una donna divenne un reato giuridicamente perseguibile nel Regno Unito", con la seguente: «Diana E. H. Russell, che cita al riguardo un dizionario giuridico inglese del 1848, ipotizza che già a quell'epoca il femminicidio (definito tuttavia non nel senso moderno, bensì più genericamente come "l'uccisione di una donna") fosse considerato come una fattispecie di reato a sé, distinta dall'omicidio». --Salvatore Talia (msg) 12:41, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

(rientro) Mi pare perfetto: se non c'è opposizione da parte di altri, per me vai pure.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 12:54, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

A me invece non pare per nulla perfetto, anche alla luce di quanto ho scritto nel paragrafo più sotto relativamente alla citazione del 1801. Pure il dizionario giuridico inglese del 1848 è leggibile su Google Books (credo che in realtà questa Diana E.H. Russell abbia lavorato nello stesso modo in cui ho lavorato io, e cioè andando giù di Google). Ebbene: come si nota è una semplice definizione: "FEMICIDE, the killing of a woman". Da cosa si capisce che sia nata in quegli anni una fattispecie di reato addirittura «distinta dall'omicidio»? Da nulla. E' una semplice "locuzione" senza alcuna valenza giuridica pratica, quella contenuta nel testo. Infatti, se voi googolate "femicide + english + law", limitandovi ai testi pubblicati nel XIX secolo, ricavate questa pagina, e cioè nulla più che la ripetizione della locuzione. Frase da non inserire per manifesta non veridicità.--Presbite (msg) 13:31, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

Opzioni praticabili per me: 1) mi sta bene la modifica come proposta da Salvatore Talia che -mi pare- trova consenso anche in Ferdinando Scala e che chiarisce che l'autrice ipotizza/"suggest" ; 2) eliminare la frase "Fonti legali successive indicano nel 1848 l'anno in cui l'uccisione di una donna divenne un reato giuridicamente perseguibile nel Regno Unito". --Rhockher 13:56, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

Non vedo alternative all'ipotesi "2". La frase dell'autrice citata è manifestamente non vera. Non risulta da alcuna fonte da me ricercata (sto parlando dei vai manuali di diritto ingese del XIX secolo recuperabili con Google: ce ne sono molti) che esistesse un reato di "femminicidio" distinto dall'omicidio. Non solo: non risulta nemmeno che esistesse una qualche aggravante legata all'omicidio di persona di genere femminile. Pure la parte relativa al testo del 1801 non è vera, come ho segnalato qui sotto. Si tratta - in definitiva - di un "normale" abbaglio di un autore, che poi "per li rami" è planato fino a qui. Citare lo stesso quest'abbaglio, per rispettare una sorta di regola per cui le fonti non si discutono, mi parrebbe paradossale.--Presbite (msg) 14:34, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
Dopo aver letto le nuove fonti riportate da Presbite, ritiro il mio appoggio alla proposta di Salvatore, per evidente falsità del presupposto (vedi anche sotto)Ferdinando Scala (Rubra Mater) 14:42, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
C'è anche un'iposesi 3, molto più semplice: si scriva tranquillamente che il termine "femicide" è contenuto all'interno di questo libro del 1801 per indicare la condotta di un uomo (paragonato ad un omicida) che induce una donna a perdere la propria illibatezza, poi s'usò ad indicare l'omicidio di una donna in un romanzo di William MacNish del 1827, e infine si dica che il termine ritorna nel "famoso" manuale di diritto inglese del 1848, ad indicare sempre l'uccisione di una donna.--Presbite (msg) 14:47, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
Mi pare ragionevole. Altri pareri?Ferdinando Scala (Rubra Mater) 14:56, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
Anche a me pare ragionevole. Laddove in NS0 verranno citate queste tre fonti (quella del 1801, quella del 1827 e quella del 1848), ritengo inoltre opportuno che sia precisato che esse sono state menzionate da Diana E. H. Russell nell'ambito di una sua disquisizione sull'origine storica del concetto di femminicidio. Giusto per chiarire che non si tratta di una nostra ricerca originale. --Salvatore Talia (msg) 19:07, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

Nulla da eccepire. Procedete pure con ipotesi 3 di Presbite. --Rhockher 22:11, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

Spostamento[modifica wikitesto]

Rhockher, tutti, avevo spostato dall'incipit il paragrafo con la citazione dal Devoto-Oli, il quale spiega il significato del termine "femminicidio" al paragrafo "Origine, significato e diffusione del termine" in quanto secondo me, proprio perché la spiegazione del significato è ricompresa nel titolo del paragrafo, secondo me dovrebbe stare lì. Pareri?Ferdinando Scala (Rubra Mater) 08:00, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

Buongiorno. Visto che l'incipit deve descrivere in sintesi il senso della voce io credo che il devoto-oli stia bene lì, visto che in realtà il paragrafo successivo si occupa più specificatamente della diverso uso del termine a partire dal 1801 ad oggi nei diversi aspetti io piuttosto modificherei il nome sezione in "origine e diffusione del termine nelle sue diverse accezioni" --Rhockher 08:34, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
Ciao, la cosa principale che mi lascia perplesso è il riportare una citazione in incipit, che non ricordo sia una cosa che si faccia. Per questo sarei per riportare il significato sinteticamente in incipit (come peraltro già fatto) e usare la citazione come approfondimento nel paragrafo successivo. Quindi nessuna cancellazione, solo uno spostamento. Che ne dici?Ferdinando Scala (Rubra Mater) 09:00, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
Su questo punto puoi stare tranquillo =) ci sono molte citazioni in incipit, anzi forse andrebbe messa come si fa nelle altre voci con l'apposito {{}}. --Rhockher 13:36, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
In realtà no. Ho portato in Vetrina qualche voce, e mi è stato sempre detto che la citazione in incipit era incompatibile con lo standard.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 14:28, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

Uh! A me non risulta, guardando il manuale di stile non trovo nulla a riguardo. Io credo che anzi sia bella una citazione in incipit, in particolare così puntuale e descrittiva nelle diverse sfumature del fenomeno, cioè esattamente quello che un introduzione deve fare. Certo si può parafrasare, Ma credo che sia meno bello "stilisticamente". Chiediamo pareri sulla cosa alla comunità? --Rhockher 10:31, 3 dic 2014 (CET)[rispondi]

Ti cito ad esempio la voce Scuola militare "Nunziatella", che ho portato in vetrina quest'anno, durante il vaglio della quale mi e' stato chiesto di rimuovere la citazione posta ad inizio voce. (Ferdinando Scala da sloggato)

Ampliamento[modifica wikitesto]

Ho appena aperto una sezione che dovrebbe descrivere il fenomeno a livello mondiale, la quale secondo me manca nella versione attuale. Sono infatti certo che gli omicidi di donne per ragioni correlate all'identità di genere, è ad esempio elevato in paesi extraeuropei, dove da un punto di vista culturale la donna è tuttora in condizioni di assoggettamento. Ne leggevo tra l'altro nella fonte della Russell già citata in voce. Serve quindi secondo me che ci concentriamo anche su questo aspetto.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 12:02, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

Altro grosso dubbio...[modifica wikitesto]

Ora, io non so chi abbia scritto che «la più antica citazione del termine femicide (femicidio) avvenne nel 1801 in un libro pubblicato in Inghilterra ad indicare genericamente "l'uccisione di una donna", senza alcun riferimento alla violenza di genere come movente», ma si dà il caso che il testo di cui si parla è liberamente leggibile su Google Books. Date per cortesia una letta al paragrafo: si parla di "femicide" ad indicare il tentativo di seduzione di un nobile e ricco lord nei confronti di una giovane ed illibata serva. Non c'entra nulla l' "uccisione di una donna"! Questo lord manda attraverso un suo tirapiedi un biglietto alla serva, offrendole venti ghinee perché lei gli si conceda. La ragazza si confida con un amico della sua stessa religione (metodista), che la dissuade. Ma lei rimane talmente turbata dall'evento, da darsi qualche mese dopo ad un uomo sposato essendo quindi "vittima di seduzione". «This species of delinquency may be denominated femicide; for the monster who betrays a credulous virgin, and consigns her to infamy, is in reality a most relentless murderer!». Certo: in enWiki si scrive che «The term femicide was first used in England in 1801 to signify "the killing of a woman."», ma adesso ditemi voi - dopo aver letto la fonte originale - se questa cosa è vera o no.--Presbite (msg) 13:19, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

Quindi secondo il testo che citi proponeva di usare il termine femicidio per induzione alla prostituzione (reato anch'esso) equiparando di fatto il sesso delle donne alla loro stessa vita. Interessante. Davvero molto interessante. Però forse un pò RO, se ci sono altre fonti si potrebbe inserire anche come nota. Per il resto io direi di procedere con una cosa alla volta e tornerei al quesito che hai mosso precedentemente qui Discussione:Femminicidio#Fortissimi dubbi s'una frase, chiudiamolo e passiamo oltre.--Rhockher 13:31, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
Il testo che cito è esattamente quello indicato in nota dall'autrice citata per sustanziare la frase secondo la quale il temrine indicasse "l'omicidio di una donna". Per cui basta leggerselo per capire che non è così. E' evidente invece - come segnali tu - il parallelo fra l'infamia e la morte. Morte civile, s'intende implicitamente. Laddove per una donna l'infamia è data dall'esser stata sedotta. Questa sarà anche RO, ma a me pare che tutto il testo sulla parte "storica" del termine crolli di fronte ad una semplicissima verifica delle fonti.--Presbite (msg) 13:41, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
Resettiamo. Dopo aver letto il testo originale in inglese, gentilmente riportato da Presbite, sono convinto anch'io che in quel caso "femicide" non indichi l'uccisione di una donna. Da quanto capisco, quindi, la Russell ne fa una citazione quanto meno errata, e come tale cambia anche la mia opinione in merito a quanto detto di sopra in merito alla proposta di Salvatore Talia.Ferdinando Scala (Rubra Mater) 14:37, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]
Non sarei così reciso nell'affermare che, al riguardo, Diana E. H. Russell abbia scritto cosa non vera. Infatti, una traduzione della frase in cui ricorre il termine femicide potrebbe essere la seguente: «Questa specie di delinquenza può essere denominata femminicidio; perché il mostro che tradisce una vergine credula, e la consegna all'infamia, è in realtà un assassino implacabile! (corsivi miei, S.T.)». L'autore del 1801 usa la metafora e l'iperbole per esprimere il concetto che sedurre in quel modo una donna è come ucciderla. Si può dire che, all'interno di tale costruzione retorica, il termine femminicidio sia usato nel significato di "uccisione di una donna".--Salvatore Talia (msg) 18:57, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

(rientro) Scusami, ma credo che così sia un po' tirata per i capelli…stiamo a quello che dice la fonte, e ricordiamoci che stiamo scrivendo una voce sull'uccisione delle donne per motivi inerenti l'identità di genere. Cosa che, anche volendo interpretare la fonte come dici, è ben lontano da quanto la fonte stessa riporta…altrimenti ci ritroviamo a citare tutta la letteratura amorosa patetica ("messere, voi m'uccidete") come esempio di come il femminicidio fosse già diffuso nel Medioevo...Ferdinando Scala (Rubra Mater) 19:37, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

Infatti, tre sezioni qui sopra ho detto che mi va bene questa proposta di edit, dove correttamente è scritto che si parla della condotta di un uomo "paragonato a un omicida". A detta proposta, IMHO, va aggiunta solamente la precisazione che le fonti sono quelle indicate da Diana E. H. Russell nel suo articolo.--Salvatore Talia (msg) 19:45, 2 dic 2014 (CET)[rispondi]

procediamo quindi...[modifica wikitesto]

...con qualcosa così: "(...)In una ricerca sulle origini del termine Diana Russell rintraccia la parola femicide (femicidio) nel 1801 in un libro pubblicato in Inghilterra in cui se ne invocava l'uso per indicare la condotta di un uomo che induce una donna a perdere la propria illibatezza, paragonandolo quindi ad un omicida[1]; sempre nella ricerca suddetta viene evidenziato l'uso riguardo l'omicidio di una donna in un romanzo di William MacNish del 1827 e quindi in un manuale di diritto inglese del 1848 sempre ad indicare l'uccisione di una donna senza specificazioni per quel che riguarda l'aspetto della violenza di genere [2](...)"? Date conferma poi si modifica in NS0. --Rhockher 14:46, 4 dic 2014 (CET)[rispondi]

  1. ^ (EN) Corry J. "The Satirical Review of London at the Commencement of the Nineteenth Century", London 1801, G. Kearsley.
  2. ^ "Strengthening Understanding of Femicide", pag. 27

Ma non vi interessa più? --Rhockher 16:55, 7 dic 2014 (CET)[rispondi]

A me sì, ti rispondo compiutamente più tardi...Ferdinando Scala (Rubra Mater) 17:11, 7 dic 2014 (CET)[rispondi]