Discussione:Del Drago

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Clemente secondo le regole araldiche italiane sarebbe stato Principe e come tale è riconosciuto da tutta l'aristocrazia. D'altro canto lo stato italiano non disconosce i titoli nobiliari ma non è in grado di stabilirne validità e veridicità, ovvero non vuole interessarsene. il precedente P.pe, mio marito Giovanni, divenne P.pe quando l'Italia era ancora una monarchia ma per Clemente le cose sono molto diverse. In effetti l'intera questione dei titoli nobiliari oggi giorno è più una cosa folcloristica che altro. Rimane il fatto che se si riconosce a Clemente il titolo di principe allora a me dovrebbe essere riconosciuto il titolo di P.pe consorte...

Potrebbe essere importante menzionare che Ferdinando, figlio di Clemente e futuro P.pe Del Drago fu adottato da mio marito e ne fu erede. Ai fini di tracciare le opere d'arte e i possedimenti della famiglia Del Drago questa informazione potrebbe essere interessante.--Rcmf2020 (msg) 20:23, 1 gen 2021 (CET)[rispondi]

Per quanto riguarda l'eciclopedicità dell'albero genealogico mi sembra chiaro che sia tanto encliclopedico quanto la famiglia stessa. Se la famiglia Del Drago è enciclopedica allora lo è anche il suo albero genealogico. Inoltre, nell'albero genealogico sono presenti ben 7 persone che sono a loro volta enciclopediche: Urbano Del Drago Biscia Gentili, I principe di Mazzano ed Antuni, Luigi Del Drago, Filippo Massimiliano Del Drago Biscia Gentili, II principe di Mazzano ed Antuni, Giovanni Battista Casali del Drago, Alfonso Del Drago Biscia Gentili, III principe di Mazzano ed Antuni, Mario del Drago, Carlo Masi. Direi che questo basta a ritenere l'albero genealogico rilevante. --Rcmf2020 (msg) 20:33, 1 gen 2021 (CET)[rispondi]

Beh non è così ovvio. Se ad esempio una famiglia fosse stata rilevante ed enciclopedica nel Rinascimento, dovremmo indicare anche i loro discendenti attuali? Tutto va riportato nel proprio contesto storico. Per altro, potrebbero esserci fonti (sudi sull'argomento) per il periodo in cui la famiglia era rilevante e non per altri.
P.S. Cosa c'entrano le regole "araldiche" che riguardano gli stemmi, non il diritto di avere un titolo nobiliare? Se la Republica italiana non riconosce i titoli nobiliari (non è che li "disconosca", non li riconosce proprio), essi non esistono (i titoli nobiliari non sono un vezzo o simile, sono un qualcosa che esistono se il contesto giiridico sociale dà a essi importanza). Nobiltà italiana#Dal secondo dopoguerra a oggi rimanda a una sentenza della Corte costituzionale scondo cui "non costituiscono contenuto di un diritto e, più ampiamente, non conservano alcuna rilevanza" giuridica--Meridiana solare (msg) 15:21, 2 gen 2021 (CET)[rispondi]
[@ Meridiana solare] l'ultimo P.pe Del Drago è stato sposato con Carlo Masi e del matrimonio se ne parla in un intero capitolo di "La natura è innocente" di Walter Siti (Premio Strega). Direi che questo già basta per dire che la famiglia è enciclopedica anche oggi. Inoltre, nella famiglia corrono opere d'arte e proprietà e molti studiosi potrebbero essere interessate a tracciarne il percorso tramite le eredità. per quanto riguarda i titoli io menzionerei solo quelli fino a che abbiamo avuto una monarchia in Italia. --Rcmf2020 (msg) 16:33, 2 gen 2021 (CET)[rispondi]
«Se la Republica italiana non riconosce i titoli nobiliari (non è che li "disconosca", non li riconosce proprio), essi non esistono (i titoli nobiliari non sono un vezzo o simile, sono un qualcosa che esistono se il contesto giiridico sociale dà a essi importanza)». Ma chi lo dice? Mi sembra veramente assurdo attribuire all'ordinamento repubblicano addirittura facoltà ontologiche, come se ciò che la repubblica non riconoscesse ipso facto non esistesse. --AVEMVNDI 14:00, 27 giu 2021 (CEST)[rispondi]
Non l'ordinamento repubblicano, ma la società. Lo stato nobiliare / aristocratico per definizione è una classe sociale a cui sono riconosciuti privilegi. Se tali privilegi non sono riconosciuti, perché parlare di nobiltà? --Meridiana solare (msg) 14:27, 26 feb 2022 (CET)[rispondi]