Dionigi l'Areopagita
San Dionigi l'Areopagita | |
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Dipinto di san Dionigi realizzato da Clemente de Torres, presente all'interno del Museo di Belle Arti di Siviglia. | |
Vescovo e Dottore della Chiesa Greca | |
Nascita | I secolo |
Morte | I secolo |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Santuario principale | Cattedrale di San Dionigi (Atene) Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta (Crotone) |
Ricorrenza | 9 ottobre |
Attributi | Ornamenti da vescovo con in mano il Vangelo |
Patrono di | Atene, Crotone, Jerez de la Frontera e Ojén |
Dionigi l'Areopagita (in greco antico: Διονύσιος ὁ Ἀρεοπαγίτης, Dionýsios ho Areopaghítēs; Atene, I secolo – Atene, I secolo) è stato un giurista e vescovo greco antico; giudice dell'Areopago di Atene, fu convertito al cristianesimo dalla predicazione e dalla preghiera dell'apostolo Paolo. La Chiesa cattolica lo venera come santo.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Dionigi ci è noto esclusivamente dalla testimonianza degli Atti (17,22): nel racconto neotestamentario Paolo si trova ad Atene, ha fatto un giro della città e viene interrogato dai filosofi epicurei e stoici. Lo portano all'Areopago, chiedendo un chiarimento della sua predicazione[1]
«E Paolo, ritto in piedi in mezzo all'Areopago, disse: «Ateniesi, io veggo voi in tutto e per tutto singolarmente religiosi. Tanto è vero, che passando e vedendo i vostri simulacri, ho trovato perfino un altare con questa iscrizione: "Al Dio ignoto". Or quello che voi onorate senza conoscerlo, quello io annunzio a voi.» |
(Atti degli Apostoli, 17, 22-23) |
La predicazione di Paolo cerca di adattare il messaggio di Cristo al pubblico di filosofi. Questo non si oppone fino a quando Paolo parla della risurrezione:
«Sentita però la risurrezione de' morti, alcuni se ne fecero beffe; altri dissero: "Di questo t'udiremo un'altra volta". Così Paolo uscì di mezzo a loro. Alcuni però s'unirono a lui, e credettero; tra questi, Dionigi l'Areopagita, una donna, per nome Damaride, e altri con loro.» |
(Atti degli Apostoli 17, 32-34) |
Secondo Dionigi di Corinto e Eusebio di Cesarea, Dionigi divenne vescovo di Atene[2].
Alcuni secoli più tardi, il Corpus Dionysianum, una serie di scritti di natura mistica, fu scritto sotto lo pseudonimo di Dionigi l'Areopagita[3]; il suo autore è oggi noto come Pseudo-Dionigi.
Culto[modifica | modifica wikitesto]
Il santo è patrono delle città di Atene e di Crotone[4]. La sua festa è celebrata il 9 ottobre.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Areopago può designare una collina che si trova a ovest dell'Acropoli, o un consiglio superiore, che si è riunito una volta su questa collina; ma al tempo di Paolo il consiglio teneva le sue sessioni nel Portico Reale, lungo l'Agora.
- ^ Eusebius, Historia Ecclesiae III: iv
- ^ Sulla identificazione di Dionigi con lo Pseudo-Dionigi: Dionigi l'Areopagita, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. (EN) Pseudo-Dionysius the Areopagite nella Stanford Encyclopedia of Philosophy
- ^ Francesco Placco, San Dionigi Areopagita, patrono di Crotone, su Briganteggiando, 9 ottobre 2012. URL consultato il 3 ottobre 2019.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Nel cinema[modifica | modifica wikitesto]
Nel film del 2004 Hellboy diretto da Guillermo del Toro, al minuto 28' e 44" circa, San Dionigi l'Areopagita viene nominato come "il Santo che scaccia i demoni", indicando una statua che rappresenta il Santo come reliquiario che trattiene l'entità "Samael, segugio infernale".
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Dionigi l'Areopagita, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Dionigi l'Areopagita, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Dionigi l'Areopagita, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Dionigi l'Areopagita, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- (EN) Hieromartyr Dionysius the Areopagite the Bishop of Athens, su ocafs.oca.org.
- (EN) Kevin Corrigan,L. Michael Harrington, Pseudo-Dionysius the Areopagite, in Edward N. Zalta (a cura di), Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Università di Stanford.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 349145857118922922538 · LCCN (EN) n85113327 · GND (DE) 1115092707 · BNE (ES) XX826757 (data) · NLA (EN) 35037286 · WorldCat Identities (EN) lccn-n85113327 |
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