Cattedrale di Santa Maria Assunta (Crotone)

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Cattedrale dei Santi Maria Assunta e Dionigi
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàCrotone
Coordinate39°04′53.4″N 17°07′42.6″E / 39.0815°N 17.1285°E39.0815; 17.1285
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria Assunta
Dionigi l'Areopagita
DiocesiCrotone-Santa Severina
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzioneIX secolo
CompletamentoXV secolo

Il duomo di Crotone, che ha il nome ufficiale di cattedrale di Santa Maria Assunta, è il principale luogo di culto cattolico di Crotone, sede vescovile dell'omonima arcidiocesi. Nel novembre del 1983 papa Giovanni Paolo II l'ha elevata alla dignità di basilica minore[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il duomo di Crotone, dedicato a santa Maria Assunta e a san Dionigi l'Areopagita, risale all'impianto originario del IX secolo. Riedificato nel XVI secolo per iniziativa dell'allora vescovo Antonio Lucifero con l'ausilio di materiali provenienti dal tempio di Hera Lacinia, la struttura subì nel corso del tempo numerosi restauri.

Il duomo[modifica | modifica wikitesto]

Sulla facciata in stile neoclassico, affiancata da un imponente campanile, si aprono tre maestosi portali. L'interno, diviso in tre navate sorrette da pilastri, ospita pregevoli opere d'arte: un fonte battesimale in pietra con base zoomorfa del XIII secolo, un seicentesco coro ligneo, due busti lignei raffiguranti san Gennaro e san Dionigi, entrambi del XVII secolo, un crocifisso in terracotta e un pulpito marmoreo progettato dall'architetto Pietro Paolo Farinelli nel 1898.

In fondo alla navata destra si apre la cappella ottocentesca nella quale è custodita l'icona bizantina della Madonna di Capocolonna che, secondo la tradizione, sarebbe opera di San Luca. La cappella, sulla cui volta vengono raffigurati angeli musicanti, è ornata da stucchi dorati, bronzi e preziosi dipinti di Boschetto (1841-1918) e di de Falco (1798-1882).

Sulla navata sinistra vi è una tela settecentesca raffigurante Gesù di ritorno dal tempio realizzata da Niccolò Lapiccola; la chiesa conserva inoltre un interessante tesoro costituito da paramenti e argenterie tra cui, di grande interesse, un calice d'argento dorato con smalti del 1626, dono di Filippo IV all'arcivescovo di Crotone, un calice e un bacolo del Settecento, di ignoti artisti napoletani, e una croce processionale del XVIII secolo. Al suo interno vi è anche un settecentesco dipinto su tela, recentemente restaurato, raffigurante la decapitazione di San Dionigi, attribuibile a Corrado Giaquinto.

Negli ultimi anni è stata posta all'entrata una statua bronzea raffigurante Padre Pio.

Il piazzale adiacente all'ingresso è stato completamente restaurato nel 2003-2004.

Il 2 maggio 2016 nella Basilica Cattedrale è avvenuta la Solenne concelebrazione eucaristica per la Presentazione della Confraternita della Madonna di Capocolonna e la Benedizione delle insegne del Sodalizio. La Cerimonia è stata presieduta dal padre arcivescovo, Mons.Domenico Graziani. Il motto della Confraternita esprime bene l'anima del sentimento popolare più profondo e genuino: Mater Domini, praesidium e cor huius vrbis -Madre del Signore, presidio e cuore di questa città. L'edificio conserva anche le tombe dell'arcivescovo Giuseppe Agostino e del vescovo Luigi Maria Lembo.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Catholic.org Basilicas in Italy
  2. ^ Cammino Neocatecumenale, su diocesidicrotonesantaseverina.it. URL consultato il 23 novembre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]