Poephila cincta

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Diamante bavetta
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Passeriformes
Sottordine Oscines
Infraordine Passerida
Superfamiglia Passeroidea
Famiglia Estrildidae
Genere Poephila
Specie P. cincta
Nomenclatura binomiale
Poephila cincta
Gould, 1837
Areale


Bordeaux: sottospecie nominale
Rosso: sottospecie atropygialis

Il diamante bavetta (Poephila cincta Gould, 1837) è un uccello passeriforme della famiglia degli Estrildidi.[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La specie appartiene al genere Poephila, che condivide con l'affine e molto simile diamante codalunga (dal quale si ritiene che questa specie abbia cominciato a divergere attorno ai 600.000 anni fa[3]) e col diamante mascherato[4].

Se ne riconoscono due sottospecie[5]:

  • Poephila cincta cincta, diffusa a sud della città di Townsville, caratterizzata da codione di colore bianco
  • Poephila cincta atropygialis, diffusa a nord di Cairns, come intuibile dal nome (da atro-, prefisso latino per "nero" e πυγος, pygos, dal greco antico per "deretano") caratterizzata da codione nero;

Distribuzione ed habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale di questa specie si estende dalla penisola di Capo York in direttrice sud-est attraverso la fascia costiera del Queensland fino al Nuovo Galles del Sud settentrionale, dove tuttavia non sono più stati segnalati esemplari di questa specie dal 1994, tanto che essa ha assunto lo status di "minacciata" in questo stato[6] e "vulnerabile" nel Queensland[7].

L'habitat di questo uccello, a differenza dei suoi congeneri (amanti degli spazi aperti) è rappresentato dalle aree secche cespugliose e boscose con presenza di fonti d'acqua dolce permanenti. In seguito alla diminuzione o alla sparizione di questo uccello da circa l'80% del suo areale originario, con la maggioranza della popolazione selvatica arroccata attorno a Townsville[8], a partire dal 2004 sono stati varati dei piani di ripopolamento e di bonifica dell'areale, impoverito da incendi, allevamento intensivo di bestiame ed aumento di aree erbose adibite a pascoli a discapito di quelle cespugliose ed arboree[9].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un uccello di piccole dimensioni, che misura circa 10 cm di lunghezza coda compresa.

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Un diamante bavetta al suolo.

L'aspetto è piuttosto simile al congenere diamante codalunga, rispetto al quale il diamante bavetta appare più tozzo e dal becco più piccolo[10]. Il becco è nero, così come una fascia che dal becco va fino agli occhi e la famosa bavetta sulla gola, che dà il nome comune alla specie: nera è anche la coda ed una fascia che percorre ciascun fianco a guisa di cintura (da cui il nome scientifico cincta, "cinta")[11]. La testa è di colore grigio, mentre il corpo è di colore grigio-nocciola con tendenza a scurirsi sul dorso e a mostrare delle calde sfumature albicocca su petto e ventre. Il sottocoda è bianco, mentre il codione è bianco nella sottospecie nominale e nero nella sottospecie atropygialis.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Il diamante bavetta è un uccello tendenzialmente stanziale che vive in piccoli gruppi, difficilmente costituiti da più di 30 individui: essi si muovono nella vegetazione con grande circospezione, tenendosi in contatto fra loro con continui richiami.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di uccelli fondamentalmente granivori, che hanno ragione dei gusci dei piccoli semi grazie al forte becco. Non disdegnano anche altri cibi di origine vegetale, come frutta, bacche e germogli, così come sporadicamente possono cibarsi anche di piccoli insetti (soprattutto termiti, che vengono catturate quando sciamano durante la stagione delle piogge).

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo riproduttivo è strettamente legato alla stagione delle piogge, in quanto i diamanti bavetta si riproducono appena dopo la stagione monsonica in maniera tale da assicurare ai nuovi nati un nutrimento abbondante: nelle regioni settentrionali dell'areale esso comincia generalmente a febbraio, mentre più a sud esso si concentra fra settembre a gennaio.

Il nido è rappresentato da una struttura tondeggiante di circa 15 cm di diametro, costituita da fili d'erba ed altro materiale filamentoso finemente intrecciato e munita di un caratteristico tunnel d'entrata di una decina di centimetri di lunghezza. Il nido viene costruito da entrambi i partner e viene collocato generalmente fra gli alberi di eucalipto, al di sopra dei 5 metri d'altezza.

Nel nido la femmina depone 4-6 uova biancastre che misurano circa 17 mm di lunghezza per 12 di larghezza[12]. Ambo i sessi si alternano alla cova, che dura circa due settimane, ed all'allevamento dei pulli, che alla nascita sono ciechi ed implumi. Rispetto ad altre specie, i nidiacei di diamante bavetta sono poco vivaci ed insistenti nella richiesta di cibo, pertanto se allevati assieme ad altri nidiacei non conspecifici oppure in gran numero in un singolo nido (come spesso accade in cattività, dove molti allevatori utilizzano i passeri del Giappone come balie per varie specie di maggior pregio) corrono il rischio di essere surclassati fino a morire d'inedia.
I piccoli sono pronti per l'involo attorno alle tre settimane di vita, sebbene tendano a rimanere presso i genitori per almeno altre due settimane.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Poephila cincta, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Estrildidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 10 maggio 2014.
  3. ^ WB Jennings W. B., Edwards S. V., Speciational history of Australian grass finches (Poephila) inferred from 30 gene trees (PDF), in Evolution, vol. 59, n. 9, 2005, p. 2033–47, PMID 16261740 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2010).
  4. ^ Christidis L., Boles W. E., Systematics and Taxonomy of Australian Birds, CSIRO Publishing, 2008, p. 177, ISBN 978-0-643-06511-6.
  5. ^ Zann, R., Distribution, status and breeding of Black-throated Finches Poephila cincta in Northern Queensland, in Emu, vol. 76, n. 4, 1976, p. 201–06, DOI:10.1071/MU9760201. URL consultato il 31 ottobre 2008.
  6. ^ Department of Environment and Climate Change website, Threatened Species:Black-throated Finch (southern subspecies) - profile, su threatenedspecies.environment.nsw.gov.au, New South Wales Government, Department of Environment and Climate Change. URL consultato il 12 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2012).
  7. ^ Environmental Protection Agency website, Threatened Species:Black-throated finch (southern subspecies), su epa.qld.gov.au, The State of Queensland (Environmental Protection Agency) (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2009).
  8. ^ Nine News MSN website, Endangered bird keeps family in shed, su news.ninemsn.com, Nine MSN (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2011).
  9. ^ Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts - website, National recovery plan for the Black-throated finch southern subspecies (Poephila cincta cincta), su environment.gov.au, Australian Government: Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2008).
  10. ^ Wade, P., Every Australian Bird Illustrated, Rigby, 1977, p. 277, ISBN 0-7270-0009-8.
  11. ^ Slater P., A Field Guide to Australian Birds:Non-passerines, Rigby, 1974, p. 261, ISBN 0-85179-813-6.
  12. ^ Beruldsen G., Australian Birds: Their Nests and Eggs, 2003, p. 405, ISBN 0-646-42798-9.

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