David Solans

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David Solans nel 2020

David Solans Cortés (Vilassar de Mar, 3 agosto 1996) è un attore spagnolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il debutto cinematografico di Solans è stato con Jesús Monllaó, che gli ha dato l'opportunità di partecipare al film Fill de Caín, dove interpretava Nico, un ragazzo psicopatico ossessionato dagli scacchi.[1]

Negli anni seguenti, è stato il protagonista della web serie diretta da Marc e Oriol Puig, La caida de Apolo, e del film El dulce sabor de limón di David Aymerich.[2]

La sua prima apparizione sul piccolo schermo è stata nella serie Bajo sospecha di Antena 3, dove ha interpretato Oscar nella prima stagione della serie.[3]

Nel 2015 ha recitato nella serie Merlí dell'emittente TV3, nel ruolo di Bruno Bergeron, uno studente che ha difficoltà ad accettarsi per quello che è, e il cui padre diventa il suo nuovo insegnante di filosofia.[4] Visto il grande successo che la serie ricevette nel pubblico catalano, La Sexta decise di doppiare la serie in castigliano per l'intero paese.[5] Nel 2016 è andata in onda la seconda stagione di Merlí. Solans ha lasciato la serie dopo il 12º episodio, un episodio prima della fine della stagione.[6]

Quell'anno, ha anche recitato in una miniserie di quattro episodi su Telecinco, Quello che nascondono i tuoi occhi.[7]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 2014 – Premio Gaudí[10]
    • Candidatura al miglior protagonista maschile per Fill de Caín

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, David Solans è stato doppiato da:

  • Stefano Sperduti in Il sospetto
  • Flavio Aquilone in La caccia - Monteperdido
  • Gianandrea Muià in Boca Norte

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) Guillermo Álvarez, David Solans: "Por suerte no me identifico con mi personaje en 'Hijo de Caín'" [David Solans: "Luckily, I don't identify with my character in 'Hijo de Caín' (Son of Cain)], su eCartelera, Noxvo, 6 giugno 2013. URL consultato il 6 agosto 2017.
  2. ^ (ES) Irene Rubió, El film 'El dulce sabor del limón' remata sus últimos detalles [The film 'El dulce sabor de limón' (The sweet flavor of lemon) finishes its final touches], in Diari de Tarragona, 26 gennaio 2017. URL consultato il 4 agosto 2017.
  3. ^ (ES) David Solans es Oscar en 'Bajo Sospecha' [David Solans is Oscar in 'Bajo Sospecha' (Under Suspicion)], in Formula TV, Noxvo, 13 ottobre 2014. URL consultato il 4 agosto 2017.
  4. ^ (ES) David Redondo, David Solans: "Cuando cambias el modo de ver las cosas, las cosas cambian" [David Solans: "When you change the way you look at things, things change"], in Los 40, Prisa, 24 marzo 2016. URL consultato il 4 agosto 2017.
  5. ^ (ES) La serie de TV3 'Merlí' se verá en Atresmedia [The TV3 series 'Merlí' will be seen on Atresmedia], in Teleprograma, Hearst España, Novembre 2015. URL consultato il 4 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2016).
  6. ^ (ES) Bianca Cia, 'Merlí' vuelve a las andadas ['Merlí' is back on track], in El País, Prisa, 19 giugno 2016. URL consultato il 4 agosto 2017.
  7. ^ (ES) Alicia Mingo e Ignacio Herruzo, Todo sobre 'Lo que escondían sus ojos' [All about 'Lo que escondían sus ojos' (All that your eyes hide)], in Teleprograma, Hearst España, Ottobre 2015. URL consultato il 4 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2016).
  8. ^ (CA) Un total de 35 produccions competiran a la 6a edició dels Premis Gaudí el proper 2 de febrer, in Acadèmia del Cinema Català, 3 gennaio 2014. URL consultato il 27 dicembre 2018.
  9. ^ (ES) “Stockholm” y “Vivir es fácil con los ojos cerrados”, favoritas del Círculo de Escritores, in Decine21, ESTRENOS 21, S.L., 10 gennaio 2014. URL consultato il 27 dicembre 2018.
  10. ^ a b c David Solans - Awards, su imdb.com, IMDb.
  11. ^ (ES) Maria Colom, Últimos días del planeta (versión Puig), in La Vanguardia, 17 gennaio 2015. URL consultato il 27 dicembre 2018. Ospitato su PressReader.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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