Cristoforo Bendazzi

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Cristoforo Bendazzi

Cristoforo Bendazzi (Alfonsine, 1924fiume Brenta, 28 aprile 1945) è stato un partigiano italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studente del Liceo Torricelli di Faenza, sin dai giorni successivi all'8 settembre 1943 entrò nella Resistenza armata con il nome di battaglia di Rino, unendosi ad una delle prime esigue formazioni partigiane operanti in Romagna, il Gruppo Libero, trasformatosi nel 1944 nella ben più numerosa e organizzata Brigata Garibaldi Romagnola operante nell'Appennino forlivese.

Successivamente, a seguito del temporaneo disfacimento della formazione partigiana a causa di un pesante rastrellamento nazifascista, si unì nell'estate dello stesso anno alla neocostituita 28ª Brigata GAP "Mario Gordini" operante nella pianura ravennate, divenendone comandante di battaglione e prendendo parte a molti scontri con i nazifascisti.

A seguito dello sfondamento della Linea Gotica da parte delle forze alleate e della liberazione di Ravenna, la Brigata (rinominata 28ª Brigata Garibaldi "Mario Gordini") passò alle dipendenze prima della 8ª Armata alleata e successivamente, dall'inizio del 1945 fino alla fine della guerra, del neonato Gruppo di Combattimento "Cremona", con la nomina di Bendazzi a comandante della 6ª Compagnia nelle ultime fasi della guerra.

Gli ultimi giorni del conflitto, giorni dopo la proclamazione della Liberazione, la 28ª Brigata ancora combatteva nel Veneto, avanguardia delle forze avanzanti verso la liberazione di Venezia.

"Rino" – come ricorda la motivazione della medaglia d'argento alla memoria -

«…trascinava con ardimento e perizia non comuni il proprio reparto oltre l’Adige, travolgendo ogni resistenza nemica. Attraversando successivamente il Brenta, nel generoso tentativo di soccorrere un soldato inglese ferito, urtava contro un nucleo avversario col quale, nonostante la schiacciante inferiorità, non esitava a impegnare combattimento. Ferito, rifiutava di arrendersi e, per sottrarsi alla cattura, si gettava a nuoto nel fiume. Venutegli a mancare le forze, veniva travolto dalla corrente e periva nelle acque del Brenta.»

Così descrive l'episodio Arrigo Boldrini nel suo "Diario di Bulow":

«Una squadra, nella notte cerca di attraversare il Brenta e di intimare ai tedeschi di arrendersi, ma questi reagiscono: cade Rino Bendazzi il nostro ottimo comandante della 6ª compagnia. È una perdita dolorosa, proprio alla fine della guerra quando la città è ormai circondata e quindi i nemici devono arrendersi.
Verso le 22 il comando tedesco, tramite i patrioti del luogo, offre la resa che viene concordata da alcuni ufficiali del comando della 2ª brigata britannica che opera in questo settore affiancata alla 28ª. Via mare arrivano altre unità alleate. Si stabilisce che le operazioni per il disarmo e la presa in consegna dei prigionieri avvengano il 29 aprile. Il presidio tedesco è composto di circa 1.000 soldati.[1]»

È l'ultimo caduto della Brigata, l'ultimo decorato al valor militare: la capitolazione delle forze nazifasciste sul territorio italiano avverrà ufficialmente il 29 aprile, il giorno dopo la sua morte.

Alla sua memoria è stato intitolato il campo sportivo di Alfonsine.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A. Boldrini, Diario di Bulow, Vangelista, Milano, p.304.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eroi partigiani, in "Democrazia", n. 20, giugno 1945, cit. in Luciano Casali (a cura di), "Il Movimento di Liberazione a Ravenna" (Catalogo N.1: 1943/1945, Istituto Storico della Resistenza di Ravenna, Galeati, Imola, 1964.
  • Luciano Casali (a cura di), "Il Movimento di Liberazione a Ravenna" (Catalogo N.2: 1943/1945, dattiloscritti e manoscritti), Istituto Storico della Resistenza di Ravenna, Ravegnana, 1965, p. 339.
  • Guido Nozzoli, Quelli di Bulow. Cronache della 28ª Brigata Garibaldi, Editori Riuniti, 1957 (terza edizione: 2005).
  • Voce "Cristoforo Bendazzi" in Enciclopedia della Resistenza e dell'antifascismo, Vol. I, La Pietra, Milano, 1968.
  • Pietro Albonetti, Le campagne ravennati e la Resistenza, Edizioni del Girasole, Ravenna, 1977.
  • Arrigo Boldrini, Diario di Bulow, Vangelista, Milano, 1985.
  • Enio Iezzi, 18 Resistenze per 1 Libertà, Walter Berti (Walberti), Lugo, 2005.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]