Cominazzo (famiglia)

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Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cominazzo (oppure Cominazzi o Cominassi) è una nota famiglia italiana di armaioli, originaria di Gardone Val Trompia, i cui membri furono attivi dal XVII secolo al XIX secolo.[1] Un ramo si stabilì a Brescia e, presumibilmente, si dedicò alla finitura e alla vendita di armi civili.[2]

I Cominazzo erano maestri di canne, cioè forgiatori di canne per armi da fuoco, e i loro prodotti ottennero un tale successo in Italia e in Europa, che le canne delle loro pistole, chiamate 'lazzarine' (dal nome di uno dei primi capistipiti della dinastia e dal nome di molti suoi eredi),[2] erano molto ricercate per la loro perfezione tecnica e artistica e venivano montate sempre in armi di grande qualità.[1]

Nei musei e nelle collezioni private si conservano spesso armi del XVIII secolo che montano canne lazzarine del secolo precedente, a dimostrazione del pregio e della grande considerazione in cui venivano tenute.[1]

Storia e componenti[modifica | modifica wikitesto]

Capostipite della famiglia fu Lazaro, il cui erede si chiamo Lazarino, che troviamo menzionato in numerosi documenti del XVII secolo come uno dei più apprezzati armaioli del tempo e che fu attivo fino al 1645, firmando spesso le sue canne con la scritta 'Lazar Cominaz'.[1]

Alla sua morte l'attività proseguì guidata dai numerosi figli e nipoti, tra i quali si misero in evidenza Fortunato (1634-1696), che realizzò armi di notevole pregio.[1]

Emigrati a Torino per cause politiche, i Cominazzo si impegnarono al servizio del re Vittorio Amedeo II di Savoia e rientrarono in Val Trompia solamente intorno al 1720.[1]

Da questa data lavorarono a Gardone fino alla fine del XIX secolo.[1]

Le armi da fuoco realizzate dai Cominazzo e conservate nei vari musei sono considerate tra le migliori per la perfezione tecnica, la leggerezza e l'eleganza della ornamentazione delle canne, magistralmente incise, cesellate ed egeminate, nonché per la splendida decorazione delle casse eseguite dai maestri archibugiari ed incassatori che lavoravano con loro.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Cominazzo, in le muse, III, Novara, De Agostini, 1965, p. 376.
  2. ^ a b Cominazzo, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 14 marzo 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ateneo di Brescia-Accademia di Scienze Lettere Arti, Armi e cultura nel bresciano 1420-1870, Brescia, Tipo-Lito Fratelli Geroldi, 1981.
  • Cominazzi, Fabbrica d'armi in Gardone, p. 10.
  • A. Gaibi, I Cominazzo: una famiglia di artefici famosi..., in Armi antiche, 1960, pp. 75-124.
  • Montù, Storia dell'artiglieria italiana, V, p. 2634.
  • M. Morin, Armi antiche, Milano, 1982, pp. 62 s.
  • (EN) Charles Oman, A History of the Art of War in the Sixteenth Century, Londra, 1937.

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