Mecistops cataphractus

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Coccodrillo catafratto
Stato di conservazione
Critico[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Crocodylia
Famiglia Crocodylidae
Sottofamiglia Crocodylinae
Genere Mecistops
Gray, 1844
Specie M. cataphractus
Nomenclatura binomiale
Mecistops cataphractus
(Cuvier, 1825)
Sinonimi

Crocodylus cataphractus
Cuvier, 1825

Il coccodrillo catafratto (Mecistops cataphractus (Cuvier, 1825)) è una specie di coccodrillo dell'Africa occidentale. Attribuito in passato al genere Crocodylus, è stato recentemente segregato in un genere a sé stante, Mecistops[2][3][4].

È una specie in pericolo critico di estinzione.[1]

È una delle cinque specie di coccodrillo che si trovano in Africa. Gli altri sono il coccodrillo dal muso stretto centrafricano (Mecistops leptorhynchus), il coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus), il coccodrillo del deserto (Crocodylus suchus) e il coccodrillo nano (Osteolaemus tetraspis).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un coccodrillo di medie dimensioni, in genere un po' più piccolo del coccodrillo del Nilo. La lunghezza degli adulti è di 3 o 4 m, e gli adulti pesano 125-230 kg. Occasionalmente qualche grande esemplare può pesare fino a 325 kg[5]. Hanno un muso sottile usato per catturare le prede, da qui il loro nome. Tutte le specie di coccodrilli hanno un muso stretto o tozzo a seconda del tipo di dieta. Il coccodrillo catafratto non ha un muso sottile come il gaviale del Gange (Gavialis gangeticus), ma comunque più sottile degli altri coccodrilli o di molti alligatoridi.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie non si trova quasi mai in gruppi, salvo durante l'inizio della stagione riproduttiva. Ha un temperamento riservato, e spesso lo si trova solitario e nascosto tra gli alberi[6].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Come i gaviali e altri coccodrilli simili (Crocodylus johnsoni), la sua dieta consiste principalmente in pesci, serpenti, anfibi e crostacei[6]. Il muso sottile infatti non gli consente di avere una dieta carnivora come quella di altri coccodrilli con il Coccodrillo del Nilo.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Gli esemplari di questa specie cominciano a riprodursi nella stagione delle piogge[5]. La femmina costruisce un nido costituito principalmente da materia vegetale. I nidi sono situati sulle rive dei fiumi, e la costruzione inizia generalmente al momento della comparsa della stagione delle piogge. Ha una stagione di nidificazione simile a quella dell'osteolemo, ma in genere più breve. Il coccodrillo catafratto depone una media di 16 (minimo 13, massimo 27) uova molto grandi rispetto alle dimensioni del corpo. Il periodo di incubazione è lungo confrontato con la maggior parte delle altre specie di coccodrilli, a volte della durata di oltre 100[6]-110[5] giorni. La femmina resta vicino al nido, e una volta che le uova iniziano a schiudersi, i cuccioli emettono il loro caratteristico verso, quindi la femmina rompe li aiuta[7]. I cuccioli hanno già dei denti molto affilati.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione di C. cataphractus

I coccodrilli catafratti sono nativi dei corsi d'acqua dolce nell'Africa occidentale. Predilige le aree con vegetazione fitta; a volte è stato trovato anche in acqua salmastra[1].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La lista rossa IUCN classifica Mecistops cataphractus come specie in pericolo critico di estinzione (Critically Endangered)[1].

La specie è inserita nella Appendice I (specie di cui è proibito il commercio) della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES).[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Crocodile Specialist Group, Mecistops cataphractus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Brochu C. A., Njau J., Blumenschine R. J., Densmore L. D., A New Horned Crocodile from the Plio-Pleistocene Hominid Sites at Olduvai Gorge, Tanzania, in PLoS ONE, vol. 5, 2ª ed., 2010, p. e9333, DOI:10.1371/journal.pone.0009333, PMC 2827537, PMID 20195356.
  3. ^ Robert W. Meredith, Evon R. Hekkala, George Amato and John Gatesy, A phylogenetic hypothesis for Crocodylus (Crocodylia) based on mitochondrial DNA: Evidence for a trans-Atlantic voyage from Africa to the New World, in Molecular Phylogenetics and Evolution, n. 60, 2011, p. 183–191, DOI:10.1016/j.ympev.2011.03.026.
  4. ^ Mecistops cataphractus, in The Reptile Database. URL consultato il 15 luglio 2014.
  5. ^ a b c Marylandzoo.org. URL consultato il 17 novembre 2013.
  6. ^ a b c Arkive.org. URL consultato il 17 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2016).
  7. ^ sandiegozoo.org. URL consultato il 17 novembre 2013.
  8. ^ CITES - Appendices I, II and III (PDF), in Convention On International Trade In Endangered Species Of Wild Fauna And Flora, International Environment House, 2011 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).

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