Chiesa di Sant'Antonio Abate (Aquileia, Belvedere)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa di Sant'Antonio Abate
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Friuli-Venezia Giulia
LocalitàBelvedere (Aquileia)
Coordinate45°43′44.94″N 13°23′27.88″E / 45.729149°N 13.391077°E45.729149; 13.391077
Religionecattolica di rito romano
Titolaresant'Antonio abate
Arcidiocesi Gorizia
FondatoreFrancesco Savorgnan
Inizio costruzione1746

La chiesa di Sant'Antonio Abate è la parrocchiale di Belvedere, frazione di Aquileia, in provincia di Udine ed arcidiocesi di Gorizia; fa parte del decanato di Aquileia. È dedicata al patrono del paese[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il campanile

Sin dai tempi antichi sorgeva a Belvedere una piccola chiesa a forma di capanna, una delle sei chiesette che fungevano da corona alla basilica di Sant'Eufemia a Grado[1].

Il retro della chiesa

La chiesa di Belvedere, con annesso un cimitero[2], venne ricostruita nel XVII secolo per interessamento dei signori Savorgnan[3], dei quali Belvedere era un feudo.
Nella prima metà del XVIII secolo questo edificio si rivelò insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli e, così, fu edificata nel 1746 l'attuale parrocchiale, voluta anche da Francesco Savorgnan[3][4]. Essa fu consacrata nel 1749 dall'ultimo patriarca di Aquileia Daniele Dolfin.
La struttura fu poi ampliata nel 1850 mediante la realizzazione delle cappelle laterali[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio religioso si trova sulla sommità di una duna, una delle poche rimaste e caratterizzante il litorale.
La facciata principale è esposta ad ovest e la torre campanaria è addossata al prospetto laterale sud. Sul sagrato, presso la porta d'ingresso, si trova un mosaico raffigurante un pavone. Simbolo per i primi cristiani della risurrezione e della vita eterna, ricorda i mosaici aquileiesi[5].
La chiesa è ad aula unica. Le opere di pregio all'interno sono di artisti veneziani, tra cui le statue degli angeli dell'altar maggiore di Giovanni Maria Morlaiter e una copia della pala d'altare Madonna del Rosario con i santi Domenico, Giovanni Nepomuceno, Antonio abate, Sebastiano e Marco di Gianantonio Guardi. L'originale, asportato negli anni ottanta del Novecento[5], è oggi conservato nella Pinacoteca dei musei provinciali presso palazzo Attems-Petzenstein a Gorizia[4]. Il dipinto fu commissionato dal conte Francesco Savorgnan, realizzato dopo che l'artista ebbe visitato la località e collocato nella chiesa di Belvedere nella metà del 1700[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Eleonora Franzin, Nel vortice della storia, su iMagazine, 25 maggio 2018. URL consultato il 10 giugno 2020.
  2. ^ Christian Massaro, Gaudet Aquileia Mater, su Voce isontina, 26 settembre 2016. URL consultato il 10 giugno 2020.
  3. ^ a b c STORIA DELLA CHIESA, su docplayer.it. URL consultato il 10 giugno 2020.
  4. ^ a b Aquileia e Palmanova - Mappe turistiche e guide al territorio, Pordenone, Promo Turismo Friuli-Venezia Giulia.
  5. ^ a b Dario Stasi, E Attila disse: "Che bel vedere!" (PDF), su Isonzo-Soča. URL consultato il 10 giugno 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Bruni, Belvedere un paese, una storia, 2ª ed., Gorizia, ed. Voce Isontina, 2009.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]