Chiesa di Sant'Antonio (Cavedine)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa di Sant'Antonio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàStravino (Cavedine)
Coordinate46°00′13.82″N 10°59′05.47″E / 46.003839°N 10.984853°E46.003839; 10.984853
Religionecattolica di rito romano
TitolareSant'Antonio
Arcidiocesi Trento
Inizio costruzioneXVI secolo

La chiesa di Sant'Antonio è la parrocchiale a Stravino, frazione di Cavedine in Trentino. Appartiene alla zona pastorale di Riva e Ledro e risale al XVI secolo.[1][2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La presenza della chiesa di Sant'Antonio abate a Stravino viene documentata dal 1537 e nella prima metà del XVI secolo il presbiterio venne decorato con affreschi attribuibili a Simone Baschenis.[1]

Il luogo di culto, che fu probabilmente frutto di una riedificazione sullo stesso sito di una precedente e più antica chiesa di epoca medievale, venne consacrato nel 1539.[1]

Nella seconda metà del secolo fu oggetto di un ampliamento, concluso nel 1560, e negli ultimi anni la facciata venne arricchita di un pronao su quattro sottili colonne a reggere i cinque archi della struttura.[1]

Un nuovo ampliamento fu realizzato nella seconda metà del secolo seguente, e in tale occasione alcune parti dell'edificio vennero restaurate.[1]

Ottenne dignità parrocchiale nel 1959.[1]

Gli ultimi interventi di restauro conservativo si sono conclusi nel 1984.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa, orientata verso est, è stata costruita nella parte alta di Stravino. La facciata classicheggiante con due spioventi è ingentilita da un pronao dalla struttura leggera, su esili colonne cilindriche. La torre campanaria, di aspetto solido, ha una copertura conica.[1]

La navata è unica e vi sono due altari in legno. L'altar maggiore mostra un antependium ligneo policromo.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Chiesa di Sant'Antonio - Stravino, Cavedine, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in web.
  2. ^ a b Aldo Gorfer, p. 303.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]