Chiesa di Sant'Ambrogio (Sant'Ambrogio, Trebaseleghe)

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Chiesa di Sant'Ambrogio Vescovo e Dottore della Chiesa
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàSant'Ambrogio di Trebaseleghe (Trebaseleghe)
Coordinate45°36′24.76″N 12°04′40.58″E / 45.606877°N 12.07794°E45.606877; 12.07794
Religionecattolica di rito romano
Diocesi Treviso
Stile architettoniconeoclassico

La chiesa di Sant'Ambrogio è la parrocchiale di Sant'Ambrogio di Trebaseleghe, in provincia di Padova e diocesi di Treviso; fa parte della vicariato di Camposampiero.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso della parrocchiale
Il presbiterio
L'aula, con la controfacciata

Uno studio recente ipotizza che la fondazione e la dedica al santo della chiesa di Sant'Ambrogio di Grion possa essere legata al passaggio di sant'Ambrogio, il quale, per recarsi da Milano al Concilio di Aquileia nel settembre del 381, avrebbe percorso un'antica via venetica che passava dove era situato l'antico castello, per evitare le strade romane in disfacimento e frequentate da banditi in cerca di bottino. La coincidenza temporale del mese di settembre con l'antica sagra di Sant'Ambrogio di Grion (terza domenica di settembre) e con la Fiera di Trebaseleghe (7 settembre) crea un legame, e una probabile origine motivata, tra le due manifestazioni e il passaggio del Santo lungo la strada in esame[1].

Il primo documento che parla della Chiesa di sant'Ambrogio di Grion è la Bolla pontificia stilata da Papa Eugenio III il 3 maggio 1152 indirizzata al Vescovo di Treviso Bonifacio; con essa si poneva la cattedrale di San Pietro sotto la diretta protezione del Pontefice e si elencavano, confermandole, le varie pertinenze della diocesi. In essa si legge: "Castrum Sancti Ambrosii cum ecclesia et pertinentiis suis" (Il castello di Sant'ambrogio con la Chiesa). Risulta chiaro quindi che la prima chiesa citata fosse situata all'interno dell'antico castello, il quale sorgeva all'incrocio tra un decumano ed un cardo romano e l'antica via venetica, circa 400 metri a sud dell'attuale chiesa, spostato circa un centinaio di metri a ovest dell'attuale via sant'Ambrogio. Con le guerre di Ezzelino da Romano il castello diventa proprietà di una certa famiglia Nordiglio.

Nel 1271 il Comune di Treviso acquista da Vecelletto da Nordiglio il "Castrum Grigloni" e dopo qualche giorno stipula un atto di permuta con il Vescovo di Treviso Alberto Ricco. Il Vescovo di Treviso diventava parroco della chiesa di sant'Ambrogio e il prete che vi officiava era chiamato vicario perpetuo. Dopo la guerra della Lega di Cambrai contro Venezia, terminata nel 1517, i castelli, tranne quelli sede di podesteria come Noale e Camposampiero, vennero smantellati su ordine della Serenissima per evitare che a qualche signorotto venissero ancora brame di autonomia. Il Vescovo fu costretto a trasferirsi ed ad edificare una nuova residenza nel Grion, mentre la chiesa fu ricostruita nell'attuale sito, la data tuttavia non ci è pervenuta, ma nel 1534 risulta costruita: il vicario dovette pagare al vescovo una multa perché teneva la chiesa e la canonica in malo modo e perché male amministrava i beni.

Di quella Chiesa rimane il paliotto d'altare. Nel 1661 Vendramin Cazzaro e Battista Doin, Fabbricieri, fecero erigere nella vecchia chiesa l'attuale ciborio sopra l'altare maggiore. Nel 1664, la 3ª domenica di settembre, il Vescovo-parroco, consacrava una nuova chiesa. Nel 1669 venne collocata la pala d'altare. Di questo secolo è anche la statua della Madonna con Bambino, policroma, in pietra dura.

La terza domenica di settembre del 1754 fu consacrata una nuova chiesa, precedente all'attuale. Di questo secolo sono anche lo stendardo in legno, stile barocco, con statuetta di S.Ambrogio, e le 2 torce che lo completano. Di Girolamo Brusaferro (Venezia 1688-1745) sono le 2 tele (cm. 122 x 92) raffiguranti la Natività e l'adorazione dei Magi. Forse attribuibile al Torretti è la statua di S.Giovanni Nepumoceno, in pietra arenaria, proviene dalla chiesetta di via Berti, dove è ritornata.

Nel 1797 arriva Napoleone e S.Ambrogio di Grion diventa parrocchia autonoma. Nel 1825 fu realizzata da Antonio Minari la Pala di San Giovanni (cm. 180 x 90). Fra il 1830 e il 1854 fu costruito il campanile, di altezza inferiore al presente. Nel 1866 ci fu l'annessione al Regno d'Italia e si iniziò ad innalzare il campanile. Nel 1872 si iniziò l'attuale chiesa su disegno di Francesco dalle Aste di Venezia:

“Il lavoro venne intrapreso perché crollante la vecchia chiesa ed angusta; quindi sopra nuovo disegno dell'Onorevole Signor Ingegnere Dottor Francesco Dalle Aste, viene condotta la nuova di Stile Classico, ordine Corinto….”

Nel 1885 la navata era completata e si demolì la vecchia chiesa (di essa rimane solo parte del muro sud). Si decise di ingrandire ancora rispetto al progetto e si optò per i due emicicli sormontati da cupola, ad imitazione delle cupole veneziane. Nel 1887 il Comune concorse per 5 anni alle spese di ampliamento, che durerà fino al 1902, anno in cui si costruì il soffitto del presbiterio e si completò la sacrestia a sud. Della fine del 1800 è il Fonte Battesimale in legno, di fattura a piramide, con sovrastante statuetta di S.Giovanni Battista, sostituita più volte. Nel 1905 fu collocata la corona sopra l'altar maggiore e fu posta la pavimentazione esterna a semiluna in sasso davanti alle porte laterali (scomparsa dopo i recenti lavori di risanamento). Nel 1908 l'altare maggiore fu ampliato e portato allo stato attuale; furono costruiti anche gli altari di S.Giuseppe e della Madonna. Nel 1917 fu edificato l'altare di S.Antonio per propiziare la fine della guerra, ma, ironia della sorte, arrivò la rotta di Caporetto. Nel 1919 fu completato il campanile, il cui sopraelevamento era iniziato oltre 50 anni prima. A torre, ricoperto di tegole, la sua altezza è di metri 40. Nel 1920 fu posata la pavimentazione della navata e costruite le balaustre in marmo policromo. Nel 1922 fu costruita la bussola in legno della porta principale, furono acquistati i 40 banchi in noce ed eseguito l'impianto elettrico e di illuminazione. Nel 1923 fu ammodernato l'orologio del campanile. Nel 1924 (dopo solo 5 anni) fu rifatto il castello delle Campane. Nel 1926 fu ultimata la facciata. Nel 1927 fu sistemata la piazza e nel 1927-28 fu costruita la sacrestia a nord (il contrafforte per scaricare le forze della cupola a nord evidenzia bene che nel disegno originario la sagrestia non era prevista). Il 7 ottobre 1930 furono collocate le campane. Il 7 dicembre 1937 avviene la consacrazione della chiesa:

“Oggi fu consacrata la chiesa di S.Ambrogio di Grion da S.E.Rev.mo Mons. Antonio Mantiero Vescovo della diocesi di Treviso”[2].

Nell'ambito del vescovado di Treviso la Parrocchia di Sant'Ambrogio di Grion appartiene al Vicariato di Camposampiero. La sagra patronale fino al 1874 si svolgeva la terza domenica di Settembre, giorno della consacrazione della vecchia chiesa. A causa della sopraggiunta ricorrenza della Breccia di Porta Pia (20 Settembre 1870) il Vescovo ordinò che tutte le sagre paesane della diocesi fossero spostate alla quarta domenica di ottobre "...affinché non fosse adito a violazione di rubbriche" allo scopo contrastare la crescente onda anticlericale che si appropriava delle festività ecclesiali trasformandole in festività civili. Col passare del tempo, le sagre delle altre parrocchie della diocesi tornarono ai giorni soliti. Per S.Ambrogio, con la chiesa in costruzione e da consacrare, rimase la quarta di ottobre. La nuova chiesa fu consacrata il 7 dicembre 1937 (giorno di S.Ambrogio), ma la sagra non fu spostata[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francesco Cagnin: "Trebaseleghe: linee e rapporti di un territorio antico. Coincidenze o calcolo sistematico?" - L'ESDE n.14: fascicoli di studi e di cultura - 2019 - pag. 469 e seguenti. [collegamento interrotto], su comune.martellago.ve.it.
  2. ^ Parrocchia di S.Ambrogio di Grion: "1997-2014 La nostra Casa Comune - 17 anni in cammino con Padre Sergio" - 2015 - A cura di Francesco Cagnin..
  3. ^ Parrocchia di S.Ambrogio di Grion: "1997-2014 La nostra Casa Comune - 17 anni in cammino con Padre Sergio" - 2015 - A cura di Francesco Cagnin.

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