Chiesa di San Martino Vescovo (San Martino Siccomario)

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Chiesa di San Martino Vescovo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàSan Martino Siccomario
Coordinate45°09′31.27″N 9°08′25.21″E / 45.158687°N 9.140336°E45.158687; 9.140336
Religionecattolica di rito romano
TitolareSan Martino Vescovo
Diocesi Vigevano
CompletamentoXVIII secolo

La chiesa di San Martino Vescovo è la parrocchiale di San Martino Siccomario, in provincia di Pavia e diocesi di Vigevano[1]; fa parte del vicariato di Cava Manara.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La primitiva chiesa di San Martino Siccomario potrebbe essere sorta nel V secolo ad opera del vescovo di Pavia San Crispino e che sarebbe stata consacrata nell'anno 448 da san Germano d'Auxerre[2].

La chiesa venne riedificata nell'XI secolo.[3][4] Da un documento del 1199 risulta che l'arcipretura di San Martino Siccomario gravitava nell'orbita della chiesa di Tours[5].

La chiesa venne ricostruita nel XIII secolo[2] e nelle Rationes decimarum del 1323 la parrocchia fu menzionata come San Martino in Terra Arsa[5]. Nel 1576 l'edificio fu oggetto di un importante restauro[2].

All'inizio del XVIII secolo, a causa delle esondazioni dei fiumi Po e Ticino che ne avevano danneggiato la struttura, la parrocchiale subì un'ulteriore riedificazione[2][6]. Negli atti della visita pastorale del 1768 monsignor Bellingeri si registrò che la chiesa aveva tre navate, misurava 46 braccia di lunghezza e 20 di larghezza, che il pavimento era in cotto e che al suo interno erano collocati, oltre all'altare maggiore, i due altari laterali dedicati alla Beata Vergine della Cintura e ai Santi Maria Immacolata e Giovanni Battista[2].

Nel 1817, come disposto dalla bolla Beati Petri apostoli principis di papa Pio VII del 17 agosto e dal successivo breve Cum per nostras litteras del 26 settembre del medesimo anno, la chiesa, già appartenente alla diocesi di Pavia, entrò a far parte della diocesi di Vigevano[5]; contestualmente essa divenne sede di un vicariato comprendente in tutto sette parrocchie[7].

Nel 1837 la chiesa risultava compresa nel vicariato di Sommo[5] e l'anno successivo il campanile dovette essere demolito dopo un'alluvione[2]. Entro il 1875 il vicariato di San Martino venne ricostituito ma venne soppresso nel 1876[5]. Nel 1896 venne eretta la nuova torre campanaria[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata della chiesa è a salienti ed è divisa in tre parti, caratterizzate da archetti pensili sotto la linea di gronda; la porzione centrale è caratterizzata dal portale d'ingresso, dal medaglione in cui vi è una raffigurazione di San Martino, ridipinta nel 1961 dal De Paoli[2], e da tre finestrelle oppilate.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesa si compone di tre navate coperte da volte a vela; opere di pregio qui conservate sono la pala ritraente la Beata Vergine del Rosario con in braccio il Bambino assieme ai santi Francesco e Caterina, realizzata dalla scuola del Parmigianino[2], l'affresco raffigurante la Natività della Vergine e la Presentazione al Tempio, risalente al XVI secolo[2], e il marmoreo altare maggiore, costruito nel 1731[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiesa di San Martino Vescovo, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 14 dicembre 2020.
  2. ^ a b c d e f g h i j k LA CHIESA PARROCCHIALE – CENNI STORICI, su sanmartinoparrocchia.com. URL consultato il 14 dicembre 2020.
  3. ^ San Martino Siccomario - San Martino Vescovo, su paviaedintorni.it. URL consultato il 14 dicembre 2020.
  4. ^ CHIESA DI SAN MARTINO - SAN MARTINO SICCOMARIO - PV, su croceviadeuropa.eu. URL consultato il 14 dicembre 2020.
  5. ^ a b c d e Parrocchia di San Martino vescovo, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 14 dicembre 2020.
  6. ^ Parrocchia di San Martino Vescovo, su parrocchiasanmartinovescovo.myadj.it. URL consultato il 14 dicembre 2020.
  7. ^ Vicariato di San Martino Siccomario, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 14 dicembre 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]