Chlorocebus aethiops

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Cercopiteco grigioverde[1]
all'Amora Gedel Park, Auasa, Etiopia
Stato di conservazione
Rischio minimo[2]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Primates
Sottordine Haplorrhini
Infraordine Simiiformes
Famiglia Cercopithecidae
Genere Chlorocebus
Specie C. aethiops
Nomenclatura binomiale
Chlorocebus aethiops
(Linnaeus, 1758)[3]
Areale
Areale del cercopiteco grigioverde

Il cercopiteco grigioverde (Chlorocebus aethiops (Linnaeus, 1758)) è un primate della famiglia Cercopithecidae.[2][4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È un primate di media taglia: i maschi pesano da 4 a 4,5 kg e le femmine da 2,5 a 3,5 kg. Ha una pelliccia di colore grigio-verdastro sul dorso mentre il ventre, le sopracciglia e le guance sono di colore bianco-crema. Le mani e i piedi sono glabri e di colore nero. Il muso è anche nero, ma sulle guance vi sono strisce bianche. I maschi presentano una caratteristica colorazione bluastra dello scroto che contrasta con il colore rosso vivo del pene.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Un esemplare maschio, Etiopia

Dall'attività diurna, il cercopiteco grigioverde vive sia sugli alberi che al suolo. Forma gruppi numerosi costituiti da alcuni maschi, molte femmine e piccoli. All'interno dei gruppi viene rispettata una rigida gerarchia sia nell'accesso al cibo sia nelle attività di grooming. La dieta è varia e comprende molta frutta, altri vegetali e piccoli animali.

Possiede un ampio repertorio di vocalizzazioni, che utilizza sia per segnare il territorio che per una vasta gamma di segnalazioni di allarme all'interno del gruppo. In particolare è documentato l'utilizzo di suoni di allarme diversi per i diversi predatori.[5][6]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La femmina dà alla luce un solo figlio per volta dopo una gestazione di circa 6 mesi.[7]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale di questa specie è circoscritto a Gibuti, Eritrea, Etiopia e Sudan.[8]

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

Una volta tutti gli appartenenti al genere Chlorocebus erano raggruppati in un'unica specie, detta Chlorocebus aethiops. La suddivisione del genere in sei specie, qui adottata, non è universalmente accettata e alcuni autori continuano ad usare C. aethiops nel senso generico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Chlorocebus aethiops, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ a b Wallis, J., Chlorocebus aethiops, 2019, pp. e.T4233A17957721, DOI:10.2305/IUCN.UK.2019-3.RLTS.T4233A17957721.en. URL consultato il 19 novembre 2021.
  3. ^ Carl Linnaeus, Systema naturæ. Regnum animale., 10ª ed., 1758, pp. 28. URL consultato il 19 novembre 2012.
  4. ^ (EN) Colin Groves, Chlorocebus aethiops, in D.E. Wilson e D.M. Reeder (a cura di), Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  5. ^ (EN) Struhsaker, T. T. (1967). Auditory communication among vervet monkeys (Cercopithecus aethiops). In S. A. Altmann (Ed.), Social communication among primates (pp. 281-324). Chicago: University of Chicago Press.
  6. ^ (EN) Seyfarth, R. M., Cheney, D. L., & Marler, P. (1980). Vervet monkeys alarm calls: Semantic communication in a free-ranging primate. Animal Behaviour, 28, 1070-1094.
  7. ^ Alessandro Minelli, Il grande dizionario illustrato degli animali, Firenze, Edizioni primavera, 1992, p. 95, ISBN 8809452445.
  8. ^ Chlorocebus aethiops[collegamento interrotto] CITES species database.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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