Cattedrale di San Giorgio (Addis Abeba)

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Cattedrale di San Giorgio
StatoBandiera dell'Etiopia Etiopia
RegioneScioa
LocalitàAddis Abeba
Coordinate9°02′12.09″N 38°45′05.09″E / 9.036691°N 38.751415°E9.036691; 38.751415
Religionecristiana ortodossa etiope
Titolaresan Giorgio
DiocesiArcieparchia di Addis Abeba
FondatoreMenelik II
ArchitettoSebastiano Castagna
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzione1896
Completamento1911

La cattedrale di San Giorgio è una cattedrale ortodossa Tewahedo situata al termine di Churchill Road, all'interno del distretto di Arada, ad Addis Abeba, in Etiopia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa fu edificata a partire dal 1896 per volere dell'imperatore d'Etiopia Menelik II, allo scopo di celebrare la vittoria contro l'esercito italiano nella battaglia di Adua combattuta in quello stesso anno nel giorno dedicato a san Giorgio;[1] il progetto fu affidato all'ingegnere Sebastiano Castagna, catturato in guerra, mentre i lavori furono effettuati dagli altri prigionieri italiani[2] in ottemperanza agli accordi di pace col Regno d'Italia; i lavori di costruzione furono completati nel 1911.[1]

La chiesa fu scelta come sede della cerimonia d'incoronazione dell'imperatrice Zauditù nel 1917 e del suo successore Hailé Selassié nel 1930.[1]

Nella notte tra il 19 e il 20 febbraio, durante l'occupazione italiana, l'edificio fu depredato dei ricchi addobbi dal federale Guido Cortese e dato alle fiamme durante il massacro scatenato per rappresaglia in seguito al fallito attentato contro il viceré d'Etiopia Rodolfo Graziani[3]; gli interni furono profondamente danneggiati, mentre le strutture esterne rimasero pressoché intatte.[1]

Nel 1941, dopo il ritorno al potere dell'imperatore Hailé Selassié, la chiesa fu restaurata e decorata internamente con affreschi realizzati dal pittore Afewerk Tekle e altri artisti etiopi.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Cattedrale[modifica | modifica wikitesto]

Esterno
Interno

La chiesa si sviluppa su una pianta centrale ottagonale, diffusa in molti luoghi di culto etiopi.[1]

Le facciate, rivestite con pietre grigie disposte su righe orizzontali, sono decorate in uno stile neoclassico[4] tipicamente italiano,[5] con semicolonne, lesene e frontoni, che delimitano anche le aperture. In sommità, al centro si eleva il tamburo coronato dalla cupola con lanternino.

All'interno il soffitto è decorato a tratti con un cielo blu puntellato di stelle dorate, mentre alle finestre si trovano varie vetrate;[5] il Sancta Sanctorum nel mezzo è riccamente ornato da affreschi e mosaici, realizzati da Afewerk Tekle.[4]

Museo[modifica | modifica wikitesto]

Il museo è collocato in un edificio posto a nord della cattedrale.[4]

Tra gli oggetti esposti, fanno parte della collezione di paramenti liturgici, seconda in Etiopia per importanza solo a quella conservata nella cattedrale di Nostra Signora Maria di Sion ad Axum, varie corone, croci processionali e testi sacri; vi si trovano inoltre gli abiti cerimoniali indossati dagli imperatori Zauditù e Hailé Selassié durante le loro incoronazioni.[4]

Una sezione del museo è inoltre dedicata agli armamenti usati nella guerra contro gli italiani, tra cui spade curve, tridenti ed elmetti giganti decorati con criniera di leoni.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (EN) The Imperial Churches 4, su haileselassie.net. URL consultato il 5 agosto 2017.
  2. ^ Briggs, p. 175.
  3. ^ Giorgio Rochat, L'attentato a Graziani e la repressione italiana in Etiopia nel 1936-1937 (PDF), in Italia contemporanea, n. 118, 1975, p. 20 (archiviato il 29 luglio 2017).
  4. ^ a b c d (EN) St George Cathedral & Museum, su lonelyplanet.com. URL consultato il 5 agosto 2017.
  5. ^ a b c (EN) Devotion to Christianity Shines at St. George's Cathedral in Addis Ababa, su greengopost.com. URL consultato il 5 agosto 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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