Campylodoniscus ameghinoi

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Campylodoniscus
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Deuterostomi
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Clade Amniota
Classe Archosauria
Sottoclasse Diapsida
Superordine Dinosauria
Ordine Saurischia
Sottordine Sauropodomorpha
Infraordine Sauropoda
Superfamiglia Titanosauria
Genere Campylodoniscus
Specie C. ameghinoi

Il campilodonisco (Campylodoniscus ameghinoi) è un dinosauro erbivoro appartenente ai sauropodi. Visse nel Cretaceo superiore (Cenomaniano/Turoniano, circa 95 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Sudamerica (Argentina). L'identità è dubbia.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Tutto quello che si conosce di questo animale è un frammento di mascella fossile recante sette denti. Non è quindi possibile una ricostruzione attendibile di Campylodoniscus, ma dalla comparazione della mascella con le ossa di animali simili e meglio conosciuti, si presume che potesse raggiungere una lunghezza di circa 20 metri. La forma dei denti è insolita, ed è una via di mezza tra quella spatolata dei sauropodi primitivi e quella a matita dei titanosauri più evoluti. Come tutti i sauropodi, doveva possedere un corpo massiccio sorretto da arti colonnari, collo e coda lunghi e testa piccola.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

La mascella fossile è stata ritrovata nella regione Sierra de San Bernardo, dall'età geologica incerta: potrebbe provenire dal Cenomaniano (circa 95 milioni di anni fa) o forse dal Campaniano/Maastrichtiano (circa 70 milioni di anni fa). Descritto per la prima volta da Fredrich von Huene nel 1929, a questo fossile venne attribuito il nome di Campylodon (dal greco καμπυλος, "piegato", e oδών, "dente"). Il nome era però già stato attribuito a un pesce, e quindi venne cambiato in Campylodoniscus (un diminutivo) da Kuhn e Haubold nel 1961. Campylodoniscus è stato considerato un rappresentante dei titanosauri (un grande gruppo di sauropodi tipici del Cretaceo), forse una forma basale sopravvissuta fino al Cretaceo superiore, ma spesso è considerato semplicemente un nomen dubium.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Huene, F. von, 1929, "Los Saurisquios y Ornitisquios del Cretaceo Argentino", Anales del Museo de La Plata, 3(2): 82-83
  • Haubold, H. & Kuhn, O., 1961, Lebensbilder und Evolution fossiler Saurier, Amphibien und Reptilien, Wittenberg : Ziemsen
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