Loligo vulgaris

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Calamaro europeo)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – "Calamaro" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Calamaro (disambigua).
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Calamaro
Loligo vulgaris
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumMollusca
ClasseCephalopoda
OrdineTeuthida
SottordineMyopsina
FamigliaLoliginidae
GenereLoligo
SpecieL. vulgaris
Nomenclatura binomiale
Loligo vulgaris
Lamarck, 1798
Sinonimi

Loligo affinis, Loligo berthelotii, Loligo breviceps, Loligo mediterranea, Loligo microcephala, Loligo neglecta, Loligo pulchra, Loligo rangii

Nomi comuni

calamaro europeo
calamaro comune

Sottospecie
  • Loligo vulgaris reynaudi
    Orbigny, 1839
  • Loligo vulgaris vulgaris
    Lamarck, 1798

Il calamaro[1] (Loligo vulgaris Lamarck, 1798) in senso proprio, conosciuto anche come calamaro europeo o calamaro comune, è un mollusco cefalopode della famiglia Loliginidae.

Il nome comune ha lo stesso etimo di "calamaio", dal greco kalamos (calamo), che da astuccio per le penne è passato a indicare nel medioevo il vasetto dell'inchiostro, con allusione quindi alla forma del mollusco e al secreto difensivo di colore nero che emette quando minacciato (analogo al nero di seppia).

Un gruppo di calamari

Il calamaro europeo ha un corpo lungo, moderatamente snello e cilindrico che contiene una conchiglia interna (detta gladio o penna). Le pinne romboidali costituiscono i due terzi della lunghezza del mantello, sebbene la locomozione avvenga tramite propulsione a getto[2]. Il bordo posteriore è leggermente concavo. La testa è relativamente piccola e ha grandi occhi ricoperti da una membrana trasparente. Come quasi tutti i calamari, questa specie possiede dieci arti che circondano la bocca e il becco: otto sono braccia relativamente corte, e due, i tentacoli, sono lunghi, poiché servono per catturare le prede. Il quarto braccio sinistro dei maschi è un ectocotilo. I calamari possono crescere fino a 30–40 cm di lunghezza del mantello, ma più spesso raggiungono i 15–25 cm. I maschi sono generalmente più grandi delle femmine e mostrano ritmi di crescita più rapidi. Il colore del calamaro europeo è grigio-trasparente o rossastro, a seconda dell'espansione dei cromatofori nel derma. I maschi hanno piccoli cromatofori sul mantello[3].

Distribuzione e habitat

[modifica | modifica wikitesto]

Il calamaro è una specie neritica, semidemersale, che compie migrazioni orizzontali e verticali distinte, a seconda dell'ambiente. L. vulgaris si trova in tutto il Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico orientale dal Mare del Nord al Golfo di Guinea. Si trova a temperature comprese tra 13°C e 20°C, preferendo i 18°C[4]. Nel Mare Adriatico, i calamari possono essere trovati su vari substrati, da quelli sabbiosi a quelli fangosi[3], mentre nelle acque britanniche si trovano principalmente nel Mare d'Irlanda, lungo la costa meridionale dell'Inghilterra e al largo della Scozia settentrionale[5]. Questa specie vive dalla superficie fino a profondità di 500 m e viene estensivamente sfruttata dall'industria della pesca[6].

Questa specie si trova dalla superficie fino a circa 500 m di profondità, ma è più abbondante tra i 20 e i 250 m (più in profondità durante l'inverno). La popolazione dell'Atlantico nord-orientale trascorre l'inverno nelle acque più profonde al largo del Portogallo, quindi si sposta verso la costa della Francia in primavera, prima di migrare più a nord nel Mare del Nord nei mesi di maggio e giugno, dove depone le uova a profondità comprese tra 20 e 80 m. In autunno avviene una migrazione verso sud. Allo stesso modo, la popolazione al largo del Marocco e del Sahara occidentale trascorre l'inverno in acque più profonde al largo e si sposta verso la costa per deporre le uova in primavera e autunno. Il principale reclutamento giovanile avviene nei mesi di febbraio e marzo e tra luglio e settembre. Nel Mediterraneo occidentale, i calamari europei si spostano in acque più profonde nel tardo autunno; gli individui più grandi iniziano la migrazione costiera già a gennaio e febbraio, mentre gli individui più piccoli aspettano fino all'estate. La stagione riproduttiva si estende per gran parte dell'anno, ma culmina all'inizio dell'estate e all'inizio dell'autunno. Le femmine depongono fino a 20.000 piccole uova, che vengono depositate in ammassi gelatinosi tubolari contenenti decine di uova ciascuno. Questi ammassi vengono attaccati a detriti e altri oggetti solidi su fondali sabbiosi o fangosi. Il periodo di incubazione dipende dalla temperatura ed è compreso tra 25 giorni (a 22 °C) e 45 giorni (a 12-14 °C). La dimensione del maschio determina il numero (fino a 800) e la dimensione degli spermatofori. I maschi che si riproducono per la seconda volta solitamente ne trasportano più di quelli che si riproducono per la prima volta[6][7].

La crescita in entrambi i sessi dipende dalla temperatura ed è quindi più rapida in estate che in inverno; i maschi crescono più velocemente delle femmine. Nell'Atlantico, i giovani calamari nati a giugno raggiungono una lunghezza del mantello di circa 12 cm entro dicembre e raggiungono i 13 o 14 cm nell'aprile successivo. Entro agosto i maschi raggiungono una lunghezza del mantello di 17,5 cm e, se raggiungono l'aprile successivo, di 21 cm, contro i 17 cm delle femmine. L'aspettativa di vita è di 2 anni nelle femmine e di circa 3 anni nei maschi[8]. I calamari europei sono predatori di pesci e crostacei. Il cannibalismo è comune[8].

Spesso si rinvengono colonie infestanti di Anisakis.

Può presentare il copepode parassita Pennella varians[9].

Uso culinario

[modifica | modifica wikitesto]

Il calamaro europeo è una specie di valore commerciale. Viene catturato durante tutto l'anno nella pesca a strascico multispecie e, stagionalmente, nella pesca artigianale e ricreativa con una varietà di attrezzi.

Esistono diversi modi per preparare e cucinare i calamari. I calamari fritti sono comuni nei paesi del Mediterraneo.

Specie affini

[modifica | modifica wikitesto]

A livello commerciale, la dizione "calamaro" senza aggettivi è consentita per due specie strettamente affini: Loligo vulgaris e Loligo forbesi.[1] Volgarmente, quando serve distinguerle, le due specie sono indicate rispettivamente con i nomi di "calamaro comune" e "calamaro nordico".

Il genere Loligo comprende anche altre specie, tra cui Loligo reynaudii, il calamaro di Capo di Buona Speranza, che veniva in passato considerata una sottospecie del L. vulgaris.[10]

In commercio è consentito indicare come calamari altre specie di generi affini, a condizione di far seguire alla parola "calamaro" una specificazione definita dal Mipaaf, p.es. "calamaro atlantico" (Doryteuthis ocula, Doryteuthis pealeii), "calamaro del Pacifico" (Doryteuthis opalescens, Heterololigo bleekeri, Loliolus beka, Loliolus japonicus, Uroteuthis chinensis, Uroteuthis sibogae) ecc.[1] Molte di queste specie erano un tempo incluse nel genere Loligo (p.es. Doryteuthis opalescens sin. Loligo opalescens).

  1. ^ a b c Mipaaf - Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it. URL consultato il 26 aprile 2018.
  2. ^ (EN) W. Johnson, P. D. Soden e E. R. Trueman, A Study in Jet Propulsion: An Analysis of the Motion of the Squid, Loligo Vulgaris, in Journal of Experimental Biology, vol. 56, n. 1, 1º febbraio 1972, pp. 155–165, DOI:10.1242/jeb.56.1.155. URL consultato il 26 giugno 2024.
  3. ^ a b Specie: Loligo vulgaris (Lamarck, 1798), su www.faoadriamed.org. URL consultato il 26 giugno 2024.
  4. ^ Loligo vulgaris, European squid : fisheries, su www.sealifebase.se. URL consultato il 26 giugno 2024.
  5. ^ Loligo vulgaris | NBN Atlas, su species.nbnatlas.org. URL consultato il 26 giugno 2024.
  6. ^ a b Costa F., Costa M., Salpietro L., Turano F., Enciclopedia illustrata degli invertebrati marini, Arbitrio editori, 2002.
  7. ^ Alessandro Minelli, Il grande dizionario illustrato degli animali, Firenze, Edizioni primavera, 1992, p. 69, ISBN 8809452445.
  8. ^ a b Loligo vulgaris, su tolweb.org. URL consultato il 26 giugno 2024.
  9. ^ (EN) Loligo vulgaris, in WoRMS (World Register of Marine Species).
  10. ^ Vecchione, M. & R.E. Young. (2010). Loligo reynaudii Orbigny 1845. Tree of Life Web Project.
  • Trainito, Egidio, Atlante di flora e fauna del Mediterraneo, Milano, Il Castello, 2005, ISBN 88-8039-395-2.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàThesaurus BNCF 495