Bestia (film 1917)

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Bestia
Titolo originaleBestia
Paese di produzionePolonia
Anno1917
Durata48 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generedrammatico, sentimentale
RegiaAleksander Hertz
SceneggiaturaAleksander Hertz
ProduttoreAleksander Hertz
Casa di produzioneSfinks, Bright Shining City Productions
FotografiaWitalis Korsak-Gologowski
ScenografiaJózef Galewski, Tadeusz Sobocki
Interpreti e personaggi

Bestia è un film del 1917, diretto da Aleksander Hertz, con Pola Negri.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La sedicenne Pola Basznikow, ancora una volta, rincasa solo a notte fonda, ed ha un ennesimo alterco col padre, a seguito del quale scappa di casa. Chiede aiuto al fidanzato Dymitr, il quale, prelevando tutti i suoi risparmi, la aiuta ad alloggiare presso un hotel.

Ma Pola non tarda a realizzare che la sua nuova situazione, con Dymitr che la vorrebbe tutta per sé, non è proprio quello che andava cercando. Si allontana dunque dalla camera d'albergo che condivideva col fidanzato, non senza prima avergli prelevato il resto dei suoi risparmi, coll'intenzione, beninteso, di restituirglieli. Dymitr rimane offeso a morte da questo ingrato abbandono.

Pola trova lavoro dapprima come indossatrice, ed in seguito come ballerina presso un cabaret, e riscuote un certo successo. Nel nuovo ambiente ella fa la conoscenza di Alexy, e presto fra i due si parla di matrimonio. Alexy comunica alla moglie Sonia la sua intenzione di divorziare, e Sonia lascia la casa insieme alla figlia Natalie per recarsi dai suoi genitori.

Alexy e Pola festeggiano il loro prossimo matrimonio nel ristorante Café de Paris, dove aveva da poco trovato impiego, come cameriere, Dmytr, che pensava in tal modo di rifarsi della perdita dei propri risparmi. Pola, non vista da Dmytr, coglie l'occasione per restituirgli il denaro, che avvogle in un tovagliolo prima di lasciare il locale. Dmytr trova il denaro, ma il suo desiderio di vendetta avrà la meglio.

Intanto Pola viene a sapere solo ora che Alexy è sposato e con prole, e quindi impossibilitato a concludere un matrimonio, e lo lascia. Nello stesso tempo Dmytr, accecato dalla gelosia e dal desiderio di vendetta, affronta Pola per strada e la uccide. E contemporaneamente Alexy, pentito, ritorna da Sonia, ma troppo tardi: la moglie, che, a seguito dell'abbandono aveva contratto un malessere evidentemente psicosomatico ma esiziale, spira fra le sue braccia, sotto lo sguardo della piccola Natalie.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato prodotto sotto l'occupazione tedesca di Varsavia durante la prima guerra mondiale, dove ha avuto la sua prima rappresentazione il 5 gennaio 1917. Un suo titolo presentato a volte come alternativo è Die polnische Tänzerin ("la danzatrice polacca"), che tuttavia viene utilizzato anche per Niewolnica zmyslów, il debutto cinematografico della Negri del 1914. L'attrice vi interpreta il ruolo della vamp, che sarà caratteristico anche di diversi suoi film successivi.[1][2]. Il film riveste un doppio significato storico in quanto ultimo film polacco/russo di Pola Negri, e l'unico pervenutoci prima del suo trasferimento sugli schermi tedeschi nel 1917.

Nel film è attiva in un ruolo secondario l'allora sconosciuta Lya Mara (con lo pseudonimo di Mia Mara). che, come la Negri, accettò un'offerta lavorativa da Berlino nel 1917 e divenne successivamente un'importante star del muto, particolarmente ricordata per La via senza gioia di Georg Wilhelm Pabst, del 1925.[3]

Il regista Aleksander Hertz (1879–1928) è una figura di cineasta polacco oggi pressoché dimenticata. Ha tuttavia giocato un ruolo molto importante nella cinematografia polacca: già dai tempi dello zar era direttore della Sfinks, la più importante casa di produzione cinematografica di Varsavia, ed ha inscenato una serie di film anche di buon successo, molti dei quali con Pola Negri.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Copie della pellicola sono conservate all'Archivio cinematografico nazionale polacco, e, in seguito alla distribuzione statunitense del film dal 1921 (con il titolo The Polish Dancer), alla George Eastman House di Rochester (New York).[4] Sempre negli Stati Uniti, il film, con una restaurazione digitale, è uscito in DVD nel 2011 per la Bright Shining City Productions, come parte del cofanetto Pola Negri: The Iconic Collection.[5]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

La critica cinematografica e scrittrice tedesca Lotte Eisner ha scritto, a riguardo di Pola Negri: "È la Magnani del cinema muto, vitale, piena di temperamento. Seduttiva come la Lollobrigida prima maniera. Non recita, non è propriamente un'attrice nel senso moderno, o anche dei suoi tempi. È semplicemente presente. (…) La Negri rappresenta la sana sensualità nella sua originarietà. Non c'è nulla da almanaccare: in tempi di forme rotonde è turgida di vita e allo stesso tempo flessibile come una pantera. (…) Priva di peso, è seduzione pura. Il suo opposto intellettuale e spirituale è la grande Asta Nielsen. Pola, la polacca, è una natura semplice, retta dagli istinti. È danzatrice in Sumurum, con tutta la sua malleabilità corporea, la sua naturale selvatichezza ritmica. Non a caso; vi appariva predestinata: nel suo primo film è "la danzatrice polacca", e avrebbe continuato come "danzatrice spagnola"[6].[7]

Il giornalista e scrittore berlinese Frank Noack apprezzava l'interpretazione di Pola Negri, definendola "innovativa", e giudicava il film "piuttosto ben riuscito, dalla regia e cinematografia solide, non particolarmente inventivo e mancante di avventura, ma dai ruoli appropriati."[8]

Il blogger Chris Edwards dice: "Non me la sento di raccomandare il film nella sua interezza, ma solo alcuni momenti di esso. Per i fan di Pola Negri (…) si tratta di un prodotto dei primi anni della carriera di una star. Un esempio ancora non raffinato di ciò che l'ha resa grande."[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ H.-M. Bock, cit.
  2. ^ K. Weniger, p. 631
  3. ^ (EN) David Gasten, Pola Negri, The Iconic Collection: The Early Films review, su The Pola Negri Appreciation Site, 22 ottobre 2011. URL consultato il 5 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2016).
  4. ^ (EN) The Polish Period (1914-1917), su Pola Negri Filmography, The Pola Negri Appreciation Site. URL consultato l'8 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2013).
  5. ^ (EN) News Page, su polanegri.com, The Pola Negri Appreciation Site, 22 ottobre 2011. URL consultato l'8 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2016).
  6. ^ Allusione al film La gitana, del 1923.
  7. ^ "Sie ist die Magnani der Stummfilmzeit, vital, temperamentvoll. Verführerisch wie zu ihren Anfängen die Lollobrigida. Sie spielt nicht, ist kaum Schauspielerin im damaligen oder heutigen Sinne. Sie ist einfach da. (…) Die Negri repräsentiert die gesunde Sinnlichkeit in all ihrer Ursprünglichkeit. Da ist nichts zu tüfteln und nichts getüftelt. In einer Zeit der runden Formen ist sie lebensprall und doch geschmeidig wie eine Pantherkatze. (…) Unbelastet ist sie, nur Verführung. Ihr intellektueller, vergeistigter Gegenpol ist die große Asta Nielsen. Pola, die Polin, ist ein Wesen voller Unbedenklichkeit, beherrscht von Instinkten. Sie ist die Tänzerin in Sumurun mit all ihrer Körperbiegsamkeit, mit all ihrer rhythmisch naturhaften Wildheit. Nicht umsonst scheint sie prädestiniert dafür: man drehte als ersten Film mit ihr die “polnische Tänzerin” und späterhin die “spanische Tänzerin”": (DE) Lotte H. Eisner, Die Magnani der Stummfilmzeit, in Offizieller Festspiel-Almanach. 14. Internationale Filmfestspiele, Berlin. 1964 (= Filmblätter), vol. 17, n. 25/26, Berlino, Filmblätter-Verlag, 1964, p. 62., in occasione di una retrospettiva su Pola Negri
  8. ^ "[it] is rather well lit, its direction and cinematography are solid but unadventurous and not particularly inventive, and all the roles are well cast": (EN) Frank Noack, The Polish Dancer (1917) review, su The Pola Negri Appreciation Site, 2007. URL consultato l'8 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2016).
  9. ^ "I can't recommend The Polish Dancer, but I can recommend moments in it. For Pola Negri fans,...[i]t is an artifact from the earliest years of the career of a star. And an unrefined sample of the 'it' that made her great": (EN) Chris Edwards, The Polish Dancer (1917), su Silent Volume, 12 febbraio 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Hans-Michael Bock, ed., Pola Negri, in CineGraph. Lexikon zum deutschsprachigen Film, n. 9, Monaco di Baviera, Edition Text + Kritik, 1987.
  • (DE) Kay Weniger, Das große Personenlexikon des Films. Die Schauspieler, Regisseure, Kameraleute, Produzenten, Komponisten, Drehbuchautoren, Filmarchitekten, Ausstatter, Kostümbildner, Cutter, Tontechniker, Maskenbildner und Special Effects Designer des 20. Jahrhunderts, 5: L – N. Rudolf Lettinger – Lloyd Nolan, Berlino, Schwarzkopf & Schwarzkopf, 2001, p. 631, ISBN 3-89602-340-3.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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