Berardino Elvino

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Berardino Elvino
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Anglona-Tursi
 
Nato20 maggio 1504 a Alvito
Nominato vescovo20 dicembre 1542 da papa Paolo III
Consacrato vescovo25 novembre 1545 dall'arcivescovo Filippo Archinto
Deceduto11 luglio 1548 (44 anni) a Roma
 

Berardino Elvino o Bernardino Elvino, detto Tintinatico[1] (Alvito, 20 maggio 1504Roma, 11 luglio 1548) è stato un vescovo cattolico e tesoriere pontificio italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Mandato fin da giovanissimo a studiare a Roma, per intraprendere carriera ecclesiastica, entrò presto nelle grazie di Alessandro Farnese, il futuro Paolo III. Divenuto arciprete dell'Insigne Collegiata di San Simeone Profeta in Alvito, fu poi ascritto tra gli abbreviatori apostolici di maggior preferenza e, dal 1534, fu segretario del cardinale Guido Ascanio Sforza, peraltro nipote del ricordato pontefice[2].

Dal 1541 al 1548 fu tesoriere generale della Camera Apostolica, carica che implicava il controllo finanziario sull'intero reddito prodotto dai possedimenti temporali della Chiesa, al pari di tutti i tributi incamerati dalla tesoreria papale. In queste vesti è ricordata la sua intransigenza alle richieste dei cittadini di San Marino, i quali non volevano sottostare agli aumenti del sale imposti sui territori soggetti all'autorità pontificia, frapponendosi più volte alla concessione di un breve papale per esonerare i suddetti dal pagamento. Sempre quale tesoriere, il 20 agosto 1542, come segnala il Vasari, fu tra i testimoni presenti per la stipula degli accordi con cui s'intendeva comporre la lunga controversia tra Michelangelo e il duca d'Urbino Guidobaldo II della Rovere circa l'ultimazione dei lavori del monumento funerario del pontefice Giulio II[3].

Elvino dimorò prevalentemente a Roma, nonostante la nomina a vescovo di Anglona, che fu voluta nel 1542 da papa Paolo III, per sostituire il ricordato cardinale Sforza[4]. Nel 1543 fece trasferire la sede vescovile a Tursi[5], al contempo insignita del titolo di "città", conferendole, di fatto, l'attuale fisionomia, nell'ambito della Diocesi di Tursi-Lagonegro[6]. Quale vescovo di Anglona e Tursi, ebbe l'onore di consacrare sacerdote sant'Andrea Avellino.[7].

Secondo una tesi, non comprovata e minoritaria, l'Elvino ricevette la dignità cardinalizia poco prima della morte[8]. Sta di fatto che, venuto a mancare all'età di 44 anni, egli fu seppellito nella basilica romana di Santa Maria del Popolo, in un noto monumento funerario, ubicato un tempo alla destra dell'altare centrale (oggi è nel corridoio della sagrestia), che venne realizzato dallo scultore milanese Guglielmo Della Porta.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^

    «TINTINATICUS HELVINUS EPIS. ANGLONENSIS TESAURARIUS GENERALIS APOSTOLICUS SUDORE SUO ATQUE DIVAE CONSTANTIAE FARNESIAE ET G. ASCANI CARDIN SANCTAE FLORAE FILI EIUS NECNON PAULI III PONT. MAX. DOMINORUM SUORUM GRATIA HANC DOMUM A FUNDAMENTIS AEDIFICAVIT A.D. MDXLV

  2. ^ V. Pizzuti, Alvitani illustri e notevoli dal sec. XV ad oggi, Tip. dell'Abbazia di Casamari, 1957, pp. 32-33.
  3. ^ Cfr. G. Vasari Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti, vol. XII, Firenze, Le Monnier, 1856, p. 323
  4. ^ Cfr. G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. LXXXI, Venezia, Tip. Emili, 1856, p. 481
  5. ^ Cfr. la Cronatassi dei vescovi della Diocesi di Tursi-Lagonegro, su anglona.mt.it. URL consultato il 17 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2008).
  6. ^ Cfr. la storia della Chiesa sul sito del Comune di Tursi
  7. ^ Cfr. la biografia di Sant'Andrea Avellino sul sito della Parrocchia di Pisticci Archiviato il 5 luglio 2008 in Internet Archive.
  8. ^ Cfr. G.P.M. Castrucci, Descrizione del ducato d'Alvito nel Regno di Napoli in Campagna Felice, IV ed. a cura di S. D'Aloe, Napoli, Stamp. Piscopo, 1863, p. 63. Viceversa, V. Pizzuti, op. cit., pp. 95-97, riporta le più autorevoli tesi contrarie, sostenute, tra l'altro, dalle epigrafi funerarie presenti nella Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma e nel palazzo Elvino ad Alvito.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Anglona-Tursi Successore
Guido Ascanio Sforza 20 dicembre 1542 - 11 luglio 1548 Giulio De Grandis
Controllo di autoritàVIAF (EN3573155191932182440004 · WorldCat Identities (ENviaf-3573155191932182440004