Benedetta d'Arborea

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Benedetta d'Arborea
Ugone III sostiene il capo della figlia Benedetta - Chiesa di San Gavino Martire (San Gavino Monreale)
Principessa d’Arborea
Stemma
Stemma
In carica1365-1383
Nome completoBenedetta De Serra Bas
NascitaOristano, 1365
MorteOristano, 3 marzo 1383
Luogo di sepolturaignoto
DinastiaDe Serra Bas-Vico
PadreUgone III di Arborea
MadreAnonima Castelli di Vico, figlia di Giovanni Castelli di Vico
ReligioneCattolicesimo

Benedetta d'Arborea (Oristano, 1365Oristano, 3 marzo 1383) è stata principessa d’Arborea dal 1365 all’anno della sua morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Unica figlia del giudice o re d’Arborea Ugone III e di sua moglie Anonima Castelli di Vico, nacque presumibilmente ad Oristano nel 1365. In quegli anni si combatteva l’accanita guerra tra il giudicato di Arborea e la Corona d’Aragona, che vedeva suo padre, futuro sovrano e figlio di Mariano IV, governare le truppe del piccolo regno sardo, conseguendo molte ed importanti vittorie, come quella della battaglia di Sant’Anna.[1]

La madre di Benedetta morì nel 1369, come testimonia la lettera del governatore del Capo di Logudoro al re Pietro IV di Aragona, datata proprio in quell’anno.

La seconda Ambasciata Angioina ad Oristano[modifica | modifica wikitesto]

«...matrimonium futurum inter dominum Ludovicum, eorumdem dominorum ducis et ducisse filium naturalem et legitimum, unicum et communem, et Benedictam, filiam illustris principis et domini domini Hugonis, judicis Arboree, comitis Gociani et vicecomitis de Basso...»

Nel 1378 il potente Duca d'Angiò Luigi di Valois inviò un'ambasciata, successiva a quella dell'anno precedente, per fare rattificare il precedentemente firmato trattato di alleanza. Gli ambasciatori, Migone, signore Pomerade, e Guglielmo Gaian, dottorando in legge, giunsero ad Oristano il 30 agosto.[2] Ad accoglierli ci fu Ugone III in persona, che, secondo gli stessi ambasciatori, si comportò in modo molto rude e barbaro. Oggi, secondo gli storici, questo comportamento fu dettato dal fatto che il Duca Luigi non aveva rispettato i vincoli del precedente trattato, venendo a patti con il nemico che si erano accordati di combattere, la Corona d'Aragona. [3] Alla proposta degli ambasciatori del matrimonio tra Benedetta e Luigi, piccolo erede ed omonimo di Luigi I, Ugone rispose sdegnosamente, definendo, nella lettera di risposta al Duca, quel possibile sposalizio come "ridicolo".

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Durante una sommossa popolare, agli inizi del 1383, il palazzo giudicale fu assalito e preso. Il 3 marzo la diciannovenne Benedetta e suo padre furono gettati, ancora vivi e con la lingua tagliata, in un pozzo.[4] Ad Ugone sarebbe subentrato Federico di Arborea, figlio della sorella Eleonora, che assunse la reggenza.

I mandanti dell'omicidio rimangono misteriosi nonostante le ipotesi, non documentate, dello storico Francesco Cesare Casula e della scrittrice Bianca Pitzorno su chi avesse beneficiato della duplice morte.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Casula, p. 231
  2. ^ Raimondo Carta Raspi, Ugone III di Arborea e le ambasciate di Luigi I d'Anjou.
  3. ^ Ugone III di Arborea e le ambasciate di Luigi I d'Anjou.
  4. ^ Pitzorno, p. 28

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Cesare Casula, La storia di Sardegna, Carlo Delfino Editore, Sassari, 1994
  • Bianca Pitzorno, Vita di Eleonora d’Arborea, principessa medievale di Sardegna, Oscar Mondadori, Milano, 2010
  • Franco Cuccu, La città dei Giudici, vol. 1, S’Alvure, Oristano, 1996
  • Gian Giacomo Ortu, La Sardegna dei Giudici, Il Maestrale, Nuoro, 2005

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]