Battaglia di Sellasia

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Battaglia di Sellasia
parte della guerra cleomenea
Cartina relativa al Peloponneso meridionale
Data222 a.C.
LuogoSellasia - Grecia
EsitoDecisiva vittoria macedone
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Circa 30.000 fanti
1.200 cavalieri
Circa 20.000 fanti
650 cavalieri
Perdite
Numero sconosciutoCirca 5.800 uomini
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La battaglia di Sellasia, avvenuta nel luglio del 222 a.C., è l'episodio conclusivo della cosiddetta guerra cleomenea combattuta nel Peloponneso tra Sparta e la Lega achea dal 229 a.C. fino appunto al 222 a.C. risoltasi con la vittoria degli Achei grazie all'aiuto risolutivo del Regno di Macedonia, retto allora da Antigono III Dosone.

Svolgimento[modifica | modifica wikitesto]

Lo scontro avvenne non lontano da Sparta sulla strada che da questa portava a Corinto tra l'esercito spartano di Cleomene III (circa 20.000 uomini di cui 6.000 Spartiati) e l'armata macedone di Antigono Dosone supportata da vari contingenti alleati (circa 28.000 fanti di cui 10.000 falangiti Macedoni e 1.200 cavalieri).

Cleomene attestatosi in posizione difensiva su due colli (l'Euas e l'Olimpo) ai lati della strada per Sparta, divise le forze in tre contingenti: il primo, composto dai Perieci e dagli alleati sotto il comando del fratello Euclida fu posto sull'Euas, il secondo, composto da cavalieri e mercenari, centralmente sul territorio pianeggiante, ed il terzo contingente composto dagli Spartiati armati alla Macedone sotto il suo stesso comando sull'Olimpo.[1]

Antigono dopo un'iniziale fase di studio in cui rimase accampato nei pressi del nemico decise di schierare le sue forze. Contro Euclida sotto il comando di Alessandro di Acmeto e Demetrio di Faro pose gli opliti Macedoni e gli Illiri con alle spalle gli Acarnani, gli Epiroti e parte degli Achei. Al centro dispose tutta la cavalleria con circa 2.000 fanti tra Achei e Megalopolitani. Lui stesso si dispose contro Cleomene con i mercenari in avanguardia e l'intera falange dietro disposta su due file per la ristrettezza dei luoghi.[2]

L'esito dei combattimenti vide gli Spartani sconfitti nettamente in tutti e tre i settori. Secondo la testimonianza di Plutarco, dei seimila Spartiati ne sopravvissero solo duecento ed anche i mercenari furono decimati.[3] Lo stesso Euclida morì in battaglia, e Cleomene riparò con pochi cavalieri a Sparta e di lì ad Alessandria d'Egitto lasciando la sua città priva di difese in balia di Antigono e delle truppe alleate.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti secondarie
  • J.D. Morgan, Sellasia Revisited, "American Journal of Archaeology", 85, n. 3, 1981, pp. 328–330