Battaglia di Itacurubí

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Battaglia di Itacurubí
parte dell'invasione luso-brasiliana
Data6 giugno 1819
LuogoFiume Icamacuá, Rio Grande do Sul, Brasile.
EsitoVittoria dell'esercito luso-brasiliano
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
800 uomini[1][2]sconosciuti
Perdite
sconosciute300 morti
80 prigionieri[3]
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La battaglia di Itacurubí fu uno scontro armato combattuto il 6 giugno 1819, durante il conflitto seguito all'invasione luso-brasiliana della Provincia Orientale, tra una colonna dell'esercito del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve, guidata dal maresciallo di campo José de Abreu, Barone di Cerro Largo, e le truppe di Misiones, al cui comando si trovava Andrés Guazurary.

La battaglia si tenne nei pressi del fiume Icamacuá, nell'attuale territorio di Rio Grande do Sul, e si concluse con la vittoria di Abreu. Guazurary fu catturato qualche giorno dopo lo scontro, mentre si apprestava a rientrare ad ovest del fiume Uruguay.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del 1819 José Gervasio Artigas concepì un nuovo piano di invasione del Rio Grande do Sul, anche questo con lo scopo di tagliare i collegamenti all'esercito di Carlos Frederico Lecor, che da due anni occupava Montevideo. Il piano prevedeva che il suo alleato Andrés Guazurary invadesse più a nord le Misiones Orientales, in modo da attirarvi le truppe luso-brasiliane presenti nella regione, mentre lui avrebbe attaccato di sorpresa con il grosso dell'esercito Santa Maria per dirigersi in seguito verso Porto Alegre.[4]

Guazurary attraversò il fiume Uruguay il 25 aprile alla testa di circa 2000 uomini,[5] tra i quali si trovavano indigeni guaraní e miliziani provenienti da Corrientes, occupando la sera del giorno successivo il villaggio di San Nicolás senza trovare resistenza. Il maresciallo Francisco das Chagas Santos, colto di sorpresa dall'invasione,[2] mosse dal suo quartier generale di São Borja verso il nemico dopo aver informato il conte di Figueira e José de Abreu, che comandavano le più vicine divisioni luso-brasiliane nella regione, chiedendo loro aiuto.[6] Il 9 maggio arrivò a San Nicolás, ma fu respinto dalle truppe di Guazurary, che lo obbligò a ritirarsi più a sud in attesa di ricevere rinforzi.[7]

Il caudillo indigeno non inseguì il nemico, ma lasciò nel villaggio 600 uomini per portarsi sul fiume Ibicuy, dove, come convenuto, avrebbe dovuto riunire le sue forze a quelle di Artigas. Nel frattempo le divisioni luso-brasiliane del conte di Figueira e di Abreu si unirono e raggiunsero quella di Chagas il 27 maggio sul fiume Camacuá.[8]

Non essendo riuscito a stabilire un contatto con Artigas, Guazurary si decise a tornare indietro, attraversando per 200 km il territorio brasiliano per vie alternative, in modo da evitare di incrociare le tre divisioni nemiche che cercavano di intercettarlo.[3]

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 giugno 1819 Guazurary si apprestava ad attraversare il fiume Icamacuá nei pressi del guado di Itacurubí quando fu sorpreso da una colonna luso-brasiliana che Abreu aveva nascosto nei paraggi con l'intento di tendere un'imboscata al caudillo indigeno. Lo scontro si risolse presto in una dura sconfitta per le truppe di Misiones e Corrientes, che lasciarono sul terreno 300 morti. I sopravvissuti si ritirarono su un'altura che però fu presto circondata dai luso-brasiliani; questi riuscirono a catturare 80 nemici, tra i quali figurava il capo delle truppe correntine, il colonnello Sánchez Negrete.

Ferito da un proiettile, Guazurary riuscì ad evitare l'accerchiamento nemico e a darsi alla fuga.[3]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Rimasto con soli sette compagni, Guazurary fu catturato da una pattuglia nemica il 20 giugno, mentre si accingeva ad attraversare il fiume Uruguay.[3] Inviato prigioniero sulla Ilha das Cobras, nei pressi di Rio de Janeiro, sparì in breve tempo dai documenti storici e non si conoscono le circostanze della sua morte.[2] La sua cattura segnò la fine di ogni minaccia al territorio brasiliano proveniente dalla provincia di Misiones.[3]

Il 12 giugno Figueira arrivò a San Nicolás, che era stata abbandonata pochi giorni prima dai resti dell'esercito occupante; una parte di questo fu sorpresa e sconfitta il giorno successivo, sulla sponda sinistra dell'Uruguay, da una pattuglia luso-brasiliana. Dopo la vittoria Abreu si spostò più a sud, con l'intento di unirsi alla divisione di Joachim Xavier Curado, incaricato di porre termine alla resistenza di Artigas nella Banda Oriental.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) Alfredo Poenitz, Andrés Guacurarí y Artigas y el intento de recuperación de los siete pueblos, su territoriodigital.com, Posadas, Diario El Territorio, 31 luglio 2011. URL consultato il 25 aprile 2015.
  2. ^ a b c González.
  3. ^ a b c d e Camogli.
  4. ^ Alonso, p. 191.
  5. ^ Alcune fonti riportano che il numero complessivo si aggirava sulle 1300 unità. Alonso, p. 191
  6. ^ Castellanos e Ardao, p. 182.
  7. ^ Castellanos e Ardao, pp. 182-183.
  8. ^ Castellanos e Ardao, p. 183.
  9. ^ Castellanos e Ardao, p. 184.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (ES) Edison Alonso Rodríguez, Artigas Aspectos Militares del Héroe, Montevideo, Centro Militar. República Oriental del Uruguay, 1954.
  • (ES) Pablo Camogli, Andresito: Historia de un pueblo en armas, Random House Mondadori, 2015, ISBN 978-987-735-026-5.
  • (ES) Juan González, Andrés Guacurari y Artigas. Comandante Guaraní de los Pueblos Libres (PDF), Consejo de Caciques de la Nación Mbya Guaraní. URL consultato il 26 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2015).