Battaglia dei Salici

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Battaglia dei Salici
parte della Guerra gotica (376-382)
La campagna del 377
Data377
Luogoad Salices, vicino Marcianopoli in Moesia
EsitoNessun vincitore
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Almeno tre legioniPiù dei Romani
Perdite
Notevoli
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La battaglia dei Salici o di Ad salices fu uno scontro tra le forze dell'Impero romano e un esercito di Visigoti comandati da Fritigerno che ebbe luogo in una località nota come ad Salices, nei pressi di Marcianopoli, nel 377. Fu un episodio della guerra gotica combattuta a seguito del passaggio del Danubio da parte dei Visigoti, un anno prima della battaglia di Adrianopoli.

Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

Nel 376, i Goti si erano presentati sulle sponde del Danubio, chiedendo ai Romani di farli transitare all'interno dei territori dell'Impero per proteggerli dalla furia degli Unni che avevano invaso i loro territori. L'imperatore della pars Orientis Valente, che si trovava a duemila chilometri verso Oriente per preparare la guerra contro i Sasanidi, aveva permesso l'ingresso e lo stanziamento dei Goti, allo scopo di integrarli nella struttura economica e militare dell'Impero, ma l'afflusso di un enorme numero di profughi, il ridotto numero di truppe romane presenti (molte erano state inviate in Oriente nell'esercito d'invasione) e maldestri tentativi dei comandanti romani di gestire l'emergenza avevano portato a una ribellione dei Goti, che avevano preso le armi contro i Romani e inflitto loro alcune sconfitte, devastando le campagne della Tracia.

Avvertito della situazione di emergenza, Valente strinse una pace con i Sasanidi e si preparò a muoversi a occidente con l'esercito campale; nel frattempo ordinò ai suoi generali Traiano e Profuturo di avanzare da Costantinopoli verso nord con tre legioni armene. I generali di Valente si incontrarono con le forze dell'Impero d'Occidente, comandate da Ricomere, che erano state mandate loro in aiuto: i generali decisero di impegnare a battaglia i Goti, accampati in località ad Salices, a nord di Marcianopoli.

Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Il racconto della battaglia è di Ammiano Marcellino[1]. I Goti disposero i propri carri in circolo, creando una fortificazione in cui si ritiravano quando necessario. I Romani, in inferiorità numerica, persero il loro comandante Profuturo, ma, grazie alla superiore preparazione militare, inflissero grandi perdite al nemico. A un certo punto dello scontro, l'ala sinistra romana cedette, ma ricevette dei rinforzi e tornò al suo posto. Lo scontro, molto sanguinoso, durò fino al calare della sera, quando si concluse senza vincitori. I Romani ripiegarono verso Marcianopoli, mentre i Goti rimasero accampati dietro i propri carri disposti a circolo per qualche giorno ancora.

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la battaglia i Romani ricevettero ulteriori rinforzi e il loro comandante, Saturnino, decise di cercare di affamare i nemici, ma i Goti chiesero e ottennero l'aiuto degli Alani e furono lasciati liberi di saccheggiare la zona. La guerra si protrasse ancora, vedendo la sconfitta e la morte di Valente nella battaglia di Adrianopoli del 378 e la firma della pace nel 382.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ammiano Marcellino, Rerum gestarum libri, XXXI, 7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Kulikowski, Michael, Rome's Gothic Wars: From the Third Century to Alaric, Cambridge University Press, 2006, ISBN 0521846331, pp. 138–139.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]