Basāvana

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La corte del giovane Akbar, all'età di 13 anni, mentre esegue il suo primo atto imperiale

Basāvana, anche traslitterato Basāwan[1] (1540 circa – 1600 circa), è stato un pittore indiano, appartenente alla scuola Mughal, noto per le sue acute osservazioni della natura umana;[2] fu attivo tra il 1580 e il 1600[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Poche e frammentarie sono le notizie sulla sua vita, e tra le poche certezze vi sono la sua nascita indù e la rinomata attività artistica di suo figlio, Manohar, noto come pittore ritrattista e studioso di animali.

Si formò, presumibilmente, presso la grande scuola dei maestri persiani invitati in India dall'imperatore Humayum (1530-1556) per insegnare arte ad allievi di varia etnia e religione.[2]

Quindi dedicò quarant'anni della sua vita alla collaborazione con la scuola pittorica e artistica fondata da Humayum e ampliata dal successore Akbar (1542-1605).

Basawan fu inserito nell'elenco dei pittori di corte da Abū al-Faḍl'Allāmī, storiografo di Akbar, che espresse un giudizio entusiasta sull'operato dell'artista:[2] «Nel disegnare e dipingere... non ha rivali nel mondo».[3]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

A Basawan sono attribuite oltre cento opere, la maggior parte delle quali sono illustrazioni di manoscritti oppure fogli di album singoli.[4]

Nei suoi dipinti Basawan si dimostrò un profondo osservatore della natura ed un attento conoscitore delle regole prospettiche della pittura europea.[2]

Nei suoi disegni evidenziò un sorprendente verismo ritrattistico oltre ad un senso dell'umorismo,[2] e si caratterizzò per la profondità e la brillantezza dei suoi colori.[3]

Eseguì anche un buon numero di ritratti frontali, diversamente dai suoi colleghi contemporanei.

Tra le sue opere più significative si annoverano le illustrazioni di vari poemi: Razmnama, Akbar-nama, Darab-nama, Bahararistan of Jami, Timur-nama.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Basawan, su oxfordreference.com. URL consultato il 28 aprile 2024.
  2. ^ a b c d e le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 96.
  3. ^ a b c d (EN) Basavan, su britannica.com. URL consultato il 28 maggio 2018.
  4. ^ Jonathan Bloom e Sheila Blair, he Grove Encyclopedia of Islamic Art and Architecture, New York, Oxford University Press, 2009, pp. 268-270.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Basavan, in Encyclopaedia Britannica. URL consultato il 12 marzo 2009.
  • Rizvi, S. A. A., "Basawan", Academic American Encyclopedia, 1991, volume 3, p. 101.

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