Automotrice M2 serie 75

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FCL M2.72 ÷ 75
Automotrice
Automotrice 73 in sosta a Gioia Tauro
Anni di costruzione 1949
Anni di esercizio 19491980
Quantità prodotta 4 unità
Costruttore Reggiane
Lunghezza 16.540 mm
Larghezza 2.500 mm
Altezza 3.335 mm
Capacità 50 posti a sedere, 42 posti in piedi
Scartamento 950 mm
Interperno 10.000 mm
Massa in servizio 32,1 t
Massa a vuoto 23,9 t
Rodiggio (1A)(A1)
Diametro ruote motrici 725 mm
Velocità massima omologata 75 km/h
Alimentazione Diesel
Dati tratti da:
Marra, op. cit., p. 207

L'automotrice M2 serie 75 è un rotabile automotore, con motorizzazione diesel, delle Ferrovie Calabro Lucane costruito dalle Officine Meccaniche Reggiane sulla base di carrozze a carrelli di recupero.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le 4 automotrici M2.72 ÷ 75 vennero commissionate alle Reggiane, nel dopoguerra, dalla società Mediterranea Calabro Lucane allo scopo di sopperire alla carenza di materiale rotabile automotore leggero sulle proprie linee ferroviarie[1] dopo il successo del servizio svolto con le Emmine che tuttavia presentavano l'inconveniente di un limitato numero di posti offerti unito all'impossibilità di accoppiarle in multiplo in caso di necessità. Vennero costruite sulla base di 4 carrozze viaggiatori consegnate dalle stesse Ferrovie Calabro Lucane e svolsero servizio a partire dal 1949 sulle linee FCL attorno a Gioia Tauro[2]. Non ebbero una eccellente riuscita stante il rimaneggiamento tuttavia permisero di velocizzare alcuni servizi fino ad allora svolti a vapore. Vennero accantonate nel 1980 in conseguenza dell'arrivo di rotabili più adeguati, demotorizzate e trasformate dalla Ferrosud tra il 1981 e il 1982 in rimorchiate serie RL 71 ÷ 74, prestando servizio sino a metà anni Novanta sulle linee taurensi[3].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Erano automotrici costruite con cassa metallica e rodiggio (1A)(A1); ogni carrello, costruito dalla Breda, aveva un motore Diesel tipo D/9 a sei cilindri, in grado di erogare 84,9 kW a 1800 giri/min e di spingere il mezzo a 75 km/h[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Antonio Federici, Le ferrovie Calabro Lucane, in TuttoTreno Tema 14, pp. 68-73.
  2. ^ Marra, op.cit., p. 205
  3. ^ a b Marra, op.cit., p. 207

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pietro Marra, Calabro Lucane. Piccole ferrovie tra Puglia, Basilicata e Calabria, Bagnacavallo, PGM, 2016, ISBN 978-88-909824-1-5.

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