Archaeocalamitaceae

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Archaeocalamitaceae
Archaeocalamites
Stato di conservazione
Fossile
Periodo di fossilizzazione: Carbonifero inferiore
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Pteridophyta
Classe Equisetopsida
Ordine Equisetales
Famiglia Archaeocalamitaceae
Generi
(Vedi testo)

Archaeocalamitaceae è una famiglia di piante vascolari Pteridofite allo stato fossile, appartenenti all'ordine delle Equisetales.

Le specie di questa famiglia sono organismi molto antichi: il ritrovamento di resti fossili di queste piante indicano che erano diffuse nel Carbonifero inferiore (359 – 318 milioni di anni fa) chiamato anche Mississippiano[1]. Dal punto di vista filogenetico sono piante più primitive delle Angiosperme, infatti sono senza organi sessuali distinti, si propagano e si riproducono per mezzo di spore.

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

La classificazione di questa famiglia è ancora oggi tema di discussione nel mondo botanico; solo ultimamente è stata posta tra le Pteridofite (la divisione delle felci) per delle affinità a livello molecolare.
La classificazione proposta nella tabella a destra è quella derivata da una recente ricerca del 2006 (Smith et al.[2]).

Generi e Specie[modifica | modifica wikitesto]

La divisione in generi di questa famiglia è resa difficile in quanto i resti fossili sono frammentari (difficilmente si è riusciti a ricostruire una pianta completa). L'elenco che segue è una possibile struttura tassonomica della famiglia di questa scheda :

  • Archaeocalamites
    • A. esnostensis
    • A. geoppertii
    • A. goeppertii
    • A. latixylon
    • A. radiatus
    • A. scrobiculatus

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

In base ai ritrovamenti fossili si tratta di giganteschi vegetali con enormi tronchi di oltre 30 metri di altezza e con diametro dei fusti di quasi 1 metro (grazie alla massiccia formazione del legno secondario – xilema).

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici erano del tipo secondario da rizoma di tipo “actinostelico” (avente un solo fascio raggiato), semplice struttura che si manterrà in seguito più o meno invariata fino alle piante attuali[3].

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le specie delle “Archaeocalamitaceae” si differenziavano da quelle delle altre famiglie dello stesso ordine (Equisetales) in quanto avevano le foglie biforcate (e non a lamina intera) disposte in corrispondenza dei nodi e formavano un verticillo (anche di foglie sovrapposte) tutto intorno al nodo stesso. Le foglie inoltre non erano concresciute nemmeno in parte, ma libere.

Apparato riproduttivo[modifica | modifica wikitesto]

La riproduzione era assicurata dai sporofilli formati da diversi sporangi: sono i contenitori delle spore, organo riproduttivo di queste piante.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La massima diffusione e sviluppo delle piante di questa famiglia è stata nell'era Paleozoica (periodo Carbonifero) per poi estinguersi velocemente. A quei tempi la diffusione era globale e queste piante colossali costituivano ovunque immense foreste palustri in climi caldo-umidi sub-tropicali e tropicali.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

L'importanza della famiglia è data soprattutto dalla possibilità di sfruttare le specie fossili sotto forma di depositi di carbone fossile.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 731-733, ISBN 88-7287-344-4.
  2. ^ Smith, A. R., K. M. Pryer, E. Schuettpelz, P. Korall, H. Schneider & P. G. Wolf. 2006. A classification for extant ferns. Taxon 55(3):705–731.online available
  3. ^ 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 733, ISBN 88-7287-344-4.

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