Anovelo da Imbonate

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Anovelo da Imbonate (XIV secoloXV secolo) è stato un pittore e miniatore italiano. Fu attivo a Milano e in Lombardia, soprattutto al servizio della corte viscontea, tra la fine del XIV secolo (è presenta a Milano nell'ultimo quarto del secolo) e gli inizi del XV.

Pochissime di lui le opere documentate con certezza: per la miniatura le decorazioni del Messale dell´Incoronazione di Gian Galeazzo Visconti (Milano, Biblioteca della Basilica di S. Ambrogio) e il Messale di Santa Tecla (Milano, Biblioteca Capitolare del duomo). In esse si nota uno stile ormai maturo, che ha fatto sue tutte le ultime novità del tardogotico lombardo trecentesco. Trattandosi di lavori riservati ad una stretta cerchia di artisti di fiducia della corte viscontea, si presume l'artista avesse una notevole quantità di richieste nel milanese.

Tale fatto è ribadito dalla sua presenza nel campo dell'arte figurativa in Sant'Ambrogio.

Nel campo della pittura di grandi dimensioni, soprattutto nell'affresco, la ricostruzione della sua opera presenta molte difficoltà.

Rimane certa l'attribuzione a lui di una tavoletta con la Crocifissione, che si trovava originariamente nella cuspide di un polittico proveniente dalla chiesa di San Giorgio a Palazzo. Questa tavola mostra un carattere rievocativo, non descrittivo, dell'Evento; l'atmosfera non è tanto realistica, e punta soprattutto a portare a concepire il significato spirituale di quanto rappresentato, utilizzando a tal fine colori ed espressioni dei volti.

L'artista si colloca pertanto sul versante della pittura che esprime verità teologiche percepibili con la Ragione e con il Cuore.

Attribuibili ad Anovelo sono ancora gli affreschi sulla volta dell´oratorio Porro a Lentate e quelli della seconda campata della chiesa di Viboldone.

La Crocefissione, affresco, San Marco (Transetto)

Altra attribuzione che ha riscontrato di recente ulteriori adesioni, è relativa alla crocifissione, in affresco, riscoperta nel transetto della chiesa milanese di San Marco.

Questa sua produzione nel campo della pittura di concetto, lo fa stimare possibile autore dell'affresco della Gloria di San Tommaso della cappella Visconti di San Tommaso in Sant'Eustorgio, dove si trova il Santo Aquinate in cattedra al centro della scena in un contesto gerarchicamente strutturato dal punto di vista filosofico tomistico-aristotelico. Tale attribuzione non è però da tutti unanimamente accettata.

La crocifissione in San Marco

Si tratta di un affresco di recente riscoperta, ricomparso da sotto un affresco postrinascimentale che lo copriva; si trova in San Marco, nel braccio destro del transetto.

Per la sua dimensione è tra le opere che meglio ci mostrano lo stile dell'autore nel campo della grande pittura.

Punto di partenza stilistico è il Giottismo, che viene non tanto dall'esempio diretto del maestro, bensì assimilando l'eredità che in Milano l'opera di Giotto aveva lasciato (Giotto era stato Milano ad affrescare il palazzo dei Visconti per Azzone tra il 1334 e il 1335). Era un giottismo pertanto filtrato da varie interpretazioni, che privilegiava un colore prezioso, e guardava soprattutto all'opera di Giovanni da Milano.

Quello che la sua pittura ricerca sono pertanto i termini corsivi e più naturalistici, dati questi dalle espressioni dei volti, ma di un naturalismo che tende a coinvolgere spiritualmente, più che a dare una reale presenza della figura nello spazio. Infatti questa pittura tende a riportare ad un'atmosfera emotivamente spirituale, puntando a dare una visione diretta di alcuni principi teologici, rappresentati nel riferimento ad alcuni santi particolari. Era questa l'impostazione contenutistica avviata nel Milanese dal ciclo di affreschi di Giusto de' Menabuoi a Viboldone.

Si vedono nel brano di affresco superstite al centro il Crocifisso, con due angeli ai due lati, dei quali uno raccoglie il Sangue del Cristo. Sotto una Pia Donna regge la Madonna svenuta (nel gruppo a sinistra; della Madonna appare solo la mano e il braccio che questa pia donna sorregge). Sotto a queste due figure sta, ai piedi della Croce la Maddalena, con i lunghi capelli biondi e le mani con i palmi aperti verso il Cristo, così accasciata sotto la Croce.

Il Crocifisso come tipologia viene dalla rivoluzione giottesca di tale iconografia, ma ne fornisce un'immagine più magra e stilizzata secondo un certo gusto lineare. Nella parte destra dell'affresco, a mezza altezza, il gruppo delle figure che stanno sotto alla Croce, è sovrastato da un personaggio più in alto, un santo barbuto di cui restano parti della testa e del corpo; per esso si suppone fosse Sant'Antonio Abate. Sotto di questi verso la croce sta il San Giovanni nel tipico atteggiamento a mani giunte, e, sotto ancora, un poco a destra e in basso, un vescovo che regge un cartiglio che svolazza verso il Cristo; il cartiglio si suppone avesse scritto il Psalmos di Sant'Agostino.

Questa Crocefissione è emblematica di una tipologia iconografica del Trecento lombardo, di cui un ultimo, tardo e conclusivo esempio lo si vede nella crocifissione, di poco posteriore al 1405 ma di anonimo pittore legato al secolo precedente (vedi Affresco della Crocefissione), che si trova nella chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, nella controfacciata (dalla parte destra della doppia facciata, la cosiddetta cappella Ducale, posta tra le due monofore gotiche; da non confondersi con l'altra crocefissione che nella stessa cappella ducale si trova ad essa dirimpetto, nella parte presbiteriale, la quale ultima però, benché riferita all'epoca degli Zavattari, mantiene ancora qualche ricordo di questa precedente iconografia.

Opere

  • Messale per Gian Galeazzo Visconti (1394-95, Milano, Museo di S. Ambrogio)
  • messale della chiesa di S. Tecla (1409, Milano, Biblioteca capitolare del duomo).
  • Crocifissione - Tempera su tavola, cm 101 x 38 (parte di polittico smembrato, proveniente dalla chiesa di San Giorgio a Palazzo, ora in S. Eustorgio
  • (attribuita) miniatura di due copie identiche di Legenda venerabilium virorum Aymonis et Vermondi ("vita dei Santi Aimone e Vermondo"), Los Angeles (Getty Museum MS. 26), Milano (Biblioteca Trivulziana, MS. 509).


Bibliografia

  • Luisa Cogliati Arano, La data del "Messale Ambrosiano" di Anovelo e il "Maestro dei Crocifissi", in "Arte documento", 2, 1988, pp. 62-65.
  • Silvana Tassetto, La miniatura tardogotica lombarda e i suoi rapporti con l'Europa. Il "Messale - Libro d'Ore" Lat. 757, in "Arte lombarda", N.S. CXXVI, 2, 1999, pp. 29-60.
  • Klára Benešovská, Praha a Milano roku 1395. (in margine bronzového sousoší sv. Jiří na Pražském hradě) [Praga e Milano nel 1395. (in margine alla statua del San Giorgio in bronzo del Castello di Praga)], in Ars videndi. Professori Jaromír Homolka ad honorem, a cura di A. Mudra, České Budějovice, Halama, 2006, pp 291-306.