Angelina Beloff
Angelina Petrova Beloff (in russo Ангелина Петровна Белова?, Angelina Petrovna Belova; San Pietroburgo, 23 giugno 1879 – Città del Messico, 30 dicembre 1969) è stata un'artista russa celebre per essere stata la prima moglie di Diego Rivera.
Oltre a dipingere oli, acquerelli, incisioni, e guazzi, Beloff si cimentò in altre espressioni artistiche come la fotografia, le arti grafiche, e la creazione di marionette.[1] I suoi principali maestri erano Matisse, Cézanne e Picasso.[2]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Formazione
[modifica | modifica wikitesto]Angelina Beloff nacque in una famiglia di intellettuali di San Pietroburgo nel 1879, durante l'epoca zarista.[1][3] Nel 1905, periodo in cui la sua città natale era divenuta un punto di riferimento per gli artisti russi, Beloff iniziò gli studi presso la locale accademia. Su incoraggiamento dei professori, dopo la morte dei genitori, Beloff si trasferì a Parigi, un altro importantissimo fulcro artistico ove poté vivere grazie al supporto del governo russo e di un fondo fiduciario della famiglia. Nella capitale francese, Beloff poté affinare la sua abilità nella pittura e nel disegno, e apprese la tecnica dell'incisione su legno e metallo frequentando gli atelier di Matisse e Hermenegildo Anglada Camarasa. Sempre in questo periodo di formazione, l'artista ottenne i primi riconoscimenti, e lavorò come insegnante d'arte.[3][4][5][6]
Europa
[modifica | modifica wikitesto]Nel corso dei suoi soggiorni in Francia e Belgio, Beloff poté conoscere vari artisti messicani come Diego Rivera, con il quale entrò in contatto per la prima volta nel corso di un viaggio in compagnia di María Blanchard a Bruxelles. Dopo essere stata corteggiata da Rivera, Beloff lo sposò sul finire del 1909.[3][7] I due ebbero un figlio, Miguel Ángel, morto per complicazioni polmonari quando aveva quattordici mesi.[3] A causa del primo conflitto mondiale, Beloff e Rivera ebbero non pochi problemi a sostenersi economicamente, e cercarono di sbarcare il lunario svolgendo varie mansioni per far sì che Rivera potesse continuare la sua carriera di artista. Questa fase della vita di Beloff è documentata nel suo diario.[1] Nel 1921, dopo la rivoluzione messicana, Rivera venne richiamato per dipingere in Messico da José Vasconcelos. Dal momento che non avevano abbastanza soldi, Beloff fu costretta a rimanere in Europa.[4] I due divorziarono, e Rivera sposò Guadalupe Marín, ma continuò a sostenere economicamente l'ex moglie.[2] Mentre viveva in Europa, Beloff entrò in contatto con altri messicani come David Alfaro Siqueiros, Adolfo Best Maugard, Ángel Zárraga, Roberto Montenegro, Alfonso Reyes e Germán Cueto,[1][7] dipinse ritratti di famosi uomini messicani che vivevano nella capitale francese, ed espose a le Tullerías, le Independentes e altre gallerie.
Messico
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1932, Beloff andò a vivere in Messico. Si dedicò con maggiore decisione alla creazione di opere d'arte,[1] lavorò come insegnante di disegno e incisione per scuole e laboratori per conto della Secretaría de Educación Pública, ed esibì le sue creazioni presso la Galería de Arte Mexicano e il Salón de la Plástica Mexicana.[5][7] Negli anni trenta e quaranta fu anche membro della Liga de Escritores y Artistas Revolucionarios, della Sociedad Mexicana de Grabadores, della Galería Espira, della Sociedad para el Impulso de las Arts Plásticas, e del Salón de las Plástica Mexicana.[1]
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Beloff morì a Città del Messico il 30 dicembre 1969, all'età di 90 anni.[2]
Le sue opere sono oggi conservate in musei di Città del Messico quali il MAM, il MUNAL e il Museo Dolores Olmedo.[2][8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f (ES) Angelina Beloff, más allá de la leyenda, su eluniversal.com.mx. URL consultato l'11 maggio 2022.
- ^ a b c d (ES) Yanireth Israde, Se reencuentran Diego y Angelina, in Reforma, 4 febbraio 2012.
- ^ a b c d (EN) Mujeres del Salón de la Plástica Mexicana. Vol. 1, CONACULTA/INBA, 2014, pp. 34–5.
- ^ a b (ES) Elena de la Cruz, Poniatowska revive un amor olvidado de Diego Rivera, in La Opinion, 19 novembre 1995.
- ^ a b (EN) Angelina Beloff, 1879 – 1969, su museoblaisten.com. URL consultato l'11 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2012).
- ^ (EN) Angelina Beloff, su museodoloresolmedo.org.mx. URL consultato l'11 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2012).
- ^ a b c (ES) Retoman con exposición a la artista Angelina Beloff, su eluniversal.com.mx. URL consultato l'11 maggio 2022.
- ^ (ES) Miryam Audiffred, Recrean la vida de Angelina Beloff, in Reforma, 17 maggio 1998.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (ES) Valentina Velazquez de Lenney, De lejos vienes: Mujeres extranjeras en Mexico: Propuestas de genero, arte y cultura, University of California, 2010.
- (EN) Jules Heller, Nancy G. Heller, North American Women Artists of the Twentieth Century: A Biographical Dictionary, Routledge, 1997.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Angelina Beloff
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Angelina Beloff, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- (EN) Opere di Angelina Beloff, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 49279044 · ISNI (EN) 0000 0000 7974 9698 · SBN RAVV050091 · Europeana agent/base/115290 · LCCN (EN) n88085218 · GND (DE) 1016681402 · BNE (ES) XX5474812 (data) · BNF (FR) cb12236645g (data) · J9U (EN, HE) 987007276886305171 |
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