Andrea Fulvio

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Andrea Fulvio (Palestrina, 1470 circa – Roma, 1527) è stato un umanista, antiquario e numismatico italiano.

Nelle sue pubblicazioni e nella corrispondenza usava il nome latinizzato di Andreas Fulvius o di Antiquarius Sabinus.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Visse a Roma fin da giovane e fu discepolo assiduo e devoto di Pomponio Leto, entrando in contatto con l'ambiente umanistico romano della fine del Quattrocento. Si interessò degli studi archeologici, divenendo buon conoscitore di epigrafi e numismatica dell'antica Roma. Si dedicò per vivere all'insegnamento della grammatica e delle lettere latine e fu anche un poeta , scrivendo epigrammi in latino e un trattato sulla metrica latina, l'Ars metrica.[1]

Fulvio fu compagno e cicerone di Raffaello nell'esplorazione delle rovine romane, mostrando all'artista come andavano collocate nel tempo le varie rovine.[2] Aiutò Raffaello anche nella ricostruzione dell'antica Roma così come appare negli affreschi del pittore urbinate[3].

Fulvio pubblicò, tra gli altri, due volumi importanti. Uno conteneva il primo tentativo di identificare l'aspetto di famosi personaggi dell'antichità dalla evidenza numismatica, il suo Illustrium imagines del 1517, riccamente illustrato.[4] L'altro libro fu la guida alle antichità di Roma, Antiquitates Urbis, pubblicato nel 1527, l'anno del Sacco di Roma.

Per un pubblico più ampio le sue Antiquitates Urbis furono tradotte in italiano da Paolo Del Rosso e pubblicate a Venezia da Michele Tramezzino nel 1543 col titolo Opera delle antichità della città di Roma & delli edificij memorabili di quella. Si dimostrarono così utili come guida in italiano, che furono aggiornate da Girolamo Ferrucci e riedite a Venezia nel 1588 col titolo L'antichità di Roma di nuovo con ogni diligenza corretta & ampliata.

Antiquitates Urbis fornì più di una nuova guida alle antichità di Roma, viste con l'occhio critico di un umanista, il primo del genere degli studi topografici antiquari che arrivano fino al giorno d'oggi. Segna anche l'introduzione della stampa a Roma nella generazione precedente ed identifica alcune, poche, collezioni come quella di Angelo Colocci nella sua villa accanto all'acquedotto dell'Aqua Virgo e quella di monete romane del cardinale Andrea della Valle. Molte delle acute osservazioni di Fulvio nelle Antiquitates Urbis sono resistite alla prova del tempo: il bronzo romano Camillus, che allora era noto come Zingara, lo identificò per primo come un giovane, e Marforio che riconobbe come un dio-fiume reclinato, un'iconografia romana che era ignota alle generazioni precedenti di studiosi. Mise anche in evidenza il gesto pacificatore della statua equestre di Marco Aurelio.[5]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ceresa.
  2. ^ Bette Talvacchia, in Marcia B. Hall (a cura di ) The Cambridge Companion to Raphael (Cambridge University Press) 2005:184.
  3. ^ Roberto Weiss, "Andrea Fulvio antiquario Romano c 1470-1527", Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa 28.1-4 (1959:1-44)
  4. ^ "Il libro di Fulvio fu ampiamente ammirato, copiato ed imitato," nota di Francis Haskell e Nicholas Penny (Taste and the Antique: The Lure of Classical Sculpture 1500-1900 (Yale University Press) 1981:52.
  5. ^ Le osservazioni sono presenti in Haskell and Penny 1981.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Massimo Ceresa, Andrea Fulvio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 50, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1998.
  • Diego Baldi, La Biblioteca Vaticana nel De bibliothecis antiquis di Andrea Fulvio: un nuovo modello di realtà bibliotecaria, in «Bibliothecae.it» 3 (2014) 2, pp. 15-44

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