Anbara Salam Khalidi

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Anbara Salam Khalidi

Anbara Salam Khalidi (Beirut, 4 agosto 1897Beirut, 1986) è stata una traduttrice, scrittrice e attivista libanese e una delle prime femministe arabe.

Infanzia e giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Anbara Salam Khalidi nasce a Beirut il 4 agosto 1897 da un'eminente famiglia sunnita. Il padre, Salim Ali Salam, è un ricco mercante, deputato del parlamento ottomano, presidente della municipalità di Beirut, noto per la sua moderazione, l'amicizia con i leader religiosi di altre fedi, e il suo appoggio alla modernizzazione del paese. La madre, proveniente da una famiglia colta, ama la lettura di libri di storia araba, religione e letteratura: come corredo matrimoniale reca con sé nella nuova casa alcuni dei classici arabi[1]. Uno degli undici fratelli di Anbara, Saeb Salam, è stato per sei volte primo ministro libanese; altri due hanno svolto il servizio di ministro in vari governi, tra il 1952 e il 1973. La sorella più giovane, Rasha, ha dedicato gran parte della sua vita alla lotta palestinese.[2]

Khalidi riceve un'educazione moderna, agli antipodi di quella tradizionale riservata alle sue coetanee[3]; frequenta il collegio anglicano siriano a Ras Beirut, la Maqasid School, una delle poche scuole che assicuravano un'educazione completa alle ragazze.[4] Terminata la scuola, il padre affida le sue tre figlie a degli insegnanti privati di arabo, francese e scienze[5]. Fra questi vi è Sheikh Abdallah al-Bustani, il più famoso lessicografo e grammatico arabo del tempo[6], ma anche un insegnante cattolico di francese, potenziale oggetto di polemiche nella comunità, a causa della sua appartenenza confessionale.[7]

Nel 1912 Anbara visita il Cairo, e viene a contatto con la cultura egiziana e con uno stile di vita e una mentalità molto diversi da quelli libanesi. Durante il suo primo viaggio in Egitto è colpita dalla modernità del paese, specie a livello urbanistico e architettonico. La sorprende il caos cittadino, le automobili, la presenza di cinema e teatri con speciali posti riservati alle donne.[8] Anbara ha modo di conoscere la situazione di maggiore emancipazione vissuta dalle donne egiziane, che godevano di un migliore status familiare, sociale e politico, e matura l'impegno di intervenire per migliorare la condizione delle donne nel suo paese.

All'età di 14 anni, sostenuta dal padre e dal fratello, scrive articoli per giornali nazionalisti, invitando le donne a partecipare alla lotta di liberazione dal dominio ottomano.[6]

Khalidi mette in pratica le sue idee controcorrente anche rifiutando di accettare un matrimonio combinato, e insistendo nel selezionare il proprio marito e nel conoscerlo prima di fidanzarsi[7]

Maturità[modifica | modifica wikitesto]

Per circa quattro secoli, fino alla fine della prima guerra mondiale, il Libano e i territori mediorientali vivono sotto il dominio dell'Impero ottomano. Dopo il suo crollo, il Libano viene assegnato come protettorato alla Francia. In questo periodo Anbara Salam continua a battersi per i diritti delle donne, sia attraverso la stampa che nelle riunioni pubbliche.

Dal 1925 al 1927 studia in Inghilterra, dove ha modo di conoscere più da vicino gli usi e costumi occidentali.

Nel 1928, mentre tiene un discorso pubblico all'università americana di Beirut, Anbara provoca uno scandalo togliendosi intenzionalmente il velo. È un gesto che trae ispirazione da una famosa attivista e femminista di quel periodo, Hoda Sha'rawi, che nel 1923 compì per prima questo atto clamoroso nella stazione ferroviaria del Cairo.[9] Le reazioni all'iniziativa di Anbara sono opposte: molti la sostengono, ma una parte dell'opinione pubblica reagisce con ostilità, specie con minacce e insulti nei confronti delle donne che la imitano, inducendola per un periodo a ritirarsi dalla vita pubblica.[6]

Il periodo in Palestina e il ritorno in Libano[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1929 sposa il palestinese Ahmad Samih Al-Khalidi, direttore del Collegio Arabo di Gerusalemme e vicedirettore dell'educazione nell'amministrazione britannica della Palestina[10], e si trasferisce con lui a Gerusalemme. I due collaborano nella produzione di racconti sulla Palestina araba medievale e di testi riguardanti le moderne teorie dell'educazione.[6]

Negli anni quaranta Anbara completa le sue traduzioni in arabo dell'Iliade e dell'Odissea di Omero, e dell'Eneide di Virgilio, poi pubblicate al Cairo e a Gerusalemme. Diventeranno dei best seller, e sono ancora utilizzate nelle università di molti paesi arabi.[6]

Nel 1948, con il ritiro britannico dalla Palestina e la proclamazione dello Stato d'Israele, scoppia la guerra tra ebrei e arabi. Circa metà della popolazione araba palestinese viene espulsa o abbandona i propri territori, protagonista di quel grande esodo conosciuto dagli arabi con il termine di Nakba. Anbara e la sua famiglia sono costretti a trasferirsi in Libano, dove nel 1951 il marito della scrittrice muore prematuramente, all'età di 55 anni.[7]

Anbara non viene risparmiata dalla guerra civile che funesterà il suo paese a partire dal 1975. Non riuscirà a vederne però la fine: muore nel maggio del 1986.

Tutta la sua vita è raccolta e raccontata in un diario, pubblicato nel 1978, al culmine della guerra, quando è ancora in vita. Nel 2013 il figlio Tarif traduce in inglese l'originale (Jawalah fil Dhikrayat Baynah Lubnan Wa Filastin, Un viaggio delle memorie del Libano e della Palestina), con il titolo Memoirs of an early Arab feminist : the life and activism of Anbara Salam Khalidi .[11]

Queste memorie non consentono solo di far luce sulla vita personale della scrittrice, ma rappresentano anche un'importante risorsa per lo studio del contesto libanese e palestinese e dei principali eventi storici testimoniati dalla scrittrice: la guerra italo-turca del 1911-12 con il suo bombardamento di Beirut; la persecuzione dei riformatori arabi, incluso il padre; la prima guerra mondiale, con il suo carico di morte e di stenti per la popolazione civile; lo sconvolgimento causato dalla Dichiarazione di Balfour del 1917, che offriva il sostegno britannico a una patria ebraica in Palestina, il crollo del dominio ottomano, l'occupazione francese, la migrazione degli ebrei europei in Palestina, la Nakba e l'inizio della guerra civile in Libano.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) mlynxqualey, Women Readers, Women Writers in 19th and Early 20th Century Lebanon, su arablit.org, 17 novembre 1913. URL consultato il 16 gennaio 2018.
  2. ^ (EN) Sarah Irving, Memoir challenges stereotypes of Arab women, su The Electronic Intifada, 31 maggio 2013. URL consultato il 16 gennaio 2018.
  3. ^ (EN) Alex Winder, Modernity, Identity, and Technology in Palestine before the Nakba, in Arab Studies Journal, vol. 23, n. 1, 2015, 5973755663. URL consultato il 19 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2020).
  4. ^ (EN) Toufoul Abou-Hodeib, Taste and class in late Ottoman Beirut, in International Journal of Middle East Studies, vol. 43, n. 3, Cambridge University Press, p. 489.
  5. ^ (EN) Odile Moreau e Stuart Schaar, Subversives and Mavericks in the Muslim Mediterranean: A Subaltern History, University of Texas Press, 2016, p. 190, OCLC 950751222.
  6. ^ a b c d e Obituary of Mrs Anbara Salam al-Khalidi (424), in The Times, 18 giugno 1986.
  7. ^ a b c d Front-line memories of an ongoing battle, in The Daily Star Lebanon, 8 luglio 2013.
  8. ^ Albert Habib Hourani, Storia dei popoli arabi, Mondadori, 2017, OCLC 823892602.
  9. ^ (EN) Cynthia Kreichati, There is still hope for Arab Feminism, su Your Middle East, 11 febbraio 2014. URL consultato il 16 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2017).
  10. ^ (EN) Encyclopedia of the Palestinians, 2005, p. 281, OCLC 873481345.
  11. ^ (EN) Anbara Salam Khalidi, Memoirs of an Early Arab Feminist: The Life and Activism of Anbara Salam Khalidi, London: Pluto Press, 2013, ISBN 9780745333564.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Odile Moreau e Stuart Schaar, Subversives and Mavericks in the Muslim Mediterranean: A Subaltern History, University of Texas Press, OCLC 950751222.
  • (EN) Alex Winder, Modernity, Identity, and Technology in Palestine before the Nakba, in Arab Studies Journal, vol. 23, n. 1, 2015.
  • Albert Habib Hourani, Storia dei popoli arabi, Milano, Mondadori, 2017, OCLC 823892602.
  • (EN) Hasan Kayali, Arabs and Young Turks: Ottomanism, Arabism, and Islamism in the Ottoman Empire, 1908-1918, University of California Press, 1997, OCLC 1014526957.
  • (EN) Philip Mattar, Encyclopedia of the Palestinians, Infobase Publishing, 2005, OCLC 873481345.
  • (EN) Anbara Salam Khalidi, Tharif Salam Khalidi, Memoirs of an early Arab feminist : the life and activism of Anbara Salam Khalidi, London: Pluto Press, 2013, ISBN 9780745333564.

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