Alpenzoo

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Alpenzoo
Alpenzoo Innsbruck
Ingresso storico
Tipo di areaGiardino zoologico
StatoBandiera dell'Austria Austria
ComuneInnsbruck
DirettoreAndré Stadler[1]
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Austria
Alpenzoo
Alpenzoo
Sito istituzionale
Coordinate: 47°16′50.16″N 11°23′53.16″E / 47.2806°N 11.3981°E47.2806; 11.3981

L'Alpenzoo (in italiano zoo delle Alpi), noto anche come Alpenzoo Innsbruck, è un giardino zoologico della città di Innsbruck, capoluogo del Tirolo Settentrionale e dello stato federato austriaco del Tirolo. Si tratta dell'area protetta a tema di maggior altitudine in Austria.[2][3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Stazione della funicolare che serve l'Alpenzoo
Orso bruno
Gipeto

Fondato da Hans Psenner, lo zoo fu aperto il 22 settembre del 1962 attirando da subito oltre 30.000 visitatori all'anno. Si è conquistata la notorietà grazie a progetti di reinsediamento di specie animali a rischio di estinzione.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Lo zoo alpino di Innsbruck gode di fama internazionale e si trova ai piedi della catena montuosa Nordkette che sovrasta la città. Con i suoi 727 m sul livello del mare rappresenta uno degli zoo più alti d'Europa. Ospita più di 2.000 animali suddivisi tra 150 specie diverse su un'area di 4,1 ettari. Rimane aperto tutto l'anno anche se alcuni animali durante la stagione fredda vanno in letargo quindi non si possono osservare.[1][2][3]

Animali presenti[modifica | modifica wikitesto]

A partire dalla primavera, periodo nel quale iniziano ad arrivare in maggioranza i visitatori, sono visibili topi pigmei, tartarughe d'acqua dolce, lontre marine, orsi bruni, camosci, galli cedroni, caprioli, linci, gufi, stambecchi, castori, lupi e molti altri animali alpini.[3][4]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Al Trento Film Festival del 1981 è stato presentato il documentario sulla vita degli animali nello zoo alpino di Innsbruck con la regia di Theo Hormann.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (DE) Hofübergabe im Alpenzoo in aller Freundschaft, su panorama/natur. URL consultato il 17 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2018).
  2. ^ a b Zoo Alpino, su innsbruck.info. URL consultato il 17 maggio 2023.
  3. ^ a b c (EN) Innsbruck Alpine Zoo, su tyrol.tl. URL consultato il 17 maggio 2023.
  4. ^ a b Alpenzoo, su austriavicina.it. URL consultato il 17 maggio 2023.
  5. ^ ALPENZOO INNSBRUCK/TIROL, su trentofestival.it. URL consultato il 17 maggio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Birgit Hofbauer, Bine Penz, Bergfloh im Alpenzoo, Innsbruck, Bergfloh Verlag (Eigenverlag), 2019, ISBN 9783950468762, OCLC 1189615382.
  • (DE) H. Psenner, 15 Jahre Alpenzoo: ein Gang durch den Innsbrucker Alpenzoo, Innsbruck, Alpina, 1977, OCLC 705474008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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