Alcol, schifo e nostalgia

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Alcol, schifo e nostalgia
album in studio
ArtistaVoina
Pubblicazione3 marzo 2017
Durata32:50
Dischi1
Tracce10
GenereRock alternativo[1]
Indie rock[2]
Post-hardcore[1]
EtichettaINRI, Artist First
ProduttoreVoina, Andrea Di Giambattista
RegistrazioneSpazio Sonoro, Chieti
FormatiCD, download digitale
Voina - cronologia
Album precedente
(2015)
Album successivo
(2020)
Singoli
  1. Io non ho quel non so che
    Pubblicato: 17 febbraio 2017

Alcol, schifo e nostalgia è il secondo album in studio del gruppo musicale italiano Voina, pubblicato il 3 marzo 2017 dalla INRI e distribuito dalla Artist First.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Per la registrazione di Alcol, schifo e nostalgia, i Voina si sono ritirati presso la loro regione natia intenzionati a realizzare un disco «più immediato». A tale scopo, il gruppo ha registrato l'album in presa diretta, servendosi di un numero limitato di sovraincisioni.[3] Il lavoro finale è stato descritto dagli stessi membri come «sporco, sboccato e pieno di lividi».[4] Per la denominazione del disco, il gruppo ha utilizzato tre termini che legano concettualmente le liriche dei brani, le quali trattano tematiche come la disillusione, la sconfitta, il fallimento e la noia.[5]

Finanziato attraverso una campagna di crowdfunding, il disco è stato registrato nel 2016 presso lo Spazio Sonoro in provincia di Chieti.[6] L'album è stato prodotto dagli stessi Voina insieme ad Andrea Di Giambattista, già produttore del Management del dolore post-operatorio.[7] Il suo mastering è stato svolto da Riccardo Ricci presso l'Ultrasonic Studio di Pescara.[4]

Al momento della pubblicazione, Alcol, schifo e nostalgia ha raggiunto il sesto posto nella classifica nazionale degli artisti indipendenti stilata dal MEI.[8] L'album è stato anticipato dal singolo Io non ho quel non so che, divenuto virale sui servizi di streaming musicale.[9] Il tour in supporto al disco ha portato i Voina ad esibirsi sui palchi di artisti italiani e internazionali come Kasabian, Afterhours, Ministri e Caparezza.[10]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Testi di Ivo Bucci, musiche di Bucci, Nicola e Domenico Candeloro, Daniele Paolucci.

  1. Welfare – 2:13
  2. Io non ho quel non so che – 3:15
  3. Bere – 3:17
  4. Ossa – 3:56
  5. Morire 100 volte – 2:47
  6. Gli anni '80 – 3:31
  7. Il futuro alle spalle – 3:59
  8. Non è la Rai – 3:27
  9. Il jazz – 3:23
  10. La provincia – 3:02

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (2017) Posizione
massima
Italia (indipendenti)[8] 6

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Giulio Pantalei, “Alcol, schifo e nostalgia”: il nuovo disco dei Voina, su Target Magazine, 10 marzo 2017. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  2. ^ Andrea Bentivoglio, Alcol, Schifo e Nostalgia: Recensione, su indie-zone.it, 11 marzo 2017. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  3. ^ Cinzia Canali, Alcol, schifo e nostalgia, il nuovo album dei Voina, su Nonsense Mag, 6 aprile 2017. URL consultato il 22 ottobre 2018.
  4. ^ a b Alcol, Schifo e Nostalgia (Rock, Indie), su rockit.it. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  5. ^ Anna Pfeiffer, Voina: Alcol, Schifo e Nostalgia, su Loudvision, 16 febbraio 2017. URL consultato il 29 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2019).
  6. ^ Vincere la guerra secondo i Voina: come costruire una “orribile” campagna di crowdfunding, su Music Raiser, 10 febbraio 2017. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  7. ^ Voina, il nuovo video è 'Io non ho quel non so che', su la Repubblica, 22 febbraio 2017. URL consultato il 22 ottobre 2018.
  8. ^ a b Social Indiex, balza in testa Colombre, mentre sale al secondo posto Lucio Corsi, su meiweb.it, MEI, 17 marzo 2017. URL consultato il 22 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2019).
  9. ^ Voina: la rock band alternativa conquista Spotify e si prepara all'uscita dell'album 'Alcol, schifo e nostalgia', su Urban Week, 1º marzo 2017. URL consultato il 22 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2019).
  10. ^ Silvia Remoli, Il rock dei Kasabian strega il Parco della Pace, su Cronache Ancona, 15 luglio 2018. URL consultato il 4 novembre 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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