Adelino Magalhães

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Adelino Magalhães (Niterói, 1887Rio de Janeiro, 1969) è stato uno scrittore brasiliano, considerato uno dei più importanti scrittori brasiliani impressionisti, insieme a Graça Aranha e Raul Pompeia[1][2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Adelino Magalhães nacque a Niterói, nel 1887. La sua carriera di studi incluse, tra il 1902 e il 1905 la frequentazione dell'Istituto Spencer, a Ipanema e poi dal 1906, della facoltà di medicina all'Università federale di Rio de Janeiro.[1]

Contemporaneamente agli studi, si dedicò all'insegnamento, incominciando dal Colégio Batista a Rio de Janeiro.[1]

Negli stessi anni si interessò alla letteratura, dirigendo, tra il 1911 e il 1912 il settimanale O Estado, di Barra Mansa, e si laureò in giurisprudenza nel 1914.[1]

L'anno seguente ricevette la carica di professore della scuola Sousa Aguiar, dove ha insegnato storia e geografia.[1]

Nel 1916 esordì con il libro di prose Casos e Impressões, contraddistinto dalla tecnica del monologo interiore e dallo sdoppiamento della personalità in allucinazioni e immagini drammatiche;[3] l'anno seguente diventò membro dell'Accademia Fluminense de Letras come socio fondatore.[1]

Lo stesso stile utilizzò per Visões, Lendas e Perfis (1918), incentrate su riflessioni, inquietudini, quesiti, avvolte nella nostalgia per una fede sicura e in attesa dell'occasione di diventare un personaggio profetico.[3]

Nel 1921 cofondò a Rio de Janeiro il "Centro de Cultura Brasileira", che per anni guiderà l'ambiente artistico, culturale e civico, grazie a numerose iniziative, quali conferenze e corsi di studio.[3]

Il volume Tumulto da Vida fu basato su racconti fantastici strutturati da ritmi cinematografici,[4] invece in Inquietude Magalhães ricercò nuovi equilibri, anche se in Hora Veloz (1926) abbracciò toni pessimistici e atmosfere surrealistiche.[3]

L'ansia, l'inquietudine si attenuarono nella "prosa cantante" di Os Momentos (1928).[3]

Il 24 novembre 1931 sposò Carioca Dona Nair Fernandes, con la quale ebbe un figlio, Luís Augusto, nato nel 1932 e futuro medico.[1]

Gli scritti successivi riguardarono tematiche storiche, artistiche, letterarie, oltre che di attualità, tra i quali si possono menzionare Os Marcos da Emoção (1937), Iris (1937), Plenitude (1939), Quebra-luz (1946) e le Obras completas (1946).[3][2]

Nel 1951 iniziò a dirigere la scuola Amaro Cavalcanti e, dopo più di trentasette anni di servizio, concluse la sua carriera di insegnante municipale.[1]

Dieci anni dopo, nel 1961, il governo Fluminense istituì diversi premi letterari, tra cui uno dedicato ad Adelino Magalhães.[1]

Adelino Magalhães morì nel 1969, a Rio de Janeiro.[1]

La critica letteraria ha avuto qualche problema ad inquadrare i lavori di Magalhães, anticipatori del surrealismo, preparatori del modernismo, dopo che l'autore alle iniziali aderenze con il Romanticismo, ben presto si impegnò in un cammino di rinnovamento[3][2][4]

La sua prosa è caratterizzata da narrazioni asciutte e libere dalle regole formali, influenzate dal Futurismo, dalle "parole in libertà", che oscillano talvolta tra la violenza tragica e quella naturalistica, ma sempre mediate da spazi e tempi illusori, onirici e allucinatori,[1] che ebbero una notevole influenza sugli scrittori delle generazioni successive.[3][2]

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Casos e Impressões, 1916;
  • Visões, Lendas e Perfis, 1918;
  • Tumulto da Vida, 1922;
  • Inquietude, 1924;
  • Hora Veloz, 1926;
  • Os Momentos, 1928;
  • Os Marcos da Emoção, 1937;
  • Iris, 1937;
  • Plenitude, 1939;
  • Quebra-luz, 1946;
  • Obras completas, 1946.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k (PT) Adelino Magalhães, su culturaniteroi.com.br. URL consultato il 23 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2018).
  2. ^ a b c d (PT) FRONTEIRAS INCERTAS: ADELINO MAGALHÃES NA HISTORIOGRAFIA E NA CRÍTICA LITERÁRIA BRASILEIRA, su e-revista.unioeste.br. URL consultato il 23 dicembre 2018.
  3. ^ a b c d e f g h le muse, VII, Novara, De Agostini, 1966, p. 162.
  4. ^ a b (PT) MODERNIDADE E CIDADE EM ADELINO MAGALHÃES (PDF), su ileel.ufu.br. URL consultato il 23 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2022).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (PT) Murillo Araujo, A visão transfiguradora do real, in Obra Completa di Adelino Magalhães, Rio de Janeiro, Aguilar, 1963.
  • (PT) Alfredo Bosi, História Concisa da Literatura Brasileira, San Paolo, Cultrix, 1995.
  • (PT) Alfredo Bosi, O Pré –Modernismo, San Paolo, Cultrix, 1966.
  • (PT) Assis Brasil, História Crítica da Literatura Brasileira – O Modernismo, Rio de Janeiro, Pallas, 1976.
  • (PT) Sonia Brayner, Labirinto do espaço romanesco, Rio de Janeiro, Civilização Brasileira/MEC, 1977.
  • (PT) Sílvio Castro, Teoria e Política no Modernismo Brasileiro, Rio de Janeiro, Vozes, 1979.
  • (PT) Alceu Amoroso Lima, Quadro Sintético da Literatura Brasileira, Rio de Janeiro, Tecnoprint Gráfica Editora, 1959.
  • (PT) Wilson Martins, História da Inteligência Brasileira, San Paolo, Cultrix/ Edusp, 1978.
  • (PT) Wilson Martins, O Modernismo, San Paolo, Cultrix/ Edusp, 1973.
  • (PT) José Paulo Paes, O art noveau na literatura brasileira, in Gregos e Baianos, Rio de Janeiro, Editora Brasiliense, 1995.
  • (PT) Tasso Silveria, Adelino Magalhães, in A igreja silenciosa: ensaios, Rio de Janeiro, Anuário do Brasil, 1922.
  • (PT) Luciana Stegagno-Picchio, História da Literatura Brasileira, Rio de Janeiro, Nova Aguilar, 1997.
  • (PT) Flora Sussekind, Cinematógrafo de Letras. Literatura, Técnica e Modernização no Brasil, San Paolo, Companhia das Letras, 2006.
  • (PT) Renato Cordeiro Gomes, Impressões e Casos sobre o Rio de Janeiro, in Scripta, I, n. 2, Belo Horizonte, 1998, pp. 323-345.
  • (PT) Francisco Hardaman, Antigos Modernistas, in Tempo e História, San Paolo, Companhia das Letras, 1992, pp. 289-305.

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